Avete mai pensato al campeggio nautico??
Sapete di che cosa si tratti??
Dopo esser diventato armatore, ha iniziato ad incuriosirmi questo modo di fare vela e vacanza.
E' anche vero che per un divertente campeggio-velico, fondamentale è il tipo di costa; qui da noi nell'alto adriatico c'è solo ed esclusivamente spiaggia dritta... che vai a vedere?? dov'è la caletta nascosta??
In 2 gg penso si possa raggiungere il Conero da Ravenna ma prima bisogna arrivarci!!

Non sapendo nulla al riguardo mi sono documentato leggendo gli articoli pubblicati in questi anni dal mensile "Bolina".
Ne ho scelti 4, che riporto qui sotto:

Articolo 1  - Articolo 2 - Articolo 3 - Articolo 4

DA BOLINA N° 14 - LUGLIO-AGOSTO 1986.

QUESTO E' IL CAMPEGGIO NAUTICO
Chi ama la vita spartana ed avventurosa, il mare e la natura, può sperimentare il campeggio nautico. Campeggio nautico significa navigare lungo costa, a vela e a motore, e la sera raggiungere una spiaggia, un ridosso, sui quali alare la barca ed accamparsi per la notte. Il giorno seguente, molto presto in modo da sfruttare le ore di luce, si riprende il mare verso nuovi approdi.
La validità di questa formula è anche economica: con pochi soldi è possibile fare esperienze e visitare luoghi che solitamente sono accessibili solo a chi possiede barche grosse e costose.
Infatti le barche di dimensioni intermedie solitamente non consentono di compiere lunghe crociere, in quanto non offrono sufficienti spazi per le comodità” (cucina, servizi...) e nello stesso tempo non hanno dimensioni sufficienti per affrontare con sicurezza vento e mare in ogni condizione, a meno di navigare lungo una costa servita da numerosi porti (ammesso di trovarvi poi posto).
Un “barchino” di quattro o cinque metri, invece, può ‘atterrare” su qualsiasi spiaggia, liberandoci dalla necessità di raggiungere un porto. La sicurezza del campeggio nautico, quindi, sta proprio nelle piccole dimensioni della barca, che può essere agevolmente tirata in secco dall’equipaggio a forza di braccia o con l’ausilio di un paio di rulli di alaggio; inoltre questo tipo di navigazione consente di raggiungere spiagge, calette e insenature inaccessibili per ragioni di fondale ad una grossa barca.
Le imbarcazioni normalmente usate per il campeggio nautico sono la canoa, la barca a vela con deriva mobile, il gommone.
Parliamo della barca a vela.
La barca a vela ideale per il campeggio nautico deve possedere quattro requisiti principali: essere leggera, inaffondabile, molto stabile ed avere deriva e pala del timone sollevabili per navigare in acque poco profonde ed essere alata a terra. Deve possedere capaci gavoni a chiusura stagna nei quali stivare il bagaglio, e disporre di un ampio pozzetto, piatto e completamente sgombro, che consenta a due persone di dormirvi comodamente. Infatti non sempre è possibile raggiungere una spiaggia su cui piantare la tenda e non sempre si ha il tempo di farlo; capita cosi di dover pernottare all’ancora, oppure ormeggiati in un porto. In questi casi il pozzetto viene coperto con una tenda, usando il boma come asta di colmo.
Purtroppo ben poche sono le barche che rispondono ai requisiti che abbiamo elencato. Il mercato offre per lo più scafi che non sono assolutamente indicati per il campeggio nautico. In genere, infatti, pur avendo il requisito ai leggerezza (che quando è eccessiva va però a discapito della sicurezza) le derive sono facili alla scuffia, mentre per il campeggio nautico è molto importante la stabilità; inoltre non possiedono gavoni ed hanno il pozzetto ingombro di “manovre” cioè dei comandi della barca a vela.
Le barche a vela in commercio che più si avvicinano alle caratteristiche richieste sono solitamente un compromesso tra il piccolo cabinato e la barca con deriva mobile: si ricavano due posti al chiuso, sacrificando un pò il pozzetto.
L’imbarcazione che si presta maggiormente al campeggio nautica è sicuramente il catamarano, che ha però due grossi difetti: è una barca molto ‘bagnata” con poche possibilità di stivare attrezzature e vettovagliamento, e, pur essendo molto stabile, una volta avvenuta la scuffia è molto complicato raddrizzarla.
Vediamo ora come conviene equipaggiare una barca da campeggio. Ricordiamo che il peso a pieno carico deve essere molto contenuto (massimo 300 chili), altrimenti diventa impossibile alare a terra lo scafo. Perciò è chiaro che l’equipaggiamento va ridotto all’essenziale. Considerato che la barca a vuoto non dovrebbe pesare più di 150 chili ne restano circa un centinaio per il bagaglio e l’attrezzatura.
Consideriamo quindi che pagaia, rulli d’alaggio, ancora, sacchi a pelo, tendalino, scorta di generi alimentari, fornello, bombola del gas, lampada, carte nautiche, bussola ed indumenti personali non devono superare i 100 chili. Potremo così alare la barca senza troppa fatica e senza bisogno di scaricare parte del bagaglio.
Per l’alaggio useremo gli appositi rulli pneumatici, che pesano pochissimo e che, sistemati sotto le panche, assicurano l’inaffondabilità della barca.
Se la spiaggia ha una pendenza accentuata e si decide di dormire a bordo, un rullo può essere utilizzato per tenere sollevata la poppa in modo che lo scafo venga a trovarsi perfettamente orizzontale. Quando si dorme in barca è necessario stendere un tendalino sul pozzetto: non dimentichiamo infatti che anche quando brillano le stelle si verificano le cosiddette “precipitazioni notturne” (formazione di rugiada), dalle quali è necessario proteggersi.
Il campeggio nautica è un’esperienza affascinante che richiede soltanto l’adattamento ad una vita spartana. La mancanza dei servizi, dell’acqua corrente, di un tetto sicuro, è infatti abbondantemente ripagata dallo scoprire baie e calette di bellezza insospettata, dall’affrontare situazioni difficili con mezzi a volte primordiali, da un contatto con il mare ed i suoi paesaggi talmente vicino che spesso si dubita di poter tornare ad una situazione di vita solita. Il tempo è scandito dall’esperienza stessa, ed una volta accettate le condizioni che questa impone il coinvolgimento diventa facile.
Ci sono scuole di vela che hanno abbracciato questa esperienza, proponendola come corso intermedio (perfezionamento), proprio perché presenta le caratteristiche più eclettiche e più valide quando si voglia apprendere, presto e direttamente a contatto del mare. Il rapporto con le condizioni meteorologiche, che è per forza di cose costante, consente più che in qualsiasi altro corso un approfondimento di questo studio.
Cosa dire ancora di questa possibilità ‘‘alla portata di tutti” di vedere il mare vero e non sotto l’ombrellone? Forse, l’unica cosa, che ci daremo una mano ad alare le barche nella splendida caletta dove ci incontreremo...
GUIDO BURATTINI
del Centro Nautica Utopia
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ARTICOLO 2
DA BOLINA N° 56 GIUGNO 1990

CAMPEGGIO NAUTICO
Lo yachting-camping è un nuovo modo di navigare nato... alcuni millenni or sono. Infatti i primi navigatori-campeggiatori furono le popolazioni costiere preromane, particolarmente i Greci e i Fenici, che, di giorno, navigavano con le loro barche a vela e remi e, giunta la sera, le tiravano in secco con la sola forza dell’equipaggio e con i soli mezzi di bordo.
Le imbarcazioni che esistevano a quei tempi erano pesanti, e mancavano i mille accorgimenti tecnici che oggi rendono possibile — se non addirittura facile — l’alaggio anche a equipaggi ridotti. Ma allora la “gente” era in numero abbondante a bordo e la “forza” certamente non mancava. E in mare, quando si dispone della “gente”, la maggior parte dei problemi, anche i più difficili — e l’alaggio è fra questi — diventa di possibile soluzione.
Nei secoli successivi a quelli che videro i Greci e i Fenici solcare il Mediterraneo, le Marine di tutti gli Stati si affidarono alle grandi navi, sia per motivi bellici, che per motivi commerciali; fu così che il campeggio nautico scomparve dalla storia della navigazione. Le piccole barche in Mediterraneo furono impiegate per brevi navigazioni, anche perché non potevano essere costruite, nei secoli addietro, piccole barche che fossero contemporaneamente leggere e resistenti, autovuotanti e abitabili.
Insomma lo yachting-camping è potuto rinascere... dopo l’esperienza preromana, solo negli anni ‘60 del XX secolo grazie al progresso tecnologico. Si possono finalmente concepire e realizzare le derive campeggio mono e multiscafo, leggere e tuttavia marine, autovuotanti e abitabili sotto tenda. I rulli pneumatici consentono di spostare una barca sulla battigia durante le operazioni di alaggio e varo, senza che la chiglia e la carena si sciupino, evitandone il contatto col fondo sabbioso e riducendo di molto, in conseguenza, lo sforzo necessario per tirare in secco. La velatura è in materiale sintetico imputrescibile, leggero ma resistente; i piani velici hanno superfici ridotte, ma efficienti e capaci di spingere le piccole barche a velocità non inferiori a quelle che raggiungono i grandi yachts con tempi medio-leggeri.
I motori ausiliari fuoribordo sono stati alleggeriti e aumentati di potenza; un fuoribordo di 4 hp pesa pressappoco come due remi di faggio bilanciati con i quali si vogava, fino a pochi anni addietro, sulle piccole barche a vela quando calava il vento. E noto che la potenza media che un uomo può sviluppare, durante uno sforzo prolungato nel tempo, è di 7/ 10 di Hp (anche se in casi eccezionali, per sforzi di brevissima durata, può arrivare addirittura a 2 Hp); per cui, a parte la fatica risparmiata, è evidente la maggior velocità che si può ottenere impiegando un piccolo fuoribordo invece della sola forza muscolare coi remi, I verricelli autobloccanti (winches self-taìling) possono essere usati per l’alaggio, impiegando la stessa cima dell’ancora e un appiglio a terra.
Negli anni ‘70, infine, sì assiste alla nascita dello yachting-camping internazionale, cioè di un modo di navigare non solo lungocosta, ma anche collegando tutte le isole del Mediterraneo attraverso tratti di vera e propria navigazione d’altura (indipendentemente dalla nuova normativa italiana, entrata in vigore con la legge 11/2/1971 n. 50, sostanzialmente derivata dalla legge francese sul diporto, che crea in questi due Stati, soli e unici sul pianeta, il mare “a strisce”: entro 3, entro 6, entro 20 —poi abrogato — oltre 6).
Questo è possibile, tra l'altro, grazie al progresso straordinario compiuto dalla meteorologia, che tende sempre più a divenire una scienza. Finalmente i bollettini meteo hanno raggiunto un grado di affidabilità del tutto inesistente solo pochi anni addietro, generalmente sufficiente per quelli lanciati dalle stazioni radio francesi, molto meno per quelli italiani, soprattutto in agosto, mese in cui è legittimo supporre che i "maghi" dell'Aeronautica, estensori delle previsioni, vadano in ferie e abbandonino il meteo ai ragazzi di leva, visti gli svarioni che ogni anno si ripetono in questo mese appunto destinato alle vacanze, purtroppo anche di chi va per mare su piccole barche.
Oggi, oltre alle rilevazioni compiute nelle diverse località d'osservazione, gli estensori delle previsioni meteo dispongono di foto e dati barometrici e meteorologici, trasmessi in continuazione dai satelliti meteorologici. E pertanto possibile conoscere la tendenza del tempo e l'evolversi di una certa situazione meteo. Grazie alle piccole ma potenti radio riceventi a transistor si ricevono, dalle stazioni radio nazionali e costiere, bollettini meteo in tempo utile. Insomma lo yachting-camping moderno, che rappresenta un tuffo completo nella natura, non disdegna l'elettronica più sofisticata in sostituzione del tradizionale "fiuto" dei pescatori dei tempi andati: è il modo più semplice e genuino di andar oggi per mare; è figlio del XX secolo e non può non vivere il suo tempo.
Infine, negli anni '80 nascono gli scafi da campeggio della seconda generazione, veri e propri cabinati a cui manca solo la... cabina. Barche che pur essendo carrellabili e alabili a terra dall'equipaggio con i mezzi di bordo, sono dotate di cuccette fisse sempre pronte, sia di giorno che dì notte, cucina-cambusa fissa sempre agibìle sia a barca ferma che in navigazione, sistemazione per gli effetti personali separata dalle dotazioni nautiche e di bordo.
Non è più necessario così, alla sera, disporre le cose in modo da campeggiare in barca, perché tutto è già a posto pronto all'uso. Appunto come nei cabinati. Barche in cui la tenda, che caratterizza lo Yachting-camping diventa ausiliaria, un accessorio da montare per creare il living o per ripararsi dal tempo brutto, naturalmente quando la barca è ferma in acqua o a terra.

DOLCE FATICA ALARE E VARARE...
Una barca, per essere alab-le non deve superare il peso a vuoto di 300 kg. Al peso della barca occorre aggiungere circa 200/250 kg d'attrezzatura nautica e da campeggio caricata a bordo, costituita da tutto ciò che è necessario per praticare il camping nautico in coppia.
L'alaggio si compie con l'ausilio dei rulli pneumatici; affinché sia possibile effettuarlo rapidamente, con pochi uomini e con poca fatica, occorre che la barca sia realizzata: a) con la chiglia sviluppata in lunghezza in senso quasi rettilineo in modo che i rulli di gomma riescano a evitare il contatto fra la barca e il suolo; b) in modo da restare in equilibrio stabile da sola affinché lo sforzo per l'alaggio venga esercitato solo per la trazione e non anche per tenere l'imbarcazione in equilibrio.
Il catamarano si presta in modo eccellente all'alaggio perché resta in equilibrio stabile da solo. Con l'ausilio di una tecnica che spiegheremo dettagliatamente in seguito, anche una persona da sola può tirare in secco catamarani del peso a pieno carico di 500/600 kg, mentre sarebbe estremamente più difficile l'alaggio sempre da parte di una sola persona - di un'imbarcazione monoscafo di pari peso, poiché la barca tenderebbe a coricarsi su un fianco e a cadere dai rulli.
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