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Nella
Grecia micenea (XVII - XII sec. a.C.) esistevano diversi tipi di scrittura
e, probabilmente, anche per lingue diverse dal greco, come testimonia il Disco
di Festo.
Prima di tutto, scritture geroglifiche, come quella egiziana o l'odierna cinese: una parola/concetto = un segno. Di questo tipo di scrittura (incisa per lo piu' su tavolette di argilla) esistono pochi elementi ed e' tuttora indecifrata. Poi ci sono tavolette in una scrittura sillabica (ossia : una sillaba = un segno, come l'odierno giapponese) denominata Lineare A, adoperata, ma non esclusivamente, dalla talassocrazia (potenza marinara; cf. Venezia) cretese fino al suo crollo per mano dei Micenei intorno al 1450 a.C.. I documenti sono piu' numerosi di quella geroglifica, ma non ancora sufficenti per iniziare una ricerca statistica e interpretare cosi' il contenuto. Solo il sistema di notazione dei numeri (decimale) e' noto,ed e' simile a quello della scrittura Lineare B. Recentemente si e' cercato di arrivare ad una, seppur parziale, interpretazione di alcuni testi in Lineare A, attribuendo a segni che appaiono anche nella Lineare B, il valore di questi ultimi: la lingua avrebbe diverse somiglianze con l' hurrita (vedi nota su Hurriti), attestando cosi' l' uso a Creta, in Grecia e anche in Medio Oriente (cf. Lachish) di una lingua amministrativa diversa da quella locale, ed eventualmente provando la presenza per lungo tempo di popolazioni mediorientali nell' Egeo (forse proprio gli Eteocretesi nella parte orientale di Creta, ancora in epoca storica). |
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La scrittura Lineare B (vedi
piu' sotto alcune regole di scrittura), dopo
molti anni di ricerca di diversi studiosi, venne definitivamente "decifrata"
nel 1952 da M.Ventris e J.Chadwick come una forma arcaica di greco. Decifrazione di grande valore scientifico perche' ottenuta senza l' aiuto di testi paralleli, come per esempio nel caso dei geroglifici egiziani della Stele di Rosetta. Questa scrittura Lineare B e' quella che ha lasciato le tracce piu' numerose ed era diffusa praticamente in tutta l' area della cultura micenea. Veniva scritta su tavolette di argilla per scritture contabili di palazzo oppure per registrare ordini militari o cerimonie religiose, e ci sono molti segni in Lineare B su vasi, con indicazioni sul possessore dell' oggetto (forse anche del fornitore), o incisi su pietre (forse pesi). Insomma era una scrittura solo amministrativa. (Sotto questo punto di vista la scrittura Lineare A dell' epoca minoica sembra aver avuto una maggiore diffusione: scritte su muri, anelli, ciondoli.., oltre a testi abbastanza lunghi di quelle che sembrerebbero formule religiose) Studiosi di linguistica riconoscrebbero nella lingua adoperata nei documenti micenei due "livelli": un miceneo "standard", una koine' , diffusa in tutto lo spazio culturale miceneo, e delle varianti locali, applicate da singoli "scribi". Ed e' interessante notare come le coincidenze con il greco classico siano piu' frequenti in queste varianti locali, testimonianza del fatto che solo questi "dialettismi" sarebbero sopravvissuti alla catastrofe totale del XII secolo, mentre la lingua ufficiale sarebbe appunto scomparsa con gli stati micenei stessi.
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Finora non si sono trovate altre applicazioni della scrittura, ma e' anche probabile che se vi fossero state (per esempio letteratura o notizie storiche) queste sarebbero state scritte su materiale piu' deperibile (per esempio: papiro), quindi andato distrutto nel tempo.Ma questo e' un danno anche per l'analisi storica stessa: noi sappiamo di questa civilta' i nomi di pastori, artigiani,anche di animali (sempre registrati e contati sulle tavolette), e non si e' riuscito a trovare un solo nome di re, o condottiero, insomma niente da cui poter ricavare riferimenti e inserire, per esempio, la storia della Grecia di quei secoli nel panorama della storia medio-orientale e mediterranea. Se si pensa alle biografie orientali scolpite su pareti di montagne o addirittura avvolgenti intere statue, questa mancanza della cultura micenea potrebbe forse far pensare a "divieti" religiosi, o, perlomeno, ad una fondamentale antipatia verso una scrittura percepita ancora, nonostante gli adattamenti, come "straniera". | |
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E' il documento piu' antico in Lineare B. Rinvenuto recentemente a Kafkania (Olimpia), per l'ambiente in cui e' stato rinvenuto, viene fatto risalire al XVII secolo a.C. e cio' testimonierebbe non solo la presenza di genti elleniche gia' stabilmente insediate nel Peloponneso in quell' epoca, ma l' alto grado di civilta' di quest' ultime.Porta incisa su una faccia la scritta KA-RO-QO :con buona probabilita' il genitivo di appartenenza di un nome di persona Charops ,che ricorre anche nei poemi omerici. Si nota il contrasto tra la scrittura micenea in Lineare B su un lato e l' elemento minoico con la doppia ascia sull' altro. | |
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Due
lapidi sepolcrali dai Circoli funerari di Micene: la prima (a sin.) ora
esposta al Museo Nazionale ad Atene,la seconda ![]() |
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Nell' Ilide di Omero l' unica menzione dell' uso della scrittura e' contenuta in un episodio del sesto libro dal carattere abbastaza torbido : Preto, istigato da sua moglie Antea, manda Bellerofonte in Licia da suo suocero, con l'ordine di mostrargli una tavoletta con -segni funesti- perche' si uccida lo stesso Bellerofonte. ![]() Bellerofonte, ma anche Omero quindi, se si crede alla sua sincerita', non conosceva la scrittura. Ma poi di quale scrittura parla qui Omero ? Una delle diverse scritture sillabiche o geroglifiche in uso nell' Era micenea, oppure pensa gia' ad una alfabetica, che nel VII secolo incominciava ad affermarsi nel bacino del Mediterraneo ? Ancora una volta ci si trova di fronte all' ambiguita' del Poeta. Il Libro VI dell' Iliade, daltronde, e' considerato da molti commentatori un' aggiunta posteriore per inserire l' episodio dell' incontro tra Ettore e Andromaca, forse cantato in qualche altro poema: servivano questi versi sulla -scrittura- a dare una patina di antichita' ad una versione popolare piu' recente ? In ogni caso i poemi omerici sembrano in qualche modo legati alle origini ![]() Un esempio infine della distanza che separa Omero dai testi in Lineare B (cito dal libro di Hiller e Panagl): nei poemi omerici viene adoperato un aggettivo ![]() Novita' ! Sembra che recenti studi sui testi omerici abbiano portato un cambiamento in questa che era sinora un' opinione corrente degli studiosi: ossia effettivamente il testo greco sarebbe adattato da una precedente versione risalente addirittura all' epoca micenea. Prova di questo sarebbe la ricostruzione di diversi genitivi in -oio e la restituzione del F (w) ossia del digamma a parole che nella versione ultima dell' Iliade (quella in dialetto ionico di Omero) ne erano state private, con cui la scansione metrica del verso non verrebbe alterata. Una conseguenza di questa precoce datazione dei poemi omerici sarebbe l'apparente paradosso di essere stati composti "prima" che i fatti della gurra di Troia avvenissero ! (vedi la nota sull'affresco di Tera alla pagina Nobili,Notabili.. |
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Ortografia
Micenea
Ecco alcune regole della scrittura sillabica Lineare B: Esistono solo sillabe aperte formate da sole vocali o dall' unione consonante+vocale (con alcune probabili eccezioni per rappresentare forse gia' suoni -greci-), e le parole greche vengono adattate per poter essere scritte in questo sistema: per esempio greco pro = miceneo po-ro, gr. potnia[signora] = mic. po-ti-ni-ja con epentesi della vocale della sillaba successiva, oppure soppressione di una consonante, per esempio: gr. khalkeis/khalkees [fabbri, oppure khalkei dativo "al fabbro"] = mic. ka-ke-we. I suoni p,b,ph e corrispondentemente k,g,kh vengono scritti con un unica sillaba, ossia non viene notata la differenza tra sorde, sonore e aspirate per le consonanti gutturali e labiali mentre vi sono segni differenti per t e d. Non viene notate la differenza tra i suoni l ed r cosi' come le consonanti doppie veengono scritte come semplici. Esiste ancora il Digamma w, un suono labiovelare q, e la semivocale j, che spariranno o verranno trasformate in epoca classica. Infine non viene notata la differenziazione per lunghezza delle vocali omicron/omega e epsilon/eta. Esistono alcune interessanti teorie sulla divisione in sillabe effetuata dagli scribi micenei, cosi' come vi sono stati degli studiosi che hanno affermato che il greco era pronunziato cosi' come era scritto. Ciononostante si puo' affermare che, a distanza di 50 anni dalla decifrazione esiste una quasi completa certezza sul sistema di scrittura. E' immediata l' impressione che quest'ultimo sia stato adottato da una lingua diversa dal Greco, dotata appunto prevalentemente di sillabe aperte e che non conosceva la differenza di lunghezza delle vocali, lingua forse celata sotto la precedente Lineare A. ..ritorna a Scritture della.. ![]() |
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.."straniera" |
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Hurriti
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