Shabbat

 

 

 Molto spesso i cristiani ignorano il significato del sabato e il significato dei precetti che lo riguardano. Quel lo che occorre riscoprire è da una parte il carattere liberatore della legge e dall'altra la ricchezza della celebrazione familiare. La complementarietà della sinagoga e della casa costituisce una originalità del Giudaismo e sottolinea l'importanza religiosa della cellula familiare.

Rispettare il sabato significa entrare nello spazio di libertà nel quale si può esprimere l'amore per Dio e per la Sua creazione.

 

Il significato del sabato e l'osservanza dei suoi precetti

 Il sabato occupa un posto fondamentale nel Giudaismo: "i figli di Israele osserveranno il sabato per tutte le loro generazioni in alleanza perpetua. Tra Me e i figli di Israele sarà un segno perpetuo, perché in sei giorni il Signore ha fatto i cieli e la terra, e nel giorno settimo ha cessato (in ebraico "shabbath", da cui il nome ebraico del sabato) e si è riposato". (Esodo 31, 16 - 17.)

Il sabato non è un semplice giorno di riposo, nel senso che abitualmente si dà a questo termine, ma una vera imitazione di Dio, che "riposò nel settimo giorno" (Esodo 20,11): astenendosi il settimo giorno da qualsiasi lavoro creativo, l'ebreo praticamente vive il ritmo della creazione e in un certo modo restituisce a Dio le chiavi del mondo che il padrone dell'universo gli ha affidato.

Questa nozione di lavoro creativo sorprende molti osservatori non ebrei, perché, a differenza della nostra consueta concezione del lavoro, essa non ha alcun rapporto con lo sforzo necessario all'esecuzione. Così girare un interruttore o mettere una firma costituiscono lavori che il giudaismo proibisce di eseguire di sabato, dato che hanno per fine una creazione (una scintilla o segni di scrittura).Le categorie dei lavori proibiti riguardano i campi piò diversi, dalla cottura del cibo alla riparazione di un oggetto, allo spostarsi ecc. La stretta osservanza del sabato può comportare gravi sacrifici finanziari.

Merita di essere sottolineato anche l'aspetto sociale del sabato, infatti è proibito non solo lavorare, ma anche far lavorare gli altri, sia pure il servitore o lo straniero o persino il bestiame: tutti quel giorno hanno diritto al riposo. (Esodo 20, 10).

Tutto ciò non esclude l'aiuto fraterno, come per secoli si è praticato in parecchi paesi: era anzi consuetudine per alcune cristiane, di andare a caricare la stufa o spegnere la lampada al vicino ebreo.

 

La santificazione del sabato

 Osservare il sabato significa anche "santificarlo", cioè "tenerlo separato": "Ricordati del giorno di sabato per santificarlo" (Esodo 20, 10). Si tratta di fare del sabato un giorno completamente differente dagli altri giorni della settimana, "un giorno di riposo e di santità".

Dal punto di vista strettamente rituale, il sabato si apre con il "Qiddush" (benedizione sul bicchiere di vino con cui si proclama il sabato giorno "consacrato a Dio") e si conclude con la "Havdalah" (preghiera che "separa" il sabato dagli altri giorni profani). A livello più profondo, si assume uno stile di vita che santifica ogni aspetto di questo giorno, dal pasto all'abito, dalla maniera di camminare per strada al soggetto di una conversazione: "Se tratterrai il piede dal violare il sabato, dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro, se chiamerai il sabato "delizia" e "venerando" il giorno sacro al Signore, se lo onorerai evitando di metterti in cammino, di sbrigare affari e di contrattare, allora troverai la delizia nel Signore. lo ti farò calcare le alture della terra, ti farò gustare l'eredità di Giacobbe tuo padre, poiché la bocca del Signore ha parlato" (lsaia 58,13-14). Gli ebrei devono iniziare il sabato un'ora prima della notte.

  

Nella sinagoga e in famiglia

La comunità saluta il sabato recitando sei salmi (95, 96, 97, 98, 99, 29) che corrispondono ai sei giorni lavorativi. Continua poi con il magnifico inno "Lekhah Dodì" (vieni o mio amato) composto a Safed, in Galilea, nel XVI secolo, per ricevere la fidanzata Shabbath (in ebraico "Shabbath" è femminile). Poi si canta il salmo "cantico per il giorno di sabato", e il salmo 93, salmo dell'era messianica, di cui la pace del sabato offre un anticipo.

Durante la settimana l'ebreo pio ha lo spirito rivolto al sabato. Già il venerdì mattina, la madre di famiglia impasta e cuoce i pani del sabato e adorna la casa. Nella celebrazione familiare del venerdì sera la donna ha un ruolo determinante: mentre alla sinagoga essa si limita ad assistere al culto, in casa esercita una precisa funzione liturgica. Tocca a lei accogliere il sabato nel focolare, accendendo le due candele sabbatiche e pronunciando la benedizione inaugurale. Poi si va alla sinagoga. La festa si continua a casa, dopo l'ufficiatura. Ripetendo il gesto di benedizione di Giacobbe, i genitori impongono le mani sul capo dei loro figli. Tutta la famiglia saluta il sabato, mentre il padre e i figli cantano le lodi della "donna forte" (Proverbi 31). lì capofamiglia alza la coppa di vino per recitare il "Qiddush", ne beve e la fa passare a tutti i presenti. Dopo il gesto rituale della lavanda delle mani e la preghiera per la tavola "Benedetto Tu, o Signore Dio nostro, re del mondo, che fai uscire il pane dalla terra", il padrone di casa dà inizio al pasto spezzando il pane che offre a ognuno dei commensali. I canti sabbatici accompagnano il pasto e si chiudono con il salmo 126: "Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, ci sembrava di sognare....".

Il sabato, dopo l'ufficio alla sinagoga, il "Qiddush" e un buon pasto a mezzogiorno, si dedica molto tempo al riposo e allo studio sacro, specialmente alla "parashah" (sezione del Pentateuco) del giorno. Per prolungare ancora la pace del sabato, il pasto serale viene ritardato al massimo.

E' lo stesso desiderio che viene espresso nella cerimonia chiamata "Havdalah" (separazione): si saluta il sabato accendendo una candelina ritorta, recitando ancora una volta la benedizione sul vino, odorando erbe aromatiche, spesso contenute in una piccola scatola artisticamente cesellata, e contemplando la fiamma della candela che poi si spegne nel vino per significare il ritorno alla vita ordinaria, infondendo per così dire lo splendore del sabato nella settimana appena cominciata.

  

Il sabato e i cristiani

Nel Vangelo, Gesù, che ha sempre celebrato il sabato con i suoi discepoli, predica in diverse occasioni che l'uomo deve rispettare il sabato e accoglierlo non c~ me una schiavitù ma come un dono di Dio: "il sabato è fatto per l'uomo...." (Marco 2, 27). Il Talmud non si esprime in modo diverso: "il sabato è stato messo nelle vostre mani e non voi nelle mani del sabato" (5 Yoma 85 b).

Le prime comunità cristiane di origine ebraica, hanno continuato a festeggiare il sabato, settimo giorno della settimana, mentre la risurrezione di Gesù (Atti 20, 7) è ricordata e celebrata il primo giorno della settimana, considerato come il primo giorno della nuova creazione in Cristo.

La domenica non è stata scelta per soppiantare il sabato: giorno della risurrezione del Signore (Matteo 28, 1 ss), essa è anche giorno della celebrazione eucaristica che attesta la comunione dei credenti e che annuncia l'"ottavo giorno", quello del ritorno del Signore (I Corinzi 11, 26). E' dunque veramente il "giorno del Signore".

Quando la religione cristiana diventò religione dell'impero romano, la domenica incominciò a poco a poco a unire la funzione di giorno di riposo, che ricorda il settimo giorno della creazione, e quella del giorno che annuncia la nuova creazione realizzata dalla risurrezione di Cristo.

 

 

 

Prima serie: Quello che tutti i Cristiani debbono sapere del Giudaismo

1. La Torah orale e il Talmud

2. La Torah scritta e la Bibbia ebraica


Home Page

Scrivetemi