La Bibbia Ebraica
Il termine "Torah" nella tradizione ebraica significa "Insegnamento rivelato".
Nel Pentateuco questa parola si trova anche con il significato di "Legge", ma cosi tradotta e applicata alla prima parte della Bibbia, riesce a dare solo un'immagine imperfetta della ricchezza di significato del vocabolo.
La Torah e il Pentateuco
In senso corrente, il termine "Torah" designa i primi cinque libri della Bibbia o "Pentateuco". Il giudaismo li chiama "i cinque quinti della Torah" volendo con questo significare che i cinque libri fanno parte di un insieme indivisibile, che corrisponde alla rivelazione del Sinai. Essi rappresentano infatti la Parola stessa di Dio rivolta a Mosè, il quale ne fu solamente lo scriba. E' la "Torah scritta".
Leggi e racconti nella Torah scritta
Se "i Settanta" (traduzione greca che risale al II secolo a.C.), hanno tradotto la parola "Torah" con il termine "Legge", lo hanno fatto per esprimere un fatto particolarmente importante, che cioè il Pentateuco contiene un gran numero di comandamenti: 613 secondo la tradizione ebraica. lì primo libro del Pentateuco, la Genesi (in ebraico "Bereshith", cioè "In principio") contiene in realtà poche leggi, ma soprattutto racconti: le grandi linee della storia umana dalla creazione fino ad Abramo, ai Patriarchi, a Giuseppe e al soggiorno in Egitto. L'Esodo (in ebraico "Shemoth" cioè "Nomi") riferisce essenzialmente la schiavitù del popolo di Israele e la sua uscita dall'Egitto, che culmina nella Rivelazione del Sinai e nel dono delle prime leggi e in particolare dei "Dieci comandamenti". lì terzo libro, il Levitico (in ebraico "Vajigra", cioè "Egli chiamò") tratta del culto e della purezza:
"Siate santi come io sono santo, io il Signore" (cap. 19,2). lì quarto libro, Numeri (in ebraico "Bemidbar", cioè "Nel deserto") riferisce soprattutto le prove e le rivolte di Israele nel deserto. L'ultimo, il Deuteronomio (in ebraico "Devarim", cioè "Parole") presenta le ultime esortazioni di Mosè, ricapitola le leggi e contiene la professione di fede ebraica o "Shemà": "Ascolta, Israele, il Signore è nostro Dio, il Signore è uno" (6,4).
La Torah scritta nella liturgia e nello studio
Nella sinagoga la Torah è letta su un rotolo di pergamena, che proviene da un animale puro (cfr. Levitico) la cui pelle è stata conciata in una maniera speciale. Il testo è scritto a mano con una cannuccia o con una penna d'oca e non porta né vocali né accenti musicali (per una corretta recitazione). La Torah viene letta interamente nello spazio di un anno, in ragione di una sezione ogni sabato. Il lettore segue il testo con uno stiletto terminante in una piccola mano, e perciò detto in ebraico "jad", cioè "mano", spesso d'argento, che gli evita di toccare la pergamena. La lettura dei Profeti si fa di solito su un testo stampato.
Per lo studio del Pentateuco, sia a casa sia nella sinagoga, oggi si adoperano testi stampati. Essi sono spesso accompagnati da commenti rabbinici, le cui radici affondano nella Torah orale. Questa fa emergere tutta la profondità del testo e spiega il significato dei versetti difficili. Per il Giudaismo la Torah scritta è infatti soltanto il riassunto dell'insegnamento dato a voce da Dio a Mosè. Si potrebbe anzi dire che si tratta essenzialmente di un riassunto promemoria: questo riassunto contiene infatti numerosi particolari, apparentemente secondari, che in realtà sono caratteristici punti di riferimento. In una prospettiva del genere nessuna parola risulta superflua, nessuna ripetizione è dovuta a negligenza, e ogni apparente anomalia richiede una sua spiegazione.
L'insegnamento e lo studio della Torah costituiscono un obbligo fondamentale per ogni ebreo, come ci fa sapere il testo del Deuteronomio che l'ebreo ripete ogni mattino e ogni sera: "Tu inculcherai (le Parole della Torah) ai tuoi figli e ne parlerai quando sarai seduto nella tua casa e quando camminerai per la strada, quando ti coricherai e quando ti alzerai" (cap. 6, 7).
La Bibbia ebraica
Il Talmud riferisce che rabbi Johanan ben Zakkaj ottenne dal futuro imperatore Vespasiano, nell'anno 68 della nostra era, l'autorizzazione a riunire a Javne (o Jamnia) i saggi della Legge scampati alla guerra.
Dopo la distruzione del Tempio, questo centro diventò per qualche anno l'autorità centrale del giudaismo.
Fra l'altro, nel suo sforzo di salvataggio, compilò la lista definitiva dei libri della Bibbia. Non vi figurano alcuni libri che compaiono invece nella traduzione dei Settanta: sono i cosiddetti "Deuterocanonici".
lì centro di Javne stabilì anche il testo biblico tradizionale. Nel VII e nell'VIII secolo, le scuole dei "Massoreti" (nome derivato dalla parola ebraica "massorah" cioè "trasmissione") fissarono il testo per impedire eventuali errori del copista, per impedire qualsiasi interpretazione non conforme alla tradizione, aggiunsero le vocali, la punteggiatura, gli accenti musicali (per una corretta recitazione).
Questo testo, ripreso dalla Riforma a partire dal XVI secolo, è stato adottato come base per le moderne traduzioni cattoliche e interconfessionali, con l'aggiunta dei libri Deuterocanonici nell'ordine stabilito.
Nella Bibbia ebraica, i libri sono così classificati:
Torah o Pentateuco | 5 libri |
Neviim o Profeti (inclusi i libri storici) | 8 libri |
Ketuvim o Scritti o Agiografi | 11 libri |
TaNaKh (sigla ebraica formata con le iniziali delle sezioni) | Totale 24 libri |
Secondo la tradizione ebraica questo totale viene raggiunto raggruppando i dodici profeti minori in un solo libro.
Nella sinagoga i libri profetici vengono letti nella forma di "Haftaroth" o pericopi aggiunte alle sezioni sabbatiche della Torah, dette "Parashoth" e i salmi hanno una posizione privilegiata, specialmente come introduzione alla preghiera liturgica propriamente detta.
I "Cinque Rotoli" (Ester, Cantico dei cantici, Ruth, Lamentazioni, Qoheleth) vengono letti in occasione di cinque solennità (Purim, Pasqua, Pentecoste, 9 di Av, Capanne).
Bibbia degli ebrei, Bibbia dei cristiani
Gesù e i dodici apostoli avevano una sola Bibbia, la Bibbia ebraica, e facevano quindi riferimento a "Mosè e ai Profeti" (Luca 16,31). Gesù durante la sua vita ha sempre rispettato i precetti ebraici: "Non dovete pensare che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti. lo non sono venuto per abolire ma per dare compimento" (Matteo 5,17).
Secondo i cristiani, che hanno aggiunto alla Bibbia ebraica il Nuovo Testamento, Gesù ha adempiuto "tutta la Legge e i Profeti" (Matteo 22, 40).La Bibbia cristiana, composta dall'Antico e dal Nuovo Testamento, costituisce un'unità: è la storia dei rapporti di Dio con gli uomini. Non è quindi possibile comprendere Gesù e il suo messaggio trascurando o mettendo da parte la Bibbia ebraica. Ogni volta che la Chiesa si è lasciata prendere da questa tentazione, ha tradito la sua vocazione privandosi insieme di una parte fondamentale della Rivelazione e del suo legame con il popolo di lsraele. La Bibbia ebraica, bene comune dì ebrei e cristiani, ricorda così ai cristiani che essi sono e rimangono legati al popolo di Israele.
Prima serie: Quello che tutti i Cristiani debbono sapere del Giudaismo
2. La Torah scritta e la Bibbia ebraica
3. Ricordati del giorno di sabato per santificarlo.