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“Io non riesco a disegnare di fantasia, perché non sono creativa. Ma nemmeno mi interessa. Se rifletto, per me disegnare non è produrre qualcosa di bello: è un modo di entrare in fluido contatto con l’ambiente che mi circonda, una via per superare l’impotenza. Si può a malapena abbracciare un albero, e solo il tronco; si può forse accarezzare un fiore; ma come accarezzare un prato fiorito? come seguire con mano amorevole e commossa le ondulazioni dei colli, l’incresparsi delle onde del lago? E’ a questo - sensuale - bisogno di contatto che il mio disegno risponde. Gli occhi seguono a lungo le forme; poi la mano le accarezza, seguendone le direzioni docili o aspre, decise o incerte, con i tratti della matita. Che cosa aggiunge il colore?”
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