Nei mesi freddi e malinconici dell'inverno pisano, Chiara, una giovane
studentessa universitaria, si guadagna qualche soldo assistendo don Ettore,
un vecchio infermo relegato nel letto di una stanza cupa che sa già
di morte, e prende a raccontargli di se per riempire l'insonnia di entrambi.
Dai ricordi affiorano allora le giornate calde e soleggiate sulla Costiera
Amalfitana, tra la scuola, la spiaggia, il lungomare e il garage dei cuccioli,
i bagni al gatto, la lotta contro la spesa di verdura che va a male perché
non entra in frigo, una casa satura "di abusi radiofonici e silenzi
diplomatici", dove ciascuno si trincera dietro il finto parlare di
una radiolina portatile e non sa o non vuole comunicare.
Ma soprattutto emerge l'immagine originalissima e vivida di una madre tenera,
fragile e sfuggente e di un vuoto affettivo intessuto di silenzi, che verrà
in luce soltanto più tardi.
L'intensità della storia ed il candore del racconto in
prima personasi accompagnano in questo libro ad una scoppiettante verve
ironica e ad una sorprendente sensibilità di linguaggio. Il tutto
ci fa sperare che questa autrice esordiente continui a coinvolgerci nel
suo toccante viaggio attraverso la vita.
Vincitore del concorso "Scrittori per caso" 1996.
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5 novembre 1997