2 / E adesso vi parlo ancora di me. ![]()
I miei tacchi a spillo alti 6 pollici, cioè più di 15 centimetri. Ho debuttato collaudandoli per un'intera serata ed è stato bellissimo
Le mie prime emozioni su tacchi da 15 centimetri
Il settore della mia vita personale legato alla passione che ho per i tacchi a spillo (passione che, l'ho già confessato, per me è quasi una malattia anche se poi so bene che le cose che contano davvero sono altre) è sempre rimasto mio e basta, visto che non ho mai incontrato una ragazza o un'amica che gli desse l'importanza che gli dò io e con la quale, quindi, potermi aprire senza rischiare di sembrare fissata o magari un po' matta. Sì, di queste cose parli, ma quasi sempre superficialmente, oppure da un punto di vista estetico, della moda, dei gusti e così via, insomma senza mai approfondire. Per fortuna c'è anche chi cerca di analizzare le vere ragioni e le vere spinte che fanno nascere passioni come la mia, e sarei molto felice di poter ricevere lettere e opinioni da tutte voi ragazze che magari mi state leggendo.
Bene, a questo punto vi racconto una piccola avventura avuta qualche mese fa. E’ una storia in sintonia con un un tema piacevole, femminile, non privo di fascino e che comunque, almeno a me, dà molte soddisfazioni sia mentali che fisiche. La mia piccola malattia per i tacchi a spillo (e per molte altre cose, dagli abiti a quelle che amo indossare sotto agli abiti: cose che siano belle, raffinate e intriganti, che mi diano piacere per il semplice fatto di portarle, che soddisfino il mio gusto personale anche se spesso quasi nessuno le vede) fa parte di ciò di cui mi piace scrivere, e continuare questo piccolo diario è piacevolissimo. A chi, senza sembrare perlomeno una ragazza un po' strana, potrei confessare il fascino e il gusto che mi dà la mia voglia di portare tacchi altissimi?
Adesso vi racconto la mia prima vera uscita con un paio di decolleté dai tacchi alti 6 inches, quindici centimetri e passa. Roba da matti? Può anche darsi, però mi sono proprio divertita.
Ecco qui la mia prossima follia, i tacchi più assurdi che sia possibile trovare:
sono alti 7 pollici, ovvero 17,5 centimetri, e li ho già comprati in California...E' successo la settimana scorsa. Da un paio di giorni avevo in programma una serata con un gruppo di amici (io, altre due ragazze e tre ragazzi) e già da quando avevo confermato la mia disponibilità avevo pensato che sarebbe stata la volta giusta per fare quello che mi ripromettevo da tanto: avere il coraggio di mettermi i miei tacchi impossibili, quelli che fino a quel momento avevo indossato una sera dell’estate scorsa a New York e poi solo in casa.
La prima operazione è stata quella di scegliere l'abito giusto. Dopo lunghe esitazioni ho deciso per un tailleur nero molto elegante, quasi da signora: giacca aderente e che segna bene la vita, gonna corta e stretta, e sotto una camicetta di seta nera abbastanza trasparente, se si toglie la giacca, da lasciar intravvedere il reggiseno, naturalmente anch'esso nero. Detto così sembra chissà che cosa, ma una volta indossato è chic e discreto al punto giusto, anche se non privo di quellla famosa aria intrigante che adoro. Ho fatto le prove in casa, ho camminato su moquette e su parquet perfettamente calma e sicura, mi sono guardata e riguardata in tutti gli specchi possibili, e alla fine ho deciso che obiettivamente andava tutto alla perfezione.
I guai sono arrivati quando, arrivato il momento, sono uscita dal portone. Erano le nove, io abito in un quartiere elegante, per strada non c'era nessuno e non avevo nessuna fretta. Beh, appena ho cominciato a fare sul marciapiede i venti metri necessari per arrivare alla mia macchina sono improvvisamente caduta nel panico. Ho sentito le caviglie arcuarsi in maniera impossibile e mi sono accorta che ero così nervosa che i tacchi, una volta lasciata la "sicurezza" di casa mia, mi proiettavano in avanti, tanto che provavo il bisogno di aggrapparmi a qualcosa o a qualcuno per non cadere. "Non ce la faccio. Muoversi su tacchi così alti non è semplice, e per farlo serve una concentrazione pazzesca che tu in questo momento non hai": è la prima cosa che lì per strada, da sola, mi sono detta.
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Le prime foto dei miei primi tacchi da 7 pollici... Per fortuna sbagliavo, e la crisi è durata pochissimo. Mi sono fermata al centro del marciapiede, lontana da qualsiasi cosa che potesse darmi sostegno, ho chiuso gli occhi e ho ragionato. Poi mi sono data un ordine: "Rilassati, sei troppo tesa. Respira profondamente contando fino a dieci, pensa ad altro, magari a come sarà divertente la tua prima serata in giro con un paio di tacchi del genere. Quando sarai rilassata camminerai senza problemi. Poi la tensione tornerà, ma sarà di tutt'altro genere, positiva".
Incredibile ma vero, la cosa ha funzionato e in un minuto (magari saranno stati due) sono tornata normale. Passo dopo passo e aumentando man mano il ritmo, sono arrivata alla macchina con sicurezza e senza neanche accorgermene. In quei venti metri, per di più, sono passata davanti a una vetrina che anche di notte riflette molto bene le immagini e ho rallentato, fermandomi e facendo alcuni passi indietro per guardarmi bene. L'immagine era molto confortante: le mie gambe erano ancora più slanciate del solito, i polpacci snelli e senza ombra di muscoli sgradevolmente tesi, e così le cosce. Insomma mi sono trovata stupenda e a un certo punto, dopo aver fatto un paio di giravolte, ho sentito dentro di me un fuoco che non avevo mai sentito prima, e nella vetrina mi sono vista sorridere con aria molto orgogliosa. Ultima sensazione: mi sono accorta che con quei tacchi avevo i glutei ancora più sodi e alti del solito.
Insomma mi sono abituata subito, anche se confesso che alla fine della serata, verso le tre, ero abbastanza stanca. Ma tutto è stato bellissimo, e sono riuscita a portare i miei tacchi da 15 centimetri per cinque o sei ore di seguito con tanta naturalezza che nessuno si è accorto (o almeno non me l'ha fatto notare) della loro altezza obiettivamente così esagerata. Solo una delle due ragazze che erano con noi, al ristorante, mi ha detto a bassa voce: "Che belle le tue scarpe… ma non è difficile camminare con tacchi tanto alti?". E io: "Macché difficile, perché non provi anche tu?"
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Avete idea di cosa vuol dire camminare su un paio di tacchi così estremi? E' stancante, sì, però diventa subito un eccitante divertimento Il momento più divertente è venuto nel locale dove siamo andati dopo cena per bere qualcosa e ballare. All'inizio avevo un minimo di imbarazzo a ballare, soprattutto perché non volevo sembrare una ragazza che ama mettersi in mostra con qualcosa di particolare. Così mi sono imposta di rifare il ragionamento che avevo fatto appena uscita di casa, e pian piano ho tirato le somme: fino a quel momento mi ero mossa in maniera molto naturale, e se avessi ballato sarebbe stato uguale e nessuno avrebbe fatto caso ai miei tacchi.
E' stato proprio così. Nel locale faceva caldo, e dopo un po' mi sono tolta la giacca del tailleur senza preoccuparmi della trasparenza della camicetta e mi sono lanciata. A parte il fatto che con i miei 15 centimetri di tacchi ballavo benissimo, anzi meglio del normale e con maggior carica, è andato tutto bene e ho avuto molti complimenti, da ragazzi e da ragazze, della serie "sei più bella del solito", "ti vedo raggiante", "stasera sei in splendida forma" e roba del genere. Mentre ballavo mi hanno guardato le gambe in parecchi, ma questo succede sempre, e poi so di essere una bella ragazza e di non passare inosservata. Per tirare le somme, è stata un'esperienza che mi ha riempito di entusiasmo, mi ha dato molte emozioni e mi ha regalato l'ultima dose di sicurezza della quale avevo bisogno.
Ciao da Isabel. Vi piace la farfallina? La sensazione più curiosa l'ho avuta quando sono tornata a casa, dopo le tre, e ancora vestita ho voluto fare una prova togliendomi le scarpe e cambiandole, per vedere la differenza, con un paio di quelle con i tacchi da 13 centimetri che porto quasi abitualmente. Nel momento in cui le indossate ho avuto la strana impressione di essere quasi a piedi nudi, poi mi sono guardata allo specchio e ho capito che anche due soli centimetri di altezza fanno una differenza enorme e danno alle gambe, al tono generale e all'intero corpo una dimensione diversa. Come dire che i tacchi "normali" non hanno poi tanto pepe e finiscono per trasmettere sempre meno, quando ne hai provati di più alti, quelle speciali sensazioni che ti davano ai primi emozionanti incontri. Provare per credere.
Per concludere, portare tacchi altissimi oltre a presupporre un certo atteggiamento psicologico e mentale è anche una questione di abitudine, e quando l'hai fatto una volta non è facile tornare indietro. E' come se i tacchi fossero una parte di te: ti danno una tensione fisica piacevolissima, ti fanno muovere in maniera eccitante non tanto per gli altri quanto soprattutto per te stessa, ti danno un'aggressività incredibile. Per dirla in maniera molto banale, ti fanno sentire ancora più donna.
Certo adesso dovrò stare attenta a non abituarmi troppo e a non prendere il vizio, perché non si può girare giorno e notte con un paio di tacchi da 15 centimetri. Però è bellissimo, tanto che qualche sera dopo, per andare al cinema, li ho indossati di nuovo. E anche seduta, al buio e guardando il film, mi sono sentita più felice del solito. E' anormale che una cosa del genere mi piaccia tanto anche se fortunatamente non è ancora diventata una vera fissazione? Devo disintossicarmi subito o non ho ancora bisogno di preoccuparmi?
La storia poi continua, perché tre mesi fa sono andata in California e in un particolare negozio di Los Angeles ho trovato, sorpresa, quello che non credevo potesse esistere: un paio di decolleté di vernice nera con i tacchi a spillo sottilissimi e alti 7 pollici, ovvero 17 centimetri e mezzo. Per ora li ho provati soltanto in albergo e a casa, e devo dire che è stata una faticata anche se la prima volta, dopo un’ora, ho già cominciato ad abituarmi. Ma adesso si prospetta l’idea di uscirci, e già mi vengono i brividi: un po’ di paura e un po’ di eccitazione, come al solito.
Fra poco ve lo racconterò, ma prima aspetto che mi scriviate: voglio leggere le vostre parole, i vostri commenti, le vostre opinioni. Vi aspetto. La mia e-mail è in fondo alla pagina principale, non lo dimenticate.
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