Siete sorpresi da questa immagine non proprio castigatissima? Beh, io sono così e non è colpa mia. Ho 25 anni, sono bionda, sono alta un metro e 70, peso 50 chili, ho la vita sottile e le curve giuste al posto giusto, la mia taglia è il 42 (o il 44, a seconda dei modelli), porto il 39 e le mie gambe sono lunghe, snelle e molto ben proporzionate. Insomma sono bella (non lo dico io, me lo dicono tutti, uomini e donne) e non ho proprio nulla di cui potermi lamentare, compresa la vita sentimentale.
Dal mio "debutto" a oggi ho fatto
passi da gigante e mi sono abituata a portare regolarmente tacchi molto
alti e sottili senza mai avere problemi di equilibrio o di portamento,
né fastidi fisici, né dolori, né storte né
altro. E la mia passione man mano è lievitata. Quattro anni fa la
prima sorpresa: in un negozio di Parigi (ho ancora la busta nella quale
misi i miei acquisti: si chiamava City 55 ed era al numero 55 di rue de
la Chaussee d'Antin) ho trovato dei deliziosi decolleté dai tacchi
alti 13 centimetri e mezzo, ho scoperto di poterci camminare perfettamente
e ne ho subito comprate tre paia, due di vernice (nera e grigio-madreperla)
e una di pelle rosso bordeaux, pagandole anche parecchio. Mi piacevano
e mi facevano sentire così bene al punto che le ho indossate tutti
i giorni per mesi, alternando solo i colori, e confesso che da allora ho
praticamente relegato in un armadio le scarpe che avevo prima, con tacchi
da 10 o 11 centimetri. Ai decolleté presi a Parigi ho poi aggiunto,
via via, altre scarpe dal tacco molto alto comprate in negozi di Roma e
di Milano, nei quali ormai è sempre più difficile, chissà
perché, trovare qualcosa di davvero carino, nuovo ed eccitante.
Dalla mia scoperta di Parigi in
poi, in ogni viaggio che faccio non rinuncio mai a una piccola ricerca,
e due volte, poco tempo fa a Londra e a New York, ho commesso la follia di comprare due
paia di decolleté e un paio di sandali tutti dai tacchi a spillo
alti 6 inches, cioè 15 centimetri: quelli che molti definiscono
"impossibili", e per di più con il puntale del tacco di metallo,
che è un po' sdrucciolevole, lo ammetto, su pavimenti di marmo o
senza moquette.
In entrambe le occasioni ho provato
subito i miei nuovi tacchi a spillo, sia nei negozi che con maggior tempo
appena tornata in albergo, e ho scoperto con meraviglia che indossarli
non è poi così difficile, almeno per me. Certo non sono scarpe
con le quali posso uscire regolarmente (ma ogni tanto non resisto alla
tentazione e lo faccio, naturalmente con abiti molto chic), però
è piacevolissimo portarle per ore in casa, sia da sola che magari
in occasione di una particolare serata a due, e con appena un minimo di
attenzione si riesce a camminare bene e in modo molto naturale.
Detto questo, torniamo al lato psicologico.
A prescindere dall'equilibrio, dal portamento, dalla femminilità
che esaltano e così via, tutte verità sacrosante, per me
i tacchi altissimi sono soprattutto, come ho già detto, una fonte
di piacere. Su 13 o addirittura 15 centimetri di tacchi io mi sento più
bella, più donna, più completa e più sexy non soltanto
quando esco ma persino quando sto a casa da sola. Il modo in cui i muscoli
e i tendini delle gambe si adattano alla situazione (e io non ho gambe
particolarmente muscolose: sì, faccio ginnastica, ballo, nuoto e
mi piace sciare, ma senza nessun fanatismo perché odierei rovinarmi
il corpo con i muscoli in evidenza) rende la figura più armoniosa
ma anche più scattante, più affascinante.
Un esempio? Tempo fa un ragazzo
che era nella mia macchina mentre guidavo (quel giorno avevo minigonna,
calze nere e i miei fedeli tacchi a spillo) disse che trovava stupenda
l'immagine della mia gamba destra, quella che vedeva meglio dal suo sedile,
nei momenti in cui premevo sul pedale del freno. Più tardi, per
capire meglio, appena fui a casa mi misi seduta davanti allo specchio e
ripetei il movimento senza togliermi le scarpe, premendo forte la punta
del piede destro contro un divano come se fosse il pedale del freno. Beh,
quel ragazzo aveva ragione: il gesto rendeva la mia gamba più "nervosa",
più viva, insomma più bella. E quando mi alzai in piedi mi
resi conto che camminare su un paio di tacchi a spillo come quelli che
indossavo portava allo stesso, identico risultato.
La prima conclusione? Almeno per
me l'effetto psicologico provocato dal semplice fatto di salire su 13 o
anche 15 centimetri di tacchi è quello di una miracolosa medicina
per il fisico e per l'anima: regala sicurezza e fiducia in sé stesse,
oltre a un corpo più bello e a un modo molto più attraente
di camminare, di muoversi e di vivere. Forse la mia è una malattia,
forse non è molto normale sentirsi bene come mi sento io non appena
salgo sui miei tacchi altissimi e sottili, però sta di fatto che
la cosa funziona. E a parte la mia "malattia", che comunque non fa male
a nessuno e tantomeno a me, io mi considero una ragazza normalissima, assolutamente
non volgare, assolutamente non poco seria e per di più con due fortune:
quella di essere bella e quella di aver scoperto un modo per sentirmi ancora
più bella e, perché no, più seducente.
(1/continua)
Mi
piacerebbe molto che commentaste questi miei racconti. Se avete la mia
stessa passione, quindi, scrivetemi: sarei felice di aprire una pagina
dedicata alle vostre impressioni. Aspetto la vostra mail. Il mio indirizzo:
isabel033@yahoo.com
Un'ultima annotazione: Ogni volta che
vado in centro passo un’ora, fra uno shopping e l'altro, a osservare i
piedi delle altre ragazze. Beh, rimango sconcertata vedendo un mare di
scarpe orribili, dai decolleté con tacchi quadrati e sgraziati agli
scarponi stile militare con la suola carroarmato di gomma, dalle scarpe
da joggin piene di lacci e di scritte fluorescenti ai tremendi stivali
con la zeppa alta quattro dita e il tacco massiccio. Le scarpe decenti
sono meno del 10 per cento, quelle che porterei io una su mille. o forse su duemila. Che si può fare per migliorare una situazione
esteticamente così poco gradevole?