Paula Smole Ha venticinque anni e fa la modella. Con tali premesse ci sarebbe da aspettarsi una vita scintillante e frenetica. Invece, chiacchierando con Paula Smole, ci si accorge di avere davanti una ragazza tranquilla, sempre sorridente, che ama passare il tempo libero a casa a leggere un buon libro di fantascienza. Paula Smole Martinez è nata il 16 maggio del '74 a Santa Cruz De Tenerife, sotto il segno del Toro. Non pensava che sarebbe diventata una modella, ma i suoi studi avevano comunque qualcosa a che fare con l'arte. «Studiavo architettura», attacca timidamente Paula, «ma a diciotto anni ho cominciato a fare la modella». Per forza! Con la sua altezza (1 metro e 76 centimetri), certe misure (88-60-88) e l'eleganza del suo portamento, non avrebbe potuto sottrarsi a un tale destino...
Destino che alla fine l'ha portata a Milano, a sfilare per l'agenzia Flash. «Ho la fortuna di lavorare con grandi stilisti: Ferré, Fendi, Dolce & Gabbana, Pignatelli, Ungaro, Genny».
Qual è stata la meta del tuo primo viaggio di lavoro?
«Madrid. Volevo vedere se ero in grado di fare questo mestiere».
La risposta ovviamente è stata positiva.
«Anche per merito di un bravo “booker”. È stato lui a propormi di venire a lavorare a Milano. Ho accettato volentieri perché in Spagna avevo fatto una campagna per una linea di lingerie e non potevo più fare un passo senza vedere le mie foto che tappezzavano la città».
Da bambina avresti mai pensato che la tua strada sarebbe stata la passerella?
«Veramente no. Ma ora sento che la moda è il mio mondo, e forse c'è dell'altro...».
Da tre anni a questa parte vivi a Milano. Sei rimasta solo per lavoro?
«Veramente, ho un fidanzato milanese... Mi trovo bene qua».
Già, il tuo fidanzato “segreto”. È vero che vorrebbe che ti facessi crescere i capelli?
«Sì, ma lunghi li ho avuti solo da bambina, adesso mi piacciono così. È bellissimo non avere il problema di tenerli sempre in ordine, pettinarli, asciugarli».
E poi quell'aria sbarazzina che ti danno ha conquistato molti.
«Prima di tutto la Fiat, che mi ha scelto per la campagna pubblicitaria della scorsa estate. Volevano un'immagine semplice, giovane, spensierata. Io sono piuttosto birichina...».
Anche a “zio Luciano” sei piaciuta per gli stessi motivi?
«Rispoli mi ha chiamato per un provino. Diceva che avevo un'irresistibile sorriso spagnolo e la risata buffa di un'adolescente...».
Qual è il tuo ruolo in “tappeto volante”?
«Mi occupo della parte che riguarda la moda e poi presento l'orchestra».
Com'è nei tuoi confronti “zio Luciano”?
«Per me è come un nonno, come si dice, forse è meglio, come un padre... Insomma, mi piace tantissimo».
Anche lavorare in tv ti piace?
«È un'esperienza unica. La tv è interessante perché ci lavora gente più matura di quella che conosci facendo il mio mestiere».
Finita questa esperienza pensi che continuerai a fare la televisione?
«Potrei presentare Sanremo l'anno prossimo! Di sicuro continuerò a fare la modella».
Ora riesci a farlo comunque?
«Certo. Registriamo a Roma soltanto il martedì, gli altri giorni faccio il mio lavoro come sempre».
Sfilare per te è...
«Una cosa normalissima. Quando indosso dei bei vestiti e cammino sulle passerelle sono molto tranquilla, credo che sia un dono di natura».
Dopo il piccolo schermo, ti vedremo anche sul grande?
«Mi piacerebbe avere la possibilità di mettermi alla prova anche sul set. Adoro il cinema».
Pare che tu abbia incantato Pedro Almodovar. È vero che lui ti ha promesso una parte nel suo prossimo film?
«Ci siamo conosciuti ad una festa, durante una vacanza a Marbella. E pensare che non volevo nemmeno andarci, non mi piace la mondanità. Poi qualcuno ci ha presentato, io ero emozionatissima. Mi ha detto che sono una ragazza allegra, spiritosa e che lo ha colpito la mia personalità. Lui è un grande, racconta le cose in modo straodinario!».
Però so che ti piacerebbe lavorare anche con un italiano...
«Certo, con Leonardo Pieraccioni. A lui piacciono le spagnole magre con i piedi belli...».
Cosa mangi?
«Pizza, spaghetti e risotto alla milanese».
Cosa sogni?
«Una casetta al mare, un marito e due bambini».
Che cosa ti aspetti dall'anno 2000?
«Che con me sia buono come quello appena finito».
Le foto.