I comunisti italiani e l'Urss
L'Italia e la Guerra Fredda, il conflitto che per cinquant'anni ha diviso l'Europa
Budapest 1956: la folla abbatte la statua di Stalin
Il primo, provvisorio muro di Berlino viene innalzato in una notte
La porta di Brandenburgo e il muro
San Francisco (California) il leader sovietico Mikhajl Gorbaciov parla in pubblico durante il suo tour degli Stati Uniti
Gorby e Reagan a Ginevra, durante il loro primo incontro
Piazza rossa, primo maggio, 1975
John Kennedy vince le elezioni presidenziali
Kennedy visita il muro durante il blocco: "I am a Berliner!"
La cagnetta Lajka vola in orbita attorno alla Terra a bordo del secondo satellite artificiale sovietico
Praga, 1968, le truppe del Patto di Varsavia stroncano la "Privamera" di Dubcek
Reagan, l'impero del male, le guerre stellari: la guerra fredda sta per finire
Budapest, i comunisti festeggiano dopo la presa del potere in Ungheria
* 28.6.1920: accordo tra centrsojuz e cooperative italiane che affida a queste ultime il monopolio dell'interscambio commerciale italo-sovietico. Centrsojuz si impegna ad informare le coop di ogni proposta o richiesta di altre aziende italiane, e ad agire in accordo con le coop. Il monopolio cade nel 1922, con la costituzione del "Rissuatorg".

* 19-22.8.1923: scambio di lettere tra il capo della delegazione commerciale italiana in Urss, Piacentini, e il ministro degli esteri Cicerin per la partecipazione dell'Italia alla Mostra dell'agricoltura dell'Urss con un suo padiglione.

* 1924: artisti russi partecipano alla Mostra d'arte di Venezia.

* 7.3.1924: l'Italia riconosce l'Urss de jure con uno scambio di note. Contestualmente viene concluso un Trattato di commercio e navigazione e una Convenzione doganale

* Aprile 1934, sotto la presidenza di Georgi Dimitrov, segretario del Comintern, si riuniscono a Mosca rappresentanti dei Pc italiano, austriaco e jugoslavo. I tre partiti riconoscono il diritto all'autodeterminazione del popolo sloveno e si impegnano a lottare per l'unificazione del territorio sloveno diviso tra Italia, Austria e Jugoslavia. Scopo originario era la creazione di una repubblica sovietica slovena che si federasse nello Stati confinante in cui avesse vinto il comunismo. L'accordo viene pubblicato nell'organo clandestino del Pci, Stato operaio, 1934, n.4, pp.349-351.

* 1939 (?): firma del Patto Molotov-Ribbentrop. Stalin ordina a tutti i partiti comunisti la cessazione immediata della propaganda antifascista. Reazioni disorientate del movimento comunista internazionale. Fine della politica dei "Fronti popolari".

* dicembre 1939 : l'Urss inizia la guerra contro la Finlandia (durerà tre mesi). Al contrario di Hitler, Mussolini si schiera a difesa della Finlandia, come gli Usa.

* Aprile 1941: la Jugoslavia crolla sotto l'invasione dell'Asse. Re Giorgio fugge a Gerusalemme, poi a Londra, dove gli iglesi assicurano agli jugoslavi che, dopo la guerra, avrebbero probabilmente "ottenuto dall'Italia ciò che la Jugoslavia avesse giustificatamente richiesto".

* 22.6.1941: Hitler invade l'Urss.

* Giugno 1941: Umberto Massola, detto Quinto, membro del CC del Pci, che vive a Lubiana dal 1940, ospite di comunisti sloveni, dopo l'attacco tedesco all'Urss rientra in Italia, dove assume la segreteria del Pci ad interim. Una parte dei primi aiuti finanziari gli viene fornita dai comunisti sloveni. Fino all'armistizio italiano dell'8.9.43, i contatti con Mosca passano attraverso i Pc sloveno e jugoslavo. Prima di partire per l'Italia, acconsente a che i comunisti sloveni fondino un loro partito e sezioni del Fronte di liberazione (OF), e penetrino nel litorale sloveno per lottare contro i nazifascisti assieme ai comunisti italiani. Insiste però affinché questi ultimi restino indipendenti, sotto controllo del Pci.

* Estate 1941: attivisti del Partito comunista sloveno penetrano nel litorale sloveno e vi fondano cellule del Fronte di liberazione (OF), malgrado i territorio fosse coperto dal Pci (Vedi voce precedente). Con i comunisti italiani viene stabilito che nell'entroterra e sul litorale abitato da sloveni, opererà solo il Pc sloveno, l'OF e le loro formazioni partigiane, mentre a Trieste, Muggia, Capodistria, Isola e Monfalcone potranno operare anche formazioni del Pci, ma sottoposte per il momento agli sloveni. I partigiani sloveni arriveranno in seguito a controllare la maggior parte del territorio. Il Comintern ratifica gli accordi: Stalin, quindi aveva approvato la creazione del Pc sloveno.

* 20.9/1.10.1941: prima conferenza Usa-Urss-Gb a Mosca.

* 7.12.1941: attacco giapponese a Perl Harbour.

* Dicembre 1941: Stalin accenna a Eden che dopo la guerra la Jugoslavia doveva essere compensata con parti del territorio italiano rivendicate da sloveni e croati. Eden risponde che la Jugoslavia doveva ottenere ciò che poteva chiedere con una certa fondatezza.

* Gennaio 1942, in una dichiarazione, il Pci riconosce il diritto all'autodeterminazione ed all'unificazione del territorio sloveno. In seguito sorgeranno controversie: il Pci si dirà d'accordo all'annessione alla Jugoslavia del litorale sloveno interamente occupato dai partigiani sloveni, ma non necessariamente di Trieste, Monfalcone e le città costiere dell'Istria, a maggioranza italiana. In queste città la popolazione doveva avere il diritto di scegliere lo Stato cui essere annessa. Il Pc sloveno chiede invece il litorale, Trieste e le altre città, più la "slovenia veneta" e altre parti della provincia di Udine. All'8.9.43, data dell'armistizio, i due Pc non avevano ancora raggiunto un accordo e le trattative continuarono.

* 26.5.1942: Urss e Gran Bretagna stringono un Trattato di alleanza.

* Estate 1942: il Comintern da Mosca invia due lettere al Pc jugoslavo, incitandolo a creare in Istria unità partigiane che sarebbero state appoggiate dal Pci e dal Pc croato. E' la prima indiretta autorizzazione a creare un Pc croato in Istria. La popolazione dell'Istria occidentale era italiana e i comunisti italiani erano ostili a una futura annessione alla Jugoslavia. Il Pci locale rifiuta quindi di unirsi alla lotta armata dei croati (peraltro pochi e deboli), a meno di un ordine del Comintern o di un accordo tra i CC dei due partiti. Alcuni lavoratori italiani si uniscono però ai partigiani croati.

* 12-15.8.1942: visita di Churchill a Mosca, che dice a Stalin che non verrà per ora aperto un secondo fronte in Europa.

* 8.11.1942: sbarco anglo-americano in Africa del Nord.

* Fine dicembre 1942: i comunisti italiani della venezia Giulia accettano di iniziare la lotta contro il fascismo. Nascono i comitati Delavka enotnost-Unità operaia preso i cantieri di Trieste, per reclutare partigiani e organizzare la lotta.

* Primavera 1943: Churchill invia i primi osservatori militari presso i partigiani di Tito. Il prestigio dei comunisti sloveni e croati ne è accresciuto.

* 25.4.1943: rottura dell'Urss con il governo polacco in esilio a Londra.

* 15.5.1943: viene sciolto il Komintern.

* Giugno 1943: il Pci organizza il comitato Litorale Trieste Pci e il Fronte nazionale d'azione, limitatamente alle città di Trieste, Muggia, Capodistria, Isola e Monfalcone, dove già operavaano le strutture comuniste slovene. Concause probabili: l'invio di osservatori britannici presso Tito, pressioni del Comintern, accordi tra i capi del Pci e del Pc sloveno.

* 10.7.1943: sbarco anglo-americano in Sicilia.

* 25.7.1943: caduta del fascismo in Italia, Mussolini agli arresti.

* 20.8.1943: Edvard Kardelj, esponente dei Pc sloveno e jugoslavo, comunica a Massolo-Quinto che il Fronte di liberazione sloveno avrebbe chiesto l'annessione di Trieste alla Jugoslavia, e chiede di discutere tale argomento con il Pci (fonte jugoslava)

* 7.9.1943: il Presidente Usa Roosevelt assicura all'ambasciatore jugoslavo, Konstantin Fotic, che dopo la guerra sarebbe stata riparata l'ingiustizia fatta alla Jugoslavia nel 1919.

* 8.9.1943: all'armistizio l'esercito italiano in Venezia Giulia si scioglie e i soldati fuggono in patria. In poche settimne Tito disarma sei divisioni italiane, le due in Montenegro vengono inquadrate in "Divisioni Garibaldi" e iniziano a combattere i tedeschi. Tito arma 80 mila uomini con le armi italiane, portando i partigiani in armi a 200 mila e diventando l'arbitro della situazione in Jugoslavia. (Churchill, pp. 761 e 768. "Italia-Urss. Pagine di storia", p.63). I partigiani sloveni inviano loro rappresentanti presso le unità italiane, assistiti da ufficiali di collegamento britannici. Convincono gli ufficiali a consegnar loro armi pesanti e leggere (gli italiani avevano ricevuto istruzioni in tal senso dall'alto comando alleato del Medio Oriente, vedi Fotitch) e invitano tutti a combattere contro i tedeschi. Molti lo fanno, portando con sé artiglieria e carri armati. I partigiani sloveni diventano così una forza militare, aumentano il loro numero fino a 6000 e occupano tutto il territorio, tranne Trieste, Pola e Fiume. I tedeschi però li sloggiano in poche settimane e occupano il territorio.

* 11.9.1943: il Fronte di liberazione del Litorale sloveno proclama l'annessione della Venezia Giulia alla Slovenia (e quindi alla Jugoslavia). Il 16.9. il Comitto sloveno di liberazione conferma la decisione. 12-13.9: riuniti a Pisino i delegati del Pci dell'Istria e del Pc croato stabiliscono che l'Istria doveva diventare croata e il Pci locale avrebbe formato una sezione autonoma del Pc croato e sezioni autonome del movimento di liberazione nazionale. Tutto iol movimento partigiano dell'Istria passa così sotto il controllo dei comunisti croati. 13.9.: il Comitato di liberazione croato dell'Istria proclama l'annessione dell'Istria alla Croazia; il 20.9. lo Zvanoh (Consiglio territoriale antifascista di liberazione popolare della Croazia) conferma. 23.11.: l'Avnoj (Consiglio antifascista di liberazione popolare della Jugoslavia) avalla le decisioni slovena e croata che mirano all'annessione dell'Istria e di tutta la Venezia Giulia (provincia di Udine compresa).

* 6.10.1943 (e poi 5.1.44): il CC del Pci protesta contro decisioni annessione Litorale sloveno e Istria a Jugoslavia, per non essere stato avvertito (ma sembra non fosse vero) e perché decisione prematura poteva fomentare nazionalismi slavo e italiano, a detrimento della comune causa antifascista. Inoltre, indeboliva la posizione del Pci nel Cnl, perch‚ passibilie di attacchi (avete venduto gli interessi italiani ecc). Seguono riunioni locali: il Pci rinuncia all'Istria, ma non a Trieste e Slovenia veneta. La questione viene sottoposta a Dimitrov, capo del Komintern, che il 28.3.44 risponde: questione prematura, se ne parlerà dopo la pace. I Pc jugoslavi per il momento desistono.

* 19-30.10.1943: Conferenza dei ministri degli Esteri dei tre Grandi a Mosca. Viene approvata una Dichiarazione sull'Italia: "al popolo italiano deve essere data ogni possibilità di stabilire istituzioni governative e di altro tipo, basate su principi democratici". Viene definito "essenziale che il governo italiano sia reso più democratico tramite l'inclusione di rappresentanti di quelle sezioni del popolo italiani che si sono sempre opposte al fascismo". I tre Grandi hanno il diritto di chiedere consultazioni sulle questioni italiane, ma nulla deve ostacolare "il diritto utimo del popolo italiano a decidere la propria forma di governo".

* 28.11/1.12.1943: Conferenza di Teheran. Gli Alleati concedono a Stalin una base aerea vicino a Bari per appoggiare le forze di Tito in Jugoslavia. Churchill si era convinto che i partigiani di Tito fossero gli unici a combattere seriamente i tedeschi. A Teheran propone dunque a Stalin (Roosevelt, informato, non prese parte attiva) l'unificazione dei cetnici alle unità titine. Tito si sarebbe impegnato a non combatterli se non per autodifesa e a non introdurre il comunismo in Jugoslavia. In cambio sarebbe stato l'unico ad essere riconosciuto e ad avere aiuti militari dalla Gran Bretagna. Tito e il governo regio in esilio avrebbero formato un governo provvisorio di coalizione. Stalin acconsente facilmente e fa pressioni sui titini. Churchill è convinto che Stalin consideri le cose in Jugoslavia come "minori", scrive che si decide a dare massimo appoggio ai partigiani e che, dietro insistenza di Eden, accetta di inviare una missione da Tito, ma desidera mantenere contatti con il governo di Mihailovic. In realtà, in un incontro con Gilas a Mosca (giu.'44), Stalin dice: "Non rifiutate per nessun motivo di incontrarvi con Subasic. Non attaccatelo immediatamente. Vediamo che cosa vuole. Parlate con lui. Voi non potete essere riconosciuti subito. Bisogna trovare il modo di ottenere ciò. Voi dovreste parlare con Subasic e vedere se potete raggiungere in quache modo un compromesso". Invita inoltre ad evitare ogni mossa che potesse far sospettare agli inglesi che i comunisti stavano tentando di prendere il potere. Ricorda la doppiezza degli inglesi che, dice, avrebbero potuto tentare di assassinare Tito. Tornato da Teheran, Churchill fa pressioni su re Pietro II perché sciolga il governo e riconosca Tito come unico capo partigiano. Poi ordina di sospendere gli aiuti ai cetnici e di assegnarli ai partigiani. Nei primi mesi del 1944 informa Tito di questi cambiamenti.

* 12.12.1943: Urss e Cecoslovacchia stringono un Trattato di alleanza.

* 9.1.1944: Prunas, direttore degli affari politici del Mae, incontra Vyshinskij (rappresentante in Italia), con cui si lamenta del "duro e dilettantesco" controllo Alleato. Vyshinskij gli garantisce appoggio, ma chiede l'allargamento del governo Badoglio ai comunisti.

* 4.3.1944: Dopo l'approccio di Prunas, l'ambasciatore Bogomolov comunica a Badoglio che "Mosca è pronta a riprendere le relazioni" con uno scambio di "rappresentanti ufficiali". Intanto chiedono una base aerea in Puglia. Contestualmente ai contatti per riallaciare le relazioni, Badoglio chiede a Mosca notizie sui prigionieri di guerra italiani e la possibilità di conoscerne l'esatto recapito. L'ambasciatore Bogomolov dà assicurazioni al riguardo.

* 13.3.1944: riallacciate ufficialmente le relazioni Italia-Urss (Stalin è il primo a riconoscere il governo Badoglio). Comunicato esultante del governo Badoglio. Gli Alleati s'incazzano: non avete il diritto di stringere relazioni con nessuno senza il nostro permesso

* 4.4.1944: accordo tra Pci e Pc sloveno (poi anche con Cln Milano) che soprassiede su questione territoriale, ma stabilisce forme e metodi di collaborazione nella lotta anti-tedesca. Le formazioni partigiane italiane restno indipendenti, come anche le strutture del Pci. Lo stesso vale per gli sloveni.

* Aprile 1944: si forma la brigata Garibaldi Triestina, che combatterà in seguito (marzo 1945) sotto il comando del IX korpus dei partigiani sloveni unificandosi con la Garibaldi-Natisone. Viene creato in Istria il battaglione partigiano italiano Pino Budicin, che viene aggregato alla prima brigata partigiana dell'Istria Vladimir Gortan e in seguito alla 43esima divisione.

* 17.5.1944: Re Pietro II cede alle pressioni di Churchill, scioglie il governo di Bozidan Puric e, il primo giugno, nomina primo ministro Ivan Subasic con l'incarico di formare un nuovo governo. Nel frattempo i tedeschi in ritirata dalla Grecia schiacciano le forze partigiane in Bosnia e Tito fugge su un aereo inglese a Bari. Da lì viene portato con un cacciatorpediniere inglese sull'isola di Lissa, dove stabilsce il suo quartier generale protetto dalla marina inglese.

* 6.6.1943: sbarco Aleato in Normandia.

* Prima metà di giugno 1944: il generale Cadorna viene paracadutato dagli alleati in alta Italia per prendere il comando del Corpo volontari della libertà (formazioni partigiane unificate dei partiti del Cnl).

* 8-9.6.1944: una delegazione del Fronte di liberazione sloveno si incontra a Milano con il Cnl Alta Italia. Il Cln di Trieste, invitato, non riesce ad inviare per tempo i suoi delegati. Gli sloveni dichiarano di considerare la Venezia Giulia territorio jugoslavo, in base al decreto dell'Avnoj del novembre 1943. Il Cnlai acconsente alla cessione delle zone prevalentemente abitate da sloveni e croati, ma non accetta l'applicazione del decreto a tutta la regione chiedendo un diritto analogo agli italiani. Il problema dei territori a composizione etnica mista doveva essere risolto dopo la guerrain base ai principi dell'autodeterminazione e della composizione etnica. Il Cnlai accetta la collaborzione contro il comune nemico nazi-fascista su un piano di parità e fa affiggere in Veezia Giulia un manifesto con la propria posizione, esortndo gli italiani alla collaborazione con gli slavi contro il fascismo. Il Cln di Trieste (comunisti esclusi) protesta fermamente, sostenendo che tutta la Venezia Giulia doveva restare italiana. Se il Clnai non avesse accettato questo principio, il Cln di Trieste si sarebbe sentito libero di troncare i rapporti.

* 16.6.1944: Subasic si reca da Tito a Lissa e conclude un accordo che prevede 1) il riconoscimento dei partigiani come unico movimento di resistenza; 2) la sottomissione al comando di Tito di tutte le formazioni di guerriglia; 3) re Pietro non deve tornare in Jugoslavia prima della fine della guerra; 4) dopo la guerra il popolo jugoslavo sceglierà liberamente con libere elezioni la forma di governo e il futuro ordinamento sociale ed economico; 5) Subasic deve formare un nuovo governo composto di elementi democratici prograssisti che accettino l'accordo; 6) in seguito sar… composto un governo di coaizione che comprenderà membri del governo in esilio e dell'Avnoj (Antifasisticko Vijece narodnog Oslobodenja Jugoslavije, Consiglio antifascista per la liberazione popolare della Jugoslavia: è il governo partigiano creato nel novembre del 1942 a Bihac, in Bosnia).

* Giugno 1944: sei battaglioni garibaldi del Friuli orientale formano la brigata Garibaldi-Natisone, che in settembre si unisce ai partigiani cattolici-realisti della brigata Osoppo (brigata Garibaldi-Osoppo).

* 12.7.1944: Subasic forma il nuovo governo regio in esilio, formato da due serbi, due croati e due sloveni.

* 23.7.1944: liberazione di Lublino (Polonia), viene insediato il "Comitato di Lublino) in contrapposizione al governo polacco in esilio a Londra.


* 16-19.7.1944: seconda riunione a Milano tra Cnl Alta Italia, Cln Trieste e Fronte di liberazione sloveno. Il Cln Trieste (ad eccezione del delegato del Pci) si rifiuta di riconoscere la cessione alla Jugoslavia delle zone abitate prevalentemente da slavi, ma accetta il principio etnico e quello dell'autodeterminazione. Si decide che il confine sarebbe stato determinato dopo la guerra sulla base di questi principi. Cooperazione nella lotta contro i nazi-fascisti. La direzione delle attività belliche spettava al Cln nel Friuli, e al Fronte di liberazione sloveno nelle zone slave. A Trieste e nelle città litorali, si sarebbero creati dei comitati di coordinamento su base paritetica, che dopo la guerra avrebbero assunto l'amministrazione come autorità provvisorie. Gli sloveni sostengono di non poter parlare a nome dei croati. Gli italiani capiscono allora che gli jugoslavi non vogliono parlare dell'Istria, già sotto il loro controllo in base all'accordo con il Pci di aprile.

* 25.7.1944: rifugiati della Venezia Giulia costituiscono il Comitato giuliano, in difesa del confine prebellico.

* 7.8.1944: Il nuovo capo del governo italiano, Bonomi, scrive a Stalin lamentandosi del regime Alleato, esprimendo simpatia per l'Urss e volontà di cooperare con Usa, Francia, Jugoslavia e Gran Bretagna (nell'ordine). Dice che l'epurazione dei fascisti è in corso, che il suo governo è "perfettamente" aderente alla dichiarazione di Mosca (30.10.43) e formato da soli antifascisti. Ricorda le proposte avanzate per "l'utilizzazione dei prigionieri di guerra" in Urss.

* 10-13.8.1944 (?): Tito e Subasic si incontrano con Churchil in Italia. Churchill chiede a Tito se si sarebbe incontrato con re Pietro II (non si opponeva, ma per il momento preferiva evitarlo) e quale sarebbe stato il sistema politico in Jugoslavia nel dopoguerra. "Tito mi assicurò che, come aveva affermato pubblicamente, egli non aveva alcun desiderio di introdurre il sistema comunista in Jugoslavia... Chiesi a Tito se avrebbe ripetuto questa affermazione sul comunismo in pubblico, ma non desiderò farlo perché poteva sembrare che ci fosse stato costretto". Viene stabilito che la marina e l'aviazione regie jugoslave, fino a quel momento operanti sotto comando britannico, sarebbero passate sotto il comando di Tito. Tito favorevole al piano di sbarco in Istria. In realtà Dedijer scrive: "Quanto al nostro atteggiamento riguardo a tale invasione, esso è abbastanza chiaro: se lo sbarco ha lo scopo di indebolire l'invasore (i tedeschi), noi collaboreremo con tutte le nostre forze. Ma se invece gli inglesi sbarcassero con notevoli forze per stroncare il nostro movimento, dopo che noi abbiamo scacciato il nemico e abbiamo colpito coloro che hanno aiutato i tedeschi, allora ciò costituirebbe un intervento, un tradimento dei principi basilari della carta Atlantica e dei nostri diritti nazionali, un attacco alla nostra indipendenza, e noi dovremmo resistere". Il 10.8. Tito si incontra con il generale Henry M. Wilson, comandante Alleato nel Mediterraneo. 11.8: sul lago di Bolsena Tito incontra il maresciallo Harold Alexander, allora comandante dell'VIII armata britannica. Viene deciso che le truppe jugoslvae avrebbero incontrato quelle Alleate su una linea che passava genericamente a Nord di Fiume; il porto di Fiume e il territorio a oriente di questa linea sarebbero pssato sotto il controllo di Tito, gli Alleati avrebbero occupato la Venezia Giulia (la linea probabilmente seguiva la ferrovia tra Fiume e il Nord, lasciando a Tito solo il distretto di Postumia). 12.8: Tito vede Churchill, ma non discute del confine. 13.8: Tito riceve dal generale James Gammel, capo di Stato maggiore del generale Wilson, un memorandum sulla Venezia Giulia, contenente l'intenzione del comando supremo Alleato "di imporre l'amminstrazione militare Alleata nel territorio soggetto all'Italia all'inizio della guerra, con il che veniva automaticamente a cessare la sovranità dell'Italia". Nel pomeriggio dello stesso giorno Tito e Subasic vedono Churchill per la seconda volta. I due protestano per il memorandum, dicono che il governo militare Alleato avrebbe implicato la prosecuzione dell'amministrazione italiana. Tito chiede che almeno gli jugoslavi partecipassero all'amministrazione Alleata. Churchill replica che ogni modifica territoriale andava approvata dal Presidente Us, contrario a cambiamenti in tempo di guerra, e che non bisognava scorggiare gli italiani, ormai cobelligeranti. Meglio rinviare alla Conferenza di pace. Quanto alla partecipazione jugoslava all'amministrazione militare Alleata, Churchill consiglia a Tito e Subasic di preparare una proposta comune. Tito resta insoddisfatto.

* 15.8.1944: il sottosegretario agli Affari esteri italiano, marchese Visconti-Venosta, allo scopo di sapere se Churchill avesse promesso parti dell Venezia Giulia agli jugoslavi, scrive al commissario capo interinale della Commissione alleata di controllo, capitano Ellery Stone, chiedendo di essere informato in anticipo sulle misure da adottare in Venezia Giulia al momento del crollo della Germania. Copia della lettera viene inviata all'ambasciatore britannico, sir Noel Charles.

* Agosto 1944: rappresentanti del governo italiano incontrano Miha Krek, rappresentante a Roma del governo regio jugoslavo. Ma gli Alleati avevano appena riconosciuto il governo di Tito, e gli italiani capiscono di dover contattare lui, per stabilire relazioni diplomatiche. Quello si nega, e gli italiani tentano di rivolgersi ai russi, che avevano promesso di aiutarli, ma ottengono solo un rifiuto.

* 21.8.1944: Churchill a Roma si incontra con Bonomi, Badoglio, Togliatti e i leader di tutti i partiti italiani. Di Togliatti scrive solo che era arrivato all'inizio dell'anno dopo un lungo soggiorno in Russia.

* 23.8.1944: terza ed ultima riunione del comitato antifascista di Trieste (a composizione mista). Il Fronte di liebrazione sloveno sostiene che il"territorio a composizione etnica mista" si limitava alle città di Trieste, Monfalcone, Muggia, Pirano, Isola e Capodistria. Il Cln sostiene invece di poter organizzare i comitati e unità partigiane anche nell'entroterra. Il rappresentante del Pci, Luigi Frausin, si schiera con gi altri italani. Poco tempo dopo viene arrestato dalle SS. Gli italiani sospettano una soffiata degli sloveni.

* 1944: Togliatti parla a Firenze della necessità di un "partito nuovo", di massa, "nazionale", con "funzione dirigente" nella "costruzione di un regime democratico". Mosca non condanna, ma diffida.

* 26.8.1944: Re Pietro II decreta lo scioglimento del comando generale di Mihajlovic e riconosce il maresciallo Tito come unico capo della resistenza. Il 12.9,in una trasmissione radio da Londra, esorta i popoli jugoslavi ad appoggiare l'esercito di liberazione del maresciallo Tito ed unirsi ad esso.

* 4.9.1944: terza e ultima riunione a Milano tra Cln Alta Italia e Fronte di liberazione sloveno. Le posizioni restano le stesse. Gli sloveni capiscono che gli italiani non avrebbero accettato le loro pretese territoriali. Decidono di indebolire il Cln.

* Inizio settembre 1944: vengono catturati dalle SS altri membri del Cln Trieste. I sospetti degli italiani sugli sloveni si rafforzano.

* 11.9.1944: il commissaro capo interinale della Commissione alleata di controllo, capitano Stone, risponde al sottosegretario Visconti-Venosta, scrivendo che il comandante supremo Alleato intendeva costituire un governo militare Alleato nelle province di Bolzano, Trento, Pola, Fiume, Trieste e Gorizia. Ma sottolinea che la sistemazione territoriale finale sarebbe stata decisa dopo la guerra. Nella Commissione erano presenti sia Usa che Gb.

* 12.9.1944: in un discorso a Lissa Tito ribadisce le rivendicazioni su Istria e litorale sloveno, senza specificare il futuro confine. Lancia uno slogan poi spesso ripetuto dagli jugoslavi: "noi non vogliamo ciò che appartiene ad altri, ma non rinunciamo a ciò che è nostro".

* 16.9.1944: il comando della divisione Garibaldi operante in Jugoslavia fa giungere all'Alto comando sovietico "sentimenti di esultanza e ammirazione" per l'ingresso dell'Armata rossa in Jugoslavia.

* 21.9.1944: all'insaputa degli inglesi, Tito lascia Lissa a bordo di un aereo sovietico, si ferma in Romania al quartier generale del maresciallo Tolbukin, e prosegue per Mosca dove incontra Stalin. I due stabiliscono che le truppe sovietiche avrebbero aiutato Tito a liberare la Serbia e Belgrado per poi ritirarsi dalla Jugoslavia.

* 22.9.1944: Benedetto Croce difende in un famoso discorso l'appartenenza italiana della Venezia Giulia. Le città, a schiacciante maggioranza italiana, sono i veri centri economici della zona, che non può essere separata dall'Italia. Il Trattato di Rapallo, con cui era stata riconosciuta l'annessione all'Italia della Venezia Giulia, era il risultato d'un compromesso che lasciava alla Jugoslavia la Dalmazia.

* 23.9.1944: il rappresentante del Fronte di liberazione sloveno a Milano annulla tutti gli accordi raggiunti in precedenza con il Cln Alta Italia, adducendo a pretesto gli attacchi subiti dal Fronte da parte di gruppi e individui dela resistenza italiana controllati dal Clnai. Dice però che il Fronte avrebbe continuato ad appoggiare le "vere" forze democratiche italiane.

* 9-18.10.1944: Conferenza di Mosca tra Churchill e Stalin. Churchill propone la famosa divisione percentuale dei Balcani in zone d'influenza: Jugoslavia e Ungheria fifty-fifty tra Urss e occidentali; Grecia 90% agli Alleati e 10% a Mosca; Romania al contrario; Bulgaria 75% a Mosca il resto agli Alleati. Stalin accetta.
* Il governo polacco in esilio incontra il "Comitato" di Lublino.

* Ottobre 1944: Gaetano Salvemini, più disposto al compromesso rispetto a Croce, difende la linea proposta dal Presidente Wilson nel 1919 alla Conferenza di pace di Parigi. Questa posizione sarebbe poi stata fatta propria dal governo italiano.

* 15.10.1944: Churchill costretto ad abbandonare il progetto di invasione dell'Istria, causa opposizione di Roosevelt e dello Stato maggiore Usa. Solo da poco si era reso conto del pricolo dell'avanzata comunista nell'Europa centrale e comincia a temere che Tito punti ad occupare tutta la Venezia Giulia.

* Metà ottobre 1944: accordo tra Togliatti e il rappresentante dei Pc sloveno e jugoslavo Edvard Kardelj. 19.10. Togliatti scrive ai capi locali del Pci. Dice che è utile alla causa del comunismo che l'esercito di Tito occupi tutta la Slovenia veneta per impedire l'avanzata alleata. Le formazioni partigiane italiane non sarebbero state quindi sciolte, ma inquadrate nell'esercito jugoslavo. Il Pci deve collaborare con i compagni jugoslavi dopo la liberazione per la formazione di un governo popolare. Nell'imminenza della vittoria, soprattutto e Trieste, la guida del popolo italiano doveva essere assunta da esponenti favorevoli alla collaborazione con il Fronte popolare soveno e l'esercito titino. A Trieste poteva operare il Pci, con una dirigenza comune con il Pc sloveno. L'accordo non parlava dell'Istria, cui il Pci aveva già rinunciato. Togliatti rifiuta tuttavia l'annessione di Trieste e Slovenia veneta: il loro destino finale doveva essere determinato dopo la fine delle ostilità. I Pc sloveno e croato sfruttano fino in fondo questa grande vittoria politica. A capo del Pci nella Venezia Giulia viene nominato un filo-jugoslavo, che chiede al Cln di riconoscere che la maggioranza della popolazione del litorale sloveno, compresi gli italiani, aveva domandato di essere unita alla nuova Jugoslavia democratica, e chiese che venisse accolto nel Cln un rappresentante del Fronte di liberazione sloveno. Le richieste vengono respinte, il Pci abbandona il Cln e favorisce la formazione di un comitato di coordinamento italo-jugoslavo comprendente tutte le forze antifasciste, tranne il Cln, che ne viene fortemente indebolito politicamente. Si indeboliscono quindi anche le speranze di una occupazione Alleata del litorale

* 20.10.1944: l'Armata rossa libera Belgrado, Tito vi stabilisce il suo quartier generale. Le unità partigiane vengono trasformate in esercito regolare jugoslavo.

* 25.10.1944: Il rappresentante del governo sovietico in Italia, Kostylev, informa il Mae della decisione di "ristabilire nella loro piena forma le relazioni diplomatiche con l'Italia".

* 4.12.1944: truppe inglesi reprimono le forze della resistenza comunista ad Atene.

* Fine 1944: Ferruccio Parri, capo del Cln Alta Italia, si reca a Roma e apprende con sorpresa le posizioni ottimistiche del governo sulla Venezia Giulia. Conoscendo la reale situazione sul terreno, dice che l'Italia sarebbe stata fortunata se avesse potuto mantenere il confine perfino sul fiume Isonzo. Questa soluzione avrebbe lasciato il Friuli all'Italia, e tutto il resto, comprese le grandi città, sarebbe passato alla Jugoslavia.

* dicembre 1944: la brigata Garibaldi Triestina si ingrossa talmente che viene formata la Brigata Garibaldi Fontanot, che combatte sotto il comando del VII korpus sloveno. La Garibaldi-Natisone si separa dai cattolici della Osoppo e si unisce al IX korpus sloveno.

* 9.12.1944: il Cln, riformatosi dopo l'arresto dei suoi precedenti membri, emana un proclama diffuso da radio e giornali in Italia, in cui si dice che i partiti democratici italiani avrebbero difeso la vecchia frontiera, garantendo autonomia culturale alle minoranze slovena e croata.

* Gennaio 1945: spinta dal Comitato giuliano, la stampa italiana rivendica il confine anteguerra. Inizia la polemica giornalistica tra Italia e Jugoslavia.

* 1945 (?): Congresso del Pci a Roma, Togliatti ripete le sue tesi sul "partito nuovo".

* 4-11.2.1945: Conferenza di Jalta. I tre Grandi decidono di raccomandare agli interessti l'applicazione immediata degli accordi Tito-Subasic. Il nuovo governo unitario avrebbe dovuto prendere in considerazione due richieste di Churchill: l'Avnoj, il "parlamento" della resistenza, andava ampliato con i deputati della vecchia Assemblea jugoslava che non si fossero compromessi con l'occupante, e le sue decisioni dovevano essere ratificate dalla futura Costituente. Il ministro degli Esteri britannico Anthony Eden propone una linea precisa su cui Alleati e titini si sarebbero dovuti incontrare nella Venezia Giulia, per evitare tensioni. Propone di lasciare agli Alleati Trieste e una linea di comunicazione con l'Austria attraverso Gorizia, e di lasciare a Tito, in base al principio etnico, il resto del territorio. Gi Usa, che volevano rinviare alla Conferenza le questioni territoriali, e l'Urss, che forse sperava in un'occupazione titina di tutto il territorio, non accettano. Si rinvia tutto. Frus non pubblica la carta, ma probabilmente la linea proposta da Eden correva un po' pi- a oriente della linea Morgan. Allarme del governo italiano. Da questo momento in poi gli occidentali capiscono che la Jugoslavia era entrata a far parte del blocco orientale. I ministri non comunisti nel governo di Belgrado iniziano a perdere peso.

* febbraio 1945: l'Italia riapre la sua ambasciata a Washington e inizia a premere per mantenere il confine orientale prebellico.

* 22-26.2.1945: il feldmaresciallo Alexander, ormai comandante supremo Alleato nel Mediterraneo, concorda a Belgrado le operazioni militari nella Venezia Giulia. Sottolinea la necessità che gli Alleati occupassero Trieste e i collegamenti ferroviari con l'Austria, lasciando sotto amministrazione militare Aleata tutta la Venezia Giulia ad occidente del confine italo-jugoslavo del 1939. Tito si dice d'accordo, ma dice che l'amministrazione civile già istituita dai partigiani doveva essere riconosciuta dalle autorità militari Alleate, di fronte alle quali sarebbero state responsabili. Alexander, di fatto ripropone la linea Eden, che andasse da circa 15 miglia a sud-est di Trieste verso nord e nord-est, passando ad est di Aidussina, Gorizia, Caporetto e Tarvisio fino al confine austriaco. Tito capisce che gli Alleati sono contrari a un'occupazione jugoslava di tutta la Venzezia Giulia e soprattutto di Trieste, e che solo con un'occupazione militare avrebbe potuto impadronirsi di tutta la Venezia Giulia. Allarme del governo italiano, che teme un accordo favorevole alla Jugoslavia.

* 7.3.1945: Tito, apprestandosi ad occupare la Venezia Gulia, costituisce il nuovo governo di coalizione, composto da lui (capo del governo) e da 28 ministri, solo cinque dei quali realisti. Subasic è il ministro degli Esteri. "Predominante era comunque la presenza della Resistenza e dei comunisti".

* 8.3.1945: il generale Karl Wolf, comandante delle SS in Italia, si incontra a Zurigo con Allen Dulles, capo dell'American Intelligence Service in Svizzera, con cui inizia a trattare una resa separata. Vivissime proteste dei russi, che temono un accordo per rallentare l'avanzata verso occidente dell'Armata rossa.

* Marzo 1945: Mussolini, convinto dal prefetto di Trieste Bruno Coceani, ordina di "prendere contatti con gli esponenti del comitato di liberazione, con tutti i partiti italiani, anche con i comunisti, pur di creare un blocco delle forze itaiane contro i disegni annessionistici degli slavi".

* Fine marzo-aprile 1945: Manifestazioni a Roma per il mantenimento della Venezia Giulia all'Italia. L'8 aprile scoppia una bomba davanti alla rappresentanza dei partigiani jugoslavi a Roma. Togliatti condanna le manifestazioni, ricorda che l'Italia fascista aveva attaccato la Jugoslavia, e dice che spettava all'Itaia stabilire rapporti pacifici ed amichevoli con la nuova Jugoslavia democratica. Belgrado lancia un duro attacco contro le manifestazioni, fomentate dai fascisti, e chiede l'epurazione degli elementi che mettevano in pericolo lo sforzo bellico e la pace futura. Usa, Gb e commissione militare Alleata in Italia confermano al governo italiano che le forze Alleate avrebbero occupato tutta la Venezia Giulia.

* 10-12.4.1945: una delegazione guidata da Tito e comprendente Subasic si reca a Mosca e stipula un Trattato di amicizia, reciproco aiuto e cooperazione postbellica" con l'Urss. Inizia la competizione tra le truppe Alleate e quelle titine per l'occupazione della Venezia Giulia.

* 12.4.1945: muore Roosevelt. Gli succede Truman.

* 13.4.1945: l'Armata rossa entra a Vienna.

* 21.4.1945: Trattato sovietico-polacco.

* 25.4.1945: inizia l'insurrezione partigiana in Alta Italia. Mussolini fugge da Milano. Le forze fasciste e tedesche iniziano la ritirata. Truppe Alleate e sovietiche si incontrano sulla Vistola.

* 27.4.1945: le truppe partigiane liberano Milano. Mussolini viene catturato al confine svizzero e fucilato il giorno dopo.

* 28.4.1945: il capo del Partito fascista triestino, Bruno Sambo, consegna al podestà Pagnini (uomo di Coceani) tutto l'arsenale in suo possesso. i fascisti repubblicani, unendosi al Comitato di salute pubblica, sostituiscono le proprie insegne (fasci, camicia nera e gladio) con il bracciale tricolore e con la normale uniforme dell'esercito italiano. Ma il piano di Coceani per la difesa di Trieste non si realizza a causa della mancata partecipazione del Cln: alcune unità fasciste quindi si sciolgono, altre si ritirano con i tedeschi aldilà dell'Isonzo.

* 29.4.1945: il generale Karl Wolf, comandante delle SS in Italia, firma la resa incondizionata delle truppe tedesche in Italia alla presenza di alti ufficiali americani, inglesi e russi.

* 30.4.1945: le truppe Alleate entrano in Milano liberata. A Berlino Hitler si spara per sfuggire alle truppe sovietiche che già combattono in città. A Trieste il Cln scatena una grande rivolta contro i tedeschi, dopo essersi impossessato delle armi che i fascisti avevano consegnato al podestà.

* 2.5.1945: entra in vigore la resa incondizionata delle forze tedesche in Italia.

* 2.5.1945: l'Armata rossa schiaccia la resistenza a Berlino. Capitolazione tedesca.

* 4.5.1945: scrivendo al ministero degli esteri Eden, Churchill delinea quello che sarà poi il quadro dell'occupazione sovietica dell'Europa centro-orientale, e la frontiera della guerra fredda. Della Venezia Giulia dice che "Stalin e Tito pretenderanno tutto quello che c'è ad Est dell'Isonzo".

* 8.5.1945: capitolazione della Germania.
Dal 1920 alla fine della Seconda Guerra Mondiale
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