Irish Pride

Questo sito vuole essere soltanto un contributo di un giovane che, non convinto della veridicità delle informazione filtrate negli anni attraverso tutti i vari mezzi di comunicazione in relazione ai c.d. "troubles" (letteralmente disordini) in Irlanda del Nord, ha deciso di approfondire direttamente la conoscenza dei fatti storici e delle realtà socio-economico-politiche in cui quei medesimi fatti si collocano ed ha scoperto che la sensazione che aveva - che, cioè, le cose non stavano proprio come venivano descritte - era esatta.

Da questa considerazione nasce quindi la necessità di far sapere la propria opinione, sgombrando il campo da tutti i falsi in circolazione, falsi che - come umilmente si cercherà di dimostrare - non hanno costituito altro che un tentativo di sviamento dell'opinione pubblica, strumentale alla salvaguardia di elitari interessi di una minoranza di "colonizzatori".

Cercherò di portare, quanto più possibile, prove concrete e reali a suffragio delle opinioni che esprimerò, in modo tale che esse non risultino quindi come semplici proclami al vento, magari secondo qualcuno anche ideologicamente orientati. Per raggiungere questo obiettivo credo che sia necessario mettere al disposizione del navigatore documenti storici, saggi, dati statistici etc...., insomma tutto ciò che lo possa aiutare a saperne di più.

Per ragioni di spazio - ma anche di tempo -, volendosi approfondire in particolar modo il periodo dei c.d. troubles, per forza di cose i richiami alla storia antica e millenaria dell' Isola di smeraldo non potranno che essere tali, e cioè solo dei richiami, essendo certamente più proficuo, per il fine che ci si è posti, approfondire maggiormente nel dettaglio la storia dell'ultimo secolo.

Mi scuso sin d'ora con chi riterrà le mie opinioni faziose e ideologicamente orientate; ma non posso fare a meno di rilevare come in qualsiasi conflitto c'è una parte che sicuramente è più nel giusto rispetto all'altra; in qualsiasi conflitto, di derivazione colonialistica e non, c'è un oppressore ed un oppresso; c'è chi lotta per l'indipendenza e la libertà e c'è, invece, chi a questi valori si oppone e li conculca. Qualsiasi persona dotata di coscienza sente quindi il bisogno di schierarsi a fianco di alcuni valori e contro chi i medesimi valori li combatte. Questo non deve però valere come una giustificazione di tutto ciò che è avvenuto e che avviene - speriamo ormai non più - in nome di ideali, seppur condivisibili, come l'indipendenza e la libertà. Ma nel condannare azioni che, certamente, non possono e non potranno essere giustificate sotto nessun aspetto, ritengo sia doveroso cercare di capire ciò che c'è dietro a ciò che, giustamente e con fermezza, si condanna e forse si scoprirà che non sempre i fatti stanno come si è voluto - per comodità di una parte - far sapere che stessero, anzi si potrà non difficilmente scoprire che, in realtà, le cose stanno in maniera diametralmente opposta.

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