Conferenza-Dibattito di Federico Scianò, giornalista
RAI TG1:
"Dalla democrazia enunciata al metodo democratico" (Pisa, 11 febbraio
1994)
Pier Luigi Maffei
INTRODUZIONE E CONCLUSIONI
Introduzione
Nel ringraziare tutti i presenti, sento di dover dire che la numerosa partecipazione
a questa conferenza è un giusto riconoscimento ai meriti del giornalista Federico
Sciano che ho conosciuto e potuto apprezzare in un convegno a Firenze, e che
ho potuto più volte ascoltare quando presenta “II Punto” in Rai Tg 1. Sciano
è stato ed è collaboratore di varie testate giornalistiche ed è stato corrispondente
dall’Estremo Oriente.
Mi permetto di intrattenervi pochi minuti prima di dare a lui la parola, perché
per noi, soci di “Metodo”, questa sera è stata anche il momento della presentazione
dell’attività che si intende svolgere nell’anno in corso. Seguirà una breve introduzione
sul tema di questa sera.
“Metodo”, portando avanti una attività iniziata nel 1987, prosegue con le sue
iniziative pur attraversando l’associazionismo un momento che non è dei più rosei,
con una crisi di partecipazione allo svolgimento delle attività di cui anche
la nostra Associazione ha risentito, sintomo di un disagio che è in tutto il
Paese per i noti fatti legati ad una diffusa crisi di valori e quindi di identità.
Pur non potendosi parlare di distacco, e del resto la vostra presenza stasera
è una testimonianza di interesse che ci conforta, sono evidenti i segni di una
preoccupazione che si è riversata anche sulla vita sociale.
L’augurio è che questa serata serva anche per ridare tono ad una attività che
è stata molto importante e significativa e alla quale non vogliamo assolutamente
rinunciare.
Per quest’anno è nostra intenzione uscire con tre numeri del periodico “Metodo”,
il primo dei quali sarà dedicato alla conferenza-dibattito di questa sera e ad
una relazione del sottoscritto invitato dal Vescovo di Fiesole, Monsignor Luciano
Giovannetti a svolgere una conferenza a Loppiano, il 14 dicembre 1993, sul tema:
“Uomo, Natura, Territorio ed Ambiente: un equilibrio da ritrovare”.
È nostra intenzione anche di dar vita al premio “Metodo” per nuove fiabe e novelle:
iniziativa alla quale diamo molta importanza perché porta le dovute attenzioni
sulla famiglia e sui bambini. Pensare alle loro esigenze, distrarli dalla assimilazione
continua della TV, ci sembra fatto di una fondamentale rilevanza.
Abbiamo inoltre da riprendere con continuità la rubrica radiofonica settimanale
in Radio Incontro, e da incrementare le nostre prese di posizione sulla stampa
locale, per far conoscere il nostro pensiero sui fatti locali e nazionali.
Questo per quanto riguarda l’attività di “Metodo” per il 1994.
Due parole ora sull’iniziativa di questa sera. La conferenza-dibattito dal titolo
“Dalla democrazia enunciata al metodo democratico” ripropone all’attenzione uno
dei temi presenti fin dal 1987, quando sui banchi del Consiglio Comunale di Pisa
sentivo quanto forte fosse il distacco fra i cittadini e coloro che li rappresentano
nelle istituzioni ed in politica.
Ciò ci fece capire la necessità di recuperare tale rapporto proprio sul piano
di un corretto metodo, di un corretto modo di stare insieme, di partecipare attivamente
alla vita pubblica, nelle istituzioni e nel momento politico. E nacque “Metodo”
che per noi vuoi dire anche ricerca di coerenza fra il dire e il fare, esigenza
di chiarezza di comportamenti, di rispetto reciproco.
Ma “Metodo” perciò vuol dire andare, in occasione delle prossime elezioni elettorali,
a votare per persone che sappiano rappresentarci adeguatamente, vuol dire andare
a vedere come i candidati agiscono, cosa fanno, come si sono fino ad oggi comportati,
se vivono di risorse che provengono dal loro lavoro, ecc.
Da qui il significato dell’iniziativa di questa sera, avendo inteso dare un nostro
contributo di idee ad un dibattito politico che deve essere civile ed intenso
per giungere preparati all’importantissimo appuntamento elettorale del 27 e 28
marzo prossimo venturo.
Occorre infatti che si giunga al voto elettorale nelle condizioni di poter compiere
una scelta cosciente, ben sapendo che questo che stiamo vivendo è uno dei momenti
più delicati e più importanti, vorrei dire determinanti per il futuro di un Paese
che vogliamo libero, in pace; per un presente senza rischi per la democrazia.
Vogliamo un Paese che non perda più tempo per dare un lavoro certo ai tanti che
rischiano di perderlo ed una occupazione ed un lavoro ai tanti che non l’hanno.
Per raggiungere questi obiettivi noi riteniamo che si debba riscoprire il gusto
di fare politica con la “P” maiuscola, anche da parte di coloro che da troppo
tempo hanno dato una delega senza troppo riflettere, che si sono fatti rappresentare
da “politici di professione”.
Riteniamo che si debba evidenziare la necessità del primato della politica, da
affidare però ad una dirigenza che la concepisca non come mestiere, bensì come
servizio, riconoscendo che la parola è abusata e non rende a pieno il significato.
Dovremo guardare quindi a candidati scelti nella “società”, che abbiano dimostrato
di saper vivere in coerenza, attenti alla famiglia, alle necessità di tutti,
ivi compresi i più bisognosi, i meno abbienti, meglio dire sensibili alle esigenze
di ognuno, per far sì che prevalgano i valori umani nel rispetto della dignità
di ciascuno nell’interesse comune.
La gente vuole, ed il nuovo sistema elettorale lo consente, riappropiarsi delle
scelte. È diventato infatti possibile scegliere candidati presentatisi fuori
dai vecchi schemi decisionali dei partiti, scegliere le persone in base alla
loro correttezza di comportamenti e alla competenza, e per me sarà importante
verificare che intendano adoperarsi a che lo Stato torni a coprire il ruolo e
a svolgere le funzioni che gli sono proprie, quelle cioè legate all’essere arbitro
e legislatore, a che le attività economiche siano regolate dal libero gioco del
mercato, a che si conferisca agli Enti Locali più autonomia, sempre però nel
pieno rispetto dell’unità nazionale.
E su questi punti che attendiamo lumi da Federico Sciano ed è in questo senso
che gradirei sentire discussioni di approfondimento e domande al termine del
Suo intervento, anche su temi che esulino dall’argomento in questione, ma che
rientrino nell’assunto che ci siamo riproposti di trattare questa sera. C’è in
questo senso l’estrema competenza del conferenziere, che di nuovo ringrazio per
la disponibilità dimostrata nel venire fra noi.
Conclusioni
Dobbiamo essere veramente grati a Federico Sciano per quanto ci ha detto, così
come personalmente sono molto grato a Voi di avere preso parte a questa conferenza.
Ricordo che nelle cartelline che Vi sono state consegnate c’è lo Statuto dell’Associazione
e che chiunque intendesse prendere in considerazione di associarsi a Metodo,
interessarsi ad altre occasioni di questo tipo e ad un’attività per una presenza
su temi generali e particolari legati alla città, vi troverà una scheda di richiesta
di adesione.
Quello che è fondamentale, e lo ricordo in chiusura, è ribadire che “Metodo”
è aperta a tutti coloro che riconoscendosi nei fondamenti statutari intendano
contribuire a costruire un progetto civico e socio culturale ispirato ai principi
di democrazia e di solidarietà cristiana.
© Giovanni
Armillotta, 2000