"METODO", N. 6/1991

Pier Luigi Maffei - Paolo Berno
LE PAURE DI PISA

In linea di principio, non ci si deve basare per la propria crescita sulle altrui deficienze e sulle zeppe messe alle altrui iniziative.
Se Pisa, malgrado tutte le caratteristiche positive, riesce a perdere spazio anche in materia aeroportuale, il problema va affrontato più che altro in casa pisana, alla ricerca di ciò che è mancato in Pisa per valorizzare il nostro scalo internazionale.
Le paure non costruiscono un progetto: è la capacità imprenditoriale, l'iniziativa e la volontà di ben figurare che lo creano.
È come quando Pisa lamenta il fatto che Lucca ha ottenuto i fondi FIO per le mura urbane e Pisa no.
Più che farne un discorso di campanile sarebbe il caso di andare a vedere come ci si è mossi, con quali progetti l'ufficio preposto ha fatto interessanti ipotesi progettuali anche per mezzo di Tosi e lavori di studenti di Architettura, e con quale capacità politica di incidenza (quella tipica degli Amministratori dello "Sviluppo zero"?).
Ecco perché invece di lamentarsi di ciò che stanno facendo gli altri, sarebbe il caso di creare un progetto ed una strategia per realizzarlo.
Pisa deve conquistarsi un peso politico che consenta di far crescere l'area litoranea con o contro le volontà fiorentine. Solamente se Pisa avrà strutture e attrezzature qualificale sarà al centro di interessi e di occasioni importanti, recuperando la sua Torre non più per farne l'unico punto di riferimento turistico, bensì per completare tutta la gamma delle sue risorse ed esprimere tutte le sue potenzialità. A quel punto l'Areoporto "Galilei" crescerà quale punto di arrivo e partenza per e da Pisa, lasciando a Firenze il ruolo che gli compete.

© Giovanni Armillotta, 2000