IRLANDA DEL NORD :
L’assassinio dell’avvocato Rosemary Nelson
e il ruolo della polizia




Il 15 marzo 1999 l’avvocato e attivista per i diritti umani Rosemary Nelson è stata assassinata con un’autobomba a Lurgan, nel nord dell’Irlanda, poco lontano dalla sua abitazione e dalla scuola dei suoi figli. L’attentato è stato rivendicato da un gruppo paramilitare lealista, ma esistono gravi sospetti di collusione da parte delle forze di sicurezza nordirlandesi.
Dieci anni fa un inquietante caso analogo si era verificato con l’uccisione dell’avvocato Pat Finucane , e in quest’occasione i sospetti di collusione da parte delle forze di polizia sono stati in seguito confermati.
Nel 1998 il relatore speciale delle Nazioni Unite Param Cumaraswamy aveva fatto presente, a seguito della sua missione in Irlanda del Nord, la grave situazione nella quale i legali erano costretti a svolgere il proprio lavoro, affermando in particolare che la vita della Nelson, a causa del suo intenso impegno in difesa dei diritti umani, appariva in particolare pericolo. Le autorità britanniche non hanno tuttavia adottato nessuna misura per difendere l’incolumità dell’avvocato neanche quando la stessa era stata nominata consulente legale degli abitanti di Garvaghy Road, il quartiere più a rischio di Portadown, una delle città "chiave" del conflitto nordirlandese.
Oltre a numerose minacce di morte anonime, Rosemary Nelson aveva ricevuto ripetute minacce ed intimidazioni da parte delle forze di polizia della R.U.C. . Pochi mesi prima di essere barbaramente uccisa, la Nelson era stata chiamata a testimoniare di fronte al Congresso degli Stati Uniti sulla situazione dei diritti umani in Irlanda del Nord, e nel corso del suo intervento aveva denunciato le numerose minacce di morte ricevute anche nei confronti dei membri della sua famiglia. "Sebbene abbia cercato di ignorare tali minacce – spiegò la Nelson – devo tener conto delle possibili conseguenze per la mia famiglia e per chi lavora con me".
L’indagine sul suo assassinio è attualmente nelle mani degli stessi agenti sospettati di aver avuto, più o meno direttamente, un ruolo nell’uccisione dell’avvocato.
L’assassinio di Rosemary Nelson è stato un’aggressione gravissima nei confronti dei diritti umani nell’Irlanda del Nord, e le stesse prospettive di pace in questa regione d’Europa rischiano di naufragare se la posizione di chi lavora per la legge non verrà salvaguardata in futuro e se non sarà fatta chiarezza circa i reali responsabili di un delitto così grave.
Purtroppo la storia recente dell’Irlanda del Nord risulta funestata di casi di giustizia "ingiusta" e di crimini archiviati senza un colpevole. Ricordiamo qui soltanto il più noto e clamoroso, ovvero la strage del 30 gennaio 1972, meglio nota come "Bloody Sunday" , nel corso della quale i paracadutisti di Sua Maestà spararono su un corteo di dimostranti disarmati uccidendone 14 e ferendone centinaia. Purtroppo in questo caso non sono bastati quasi trent’anni per far luce su quanto accaduto e punire i colpevoli.
La campagna per Rosemary Nelson, lanciata a Belfast una settimana dopo l’uccisione dell’avvocato, chiede che sia svolta un’inchiesta internazionale indipendente sulle circostanze del delitto, e ad essa hanno aderito molte associazioni per i diritti umani e tantissimi cittadini, in Europa e negli Stati Uniti.
Il gruppo di Firenze di Amnesty International sta attualmente lavorando sui casi di Rosemary Nelson e di Pat Finucane i quali, date le tragiche analogie e la medesima richiesta di un’inchiesta indipendente che porti alla luce i responsabili, sono stati accomunati nella stessa azione.

Riccardo Michelucci


Chi vuole partecipare all’azione
può visitare il sito web della campagna
e firmare l’appello on-line.



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