EASTER 1916
MARTIRIO PER LA LIBERTÀ
We know their dream; enough Noi conosciamo i loro sogni; basta
To know they dreamed and are dead; Sapere che sognarono e sono morti;
And what if excess of love Che importa se fu un eccesso d’amore
Bewildered them till they died? A sconvolgerli fino alla morte?
I write it out in a verse - Ecco, lo scrivo in versi -
MacDonagh and MacBride MacDonagh e MacBride
And Connolly and Pearse Con Connolly e con Pearse
Now and in the time to be, Ora e nei tempi che verranno,
Wherever green is worn, In ogni luogo in cui si indossi il verde
Are changed, changed utterly: Sono mutati, mutati interamente:
A terrible beauty is born. Una terribile bellezza è nata.
(W.B. Yeats, Easter 1916)
La rivolta contro la dominazione inglese che ebbe avvio a Dublino il lunedì di Pasqua del 1916 ha avuto una profonda influenza nello sviluppo dell’Irlanda moderna e ha cambiato radicalmente il corso della storia irlandese. Dalle macerie di Dublino il nazionalismo irlandese sarebbe uscito enormemente rafforzato e nonostante la momentanea sconfitta il cammino intrapreso avrebbe condotto inevitabilmente all’indipendenza da Londra.
Il fermento culturale sviluppatosi nell’Ottocento e la sospensione dell’iter parlamentare del progetto di legge di "Home Rule" in seguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale veicolarono lo sviluppo di un movimento che convinse la frangia più estremista del nazionalismo irlandese che una rivolta armata poteva riuscire laddove altre in precedenza avevano fallito. Lungi dall’essere un’azione improvvisata da parte di un pugno di intellettuali come è stata a lungo dipinta da certa propaganda denigratoria britannica, la rivolta del ‘16 fu il risultato di una programmazione attenta e meticolosa che coinvolse tutti i gruppi di stampo nazionalista presenti nell’isola, e cioè l’Irish Republican Brotherhood, gli Irish Volunteers, l’Irish Citizen Army, oltre al Clan na Gael negli Stati Uniti e alla Germania imperiale. Nei primi del ‘900 la "Home Rule" dominò il dibattito politico in Irlanda, e John Redmond, leader del "partito parlamentare irlandese", era convinto che il progetto di autogoverno costituisse la realizzazione delle aspirazioni nazionali irlandesi. Durante la Prima Guerra Mondiale non tutti gli irlandesi furono dunque riluttanti ad arruolarsi sotto la bandiera inglese: molti anche tra i nazionalisti nutrivano la speranza di riuscire a fare dell’Irlanda una nazione della nuova Europa. Il desiderio di trarre vantaggi indiretti dalla partecipazione al conflitto può essere considerato uno dei motivi per i quali la popolazione non dette il suo sostegno alla rivolta. Quella del ‘16 non fu un’insurrezione popolare e in quegli anni la maggior parte degli irlandesi guardava con stupore e talvolta con scettica ironia i membri degli Irish Volunteers e dell’Irish Citizen Army che manifestavano armati lungo le strade della capitale. Da parte loro le autorità britanniche -che all’epoca risiedevano al Castello di Dublino- avevano in passato preferito consentire le manifestazioni considerandole un semplice elemento folkloristico, e nella convinzione che ogni opera repressiva avrebbe potuto creare martiri alla causa.
Ma l’Insurrezione del ‘16 non sarebbe probabilmente divenuta l’evento centrale della storia irlandese dell’ultimo secolo e i suoi ispiratori non sarebbero assurti a eroi nazionali se si fosse trattato di una rivolta popolare. La grandezza e al contempo la tragedia della rivolta di Pasqua sono sintetizzate nel modo più esauriente dai versi di W.B. Yeats, nei quali il grande poeta riesce a focalizzare con la semplice frase "a terrible beauty is born" una radicale inversione di tendenza nella storia del suo paese.
Oltre un secolo prima -nel 1798- la ribellione guidata da Theobald Wolfe Tone aveva risvegliato il nazionalismo irlandese traendo nel caso specifico nuova linfa dalla Rivoluzione francese. Londra era corsa ai ripari promulgando l’Atto di Unione che sancì la fusione dei due parlamenti, ma ormai la parabola ascendente dell’indipendentismo irlandese non poteva più essere arrestata. Fin dai primi dell’Ottocento l’impegno in difesa della lingua gaelica era stato l’unico modo per reagire agli stereotipi coloniali e a un’omologazione che altrimenti non avrebbe lasciato scampo. A segnare un tragico spartiacque nel secolo scorso vi era stata poi la terribile carestia i cui effetti devastanti avrebbero condizionato enormemente il futuro dell’isola verde, compromettendone in buona misura anche la rinascita linguistico-culturale.
Non esiste paese in Europa così intrinsecamente legato alle proprie tradizioni e alla propria cultura come l’Irlanda, e ciò può trovare una spiegazione plausibile anche nel fatto che nessun altro paese europeo è stato sottoposto a una politica coloniale lunga otto secoli. Nella lotta per l’indipendenza irlandese i valori spirituali di una nazione rurale e vicina alla natura sarebbero stati ritenuti in ultima istanza la miglior difesa contro il materialismo rappresentato dal capitalismo inglese, e proprio per opporsi agli stereotipi coloniali, a partire dai primi feniani dell’Ottocento fino a Pearse, Griffith e deValera, tutti i leader nazionalisti avrebbero riproposto un’immagine "mitica" dell’Irlanda.
Pochi decenni dopo la tragica carestia il nazionalismo culturale irlandese aveva già trovato nuova linfa vitale. Assai significativo fu sotto questo profilo il fermento letterario e culturale del periodo compreso tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo: la nascita di organizzazioni come la Gaelic Athletic Association (1884), la Gaelic League (1893) e il Sinn Fein (1905) contribuì alla crescita di una atmosfera di libertà e di rinnovata fiducia in sé stessi. Quello che è stato ribattezzato "nazionalismo culturale" prendeva le mosse dal rifiuto di un presente di sottomissione alla logica coloniale britannica e dal conseguente desiderio di rivincita, che spinse gli intellettuali a riaffermare il sogno di un "mito celtico" in cui identificarsi.
Sulla base dell’assunto secondo il quale "le difficoltà dell’Inghilterra costituiscono un’opportunità per l’Irlanda", non appena scoppiò il conflitto mondiale l’Irish Republican Brotherhood cominciò a preparare la rivolta stringendo contatti anche con la Germania attraverso il console britannico Sir Roger Casement, un simpatizzante della causa del nazionalismo irlandese. Un contingente di armi tedesche fu così inviato ai ribelli di Dublino. Il piano dell’insurrezione consisteva nell’impadronirsi delle postazioni strategiche nel centro della capitale per riuscire in seguito a controllare le vie di accesso alla città. L’edificio delle Poste Centrali (General Post Office) sarebbe divenuto il quartier generale dei ribelli. La rivolta iniziò il 24 aprile del 1916 allorché un gruppo di uomini uscì dalla Liberty Hall della capitale e attraversò Sackville Street -l’odierna O’Connell Street- principale arteria cittadina. Alcuni di loro indossavano le uniformi della Milizia Cittadina e dei Volunteers, ma benché armati di fucili e pistole non furono presi molto sul serio dai passanti. Entrati nel G.P.O. rimossero la bandiera britannica -l’Union Jack- sostituendola con due vessilli: uno completamente verde con la scritta "Irish Republic", e un tricolore verde, bianco e arancione. Per la prima volta il tricolore sventolò su Dublino. La proclamazione di indipendenza che sancì la nascita della repubblica irlandese fu letta da Patrick Pearse, che venne anche nominato capo del governo provvisorio. I firmatari della proclamazione -oltre a Pearse- furono James Connolly, Thomas Clarke, Thomas MacDonagh, Sean MacDiarmada, Eamonn Ceannt e Joseph Plunkett.
L’intercettazione e il sequestro da parte britannica del sottomarino tedesco carico di 20.000 fucili -impedendo di estendere la rivolta fuori dalla capitale- avrebbe vanificato ogni chance di successo dell’operazione. La scarsa coordinazione tra i vari organismi promotori della rivolta oltre all’evidente inferiorità di uomini e mezzi aveva già fatto perdere ai ribelli i primi presidi, e già nel pomeriggio del 27 aprile le forze britanniche erano riuscite a isolare il G.P.O. dagli altri edifici assediati. La battaglia con gli inglesi durò in tutto una settimana, tra lo stupore e l’ostilità della popolazione, e la rivolta fu soffocata nel sangue. La notte del 28 i ribelli furono costretti a lasciare il palazzo delle Poste Centrali e a cercare un luogo sicuro per riorganizzarsi, ma la situazione era ormai disperata e sabato 29 aprile, col G.P.O. in fiamme e gran parte del centro di Dublino distrutto, Pearse -giunto in Moore Lane- dette ordine di arrendersi. Al momento dell’arresto i leader dell’insurrezione constatarono fino in fondo la loro impopolarità tra gli abitanti della capitale irlandese, tuttavia le 16 condanne a morte comminate da Londra avrebbero avuto un effetto devastante: chi si era fino ad allora identificato con il nazionalismo moderato di Redmond cominciò a provare simpatia per gli insorti. In breve tempo gran parte del popolo d’Irlanda avrebbe cominciato a provare orgoglio per i ribelli del ‘16, e dalle ceneri della rivolta sarebbe sorta la "terribile bellezza" decantata da Yeats. I versi del poeta -il quale, è bene precisarlo, non era all’epoca politicamente solidale coi ribelli- sarebbero stati tuttavia differenti senza il martirio dei leader dell’insurrezione.
Secondo un’usanza che affonda le proprie radici nell’antica mitologia dell’isola e nell’animo profondamente cattolico del paese, la libertà può nascere solo dal sacrificio. Ispirandosi così alla morte sacrificale di Cù Chulainn -il più grande eroe mitologico irlandese- e alla passione di Cristo sulla croce, il poeta-rivoluzionario Patrick Pearse aveva esaltato nelle sue liriche la necessità di un sacrificio di sangue in nome della libertà del suo paese. In questo senso, anche la scelta del giorno del lunedì di Pasqua per avviare la rivolta non può essere ritenuta casuale.
La tragica fine dei ribelli del ‘16 sarebbe stata alla base di questo grande mutamento, e proprio la loro esecuzione per mano inglese avrebbe modificato radicalmente gli umori dell’opinione pubblica, facendo assurgere Connolly, Pearse e gli altri a eroi nazionali. Che le simpatie del popolo irlandese fossero radicalmente cambiate dopo la sanguinosa repressione è dimostrato anche dalla maggioranza schiacciante che il partito nazionalista del Sinn Fein ottenne alle elezioni del 1918, consultazioni che furono peraltro le ultime che si svolsero nel paese unito.
Dopo l’insurrezione il corso della storia dell’isola verde apparve profondamente cambiato: il trattato anglo-irlandese del 1921, la guerra civile che ne seguì e la radicale evoluzione da Stato Libero a Repubblica nel 1949 sono tutti avvenimenti che affondano le proprie radici nella settimana di Pasqua del 1916.
Purtroppo l’eroismo e il sacrificio dei ribelli del ‘16 non sarebbero stati sufficienti a garantire un futuro di pace e di unità al paese. Infatti, sebbene si fosse finalmente riusciti ad affermare una realtà nazionale a lungo calpestata dall’imperialismo britannico, una tragica divisione del paese avrebbe segnato tragicamente la storia irlandese del XX secolo.
RICCARDO MICHELUCCI
LEGENDA:
Clan na Gael:
Ala statunitense dell’Irish Republican Brotherhood.Gaelic Athletic Association: Fondata nel 1884, organizza la promozione degli sport celtici in tutta l’isola. Avrebbe esercitato un’influenza enorme sulla vita socio-culturale dell’Irlanda di inizio secolo.
Gaelic League: Senz’altro il più radicale tra gli organismi a stampo culturale. Fondata a Dublino nel 1893 allo scopo di conservare e promuovere la lingua irlandese organizzando lezioni, pubblicando libri di testo e quotidiani e impegnandosi nella diffusione del gaelico nel sistema educativo del paese. Sotto la guida di Douglas Hyde -che nel 1937 sarebbe anche divenuto il primo presidente della repubblica irlandese- riuscì a creare un nuovo entusiasmo intorno all’idioma che attraversò le barriere religiose, politiche e sociali.
Home Rule: Progetto di autonomia amministrativa da realizzarsi per via parlamentare.
Irish Citizen Army: Guidato dal leader sindacale James Connolly, questo organismo fece piani per una vera e propria rivoluzione. Le sue origini possono essere rintracciate nelle deplorevoli condizioni di vita delle classi operaie irlandesi.
Irish Republican Brotherhood: Milizia di nazionalisti estremisti che dalla metà del XIX secolo propose la rivolta armata contro gli inglesi. Il suo scopo era la creazione di un’Irlanda indipendente e repubblicana. Può essere considerata a buon diritto l’"antenata" dell’I.R.A.
Irish Volunteers: Nata nel 1913, era una milizia nazionalista che si batté per la Home Rule. La Prima Guerra Mondiale produsse al suo interno una scissione e la maggior parte dei suoi membri si arruolò nell’esercito britannico.
Sinn Fein: Piccolo gruppo politico fondato nel 1905 da Arthur Griffith, che inizialmente propose una doppia monarchia -sul modello dell’impero asburgico- previo ritiro della rappresentativa irlandese dal parlamento britannico. In seguito questo nome (che significa letteralmente "noi stessi") è stato adottato dal partito repubblicano che sorse dopo l’Insurrezione.
BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA:
-CAULFIELD, M., The Easter Rebellion, London, Gill & MacMillan, 1995.
-LYONS, F.S.L., Ireland Since the Famine, London, Weidenfeld & Nicholson, 1971.
-KEOGH, D., 20th Century Ireland: Nation and State, Dublin, Gill & Macmillan, 1994.
- KILLEEN, R., Revolution! The Easter Rising, Dublin, Gill & MacMillan, 1995.
-STEPHENS, J., Insurrection in Dublin, London, C. Smythe, 1992.