COMITATO PER L'ABOLIZIONE DELLA LEGGE MANCINO
UN MOSTRO GIURIDICO DA CANCELLARE: LA LEGGE MANCINO
A cura della redazione di FOGLIO DI LOTTA
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Da diverso tempo numerosi uomini politici, intellettuali e giornalisti stanno muovendo serie e fondate accuse nei confronti del sistema giudiziario italiano, delle sue inefficienze, dei suoi abusi, del suo elefantiaco peso sulla vita civile del nostro Paese.
Non solo esponenti del Polo, ma anche parlamentari dell’ attuale maggioranza cattocomunista hanno evidenziato lo strapotere di certi giudici; eminenti pensatori (fra cui va citato don Gianni Baget Bozzo: cfr. "Una giustizia marxista" e "Il partito giustizialista trama contro la libertà", su Il Giornale rispettivamente del 22/3 e del 17/10/96) mettono in guardia sui pericoli di una dittatura giudiziaria che incombe sull’ Italia.
Va infine ricordata l’eclatante denuncia del Prof. De Rita, presidente del CNEL, che, nel mese di settembre 1996, ha rivelato l’ esistenza di un apparato di potere costitutito "dall’ intreccio di pubblici ministeri, forze dell’ ordine e servizi segreti" che mina le basi dello stato di diritto.
Occorre purtroppo constatare che tutte queste considerazioni, pur essendo giuste, risultano tuttavia incomplete. Si dimentica, infatti, e in molti casi si ignora del tutto, la sempre più opprimente campagna persecutoria promossa dalle "toghe rosse" nei confronti del movimento di opposizione nazionale. Sempre più sovente numerosi giovani, solo per il loro impegno al servizio di ideali patriottici, subiscono intimidazioni, soprusi, perquisizioni personali e domiciliari, quando non, addirittura arresti e assurde incriminazioni.
In questo caso l’ apparato denunciato da De Rita è ancora più articolato; ne entrano a far parte, infatti, gli organi di informazione asserviti al governo e, in modo particolare, ai due partiti comunisti, nonchè, veri e propri "ascari" del regime, le bande di autonomi gravitanti intorno ai cosiddetti centri sociali, che non disdegnano di allearsi con gli ufficialmente odiati giudici e poliziotti per colpire i fascisti.
Per dare una veste di legittimità giuridica alla persecuzione in atto è intervenuta, da qualche anno, una legge definita da un giudice del tribunale di Trento (giudice che più volte citeremo come autorevole fonte di giudizio tecnico) come "pazzesca, mostruosa, stravagante e perversa" : si tratta della cosiddetta Legge Mancino, oggetto del presente dossier, preparato col fine di fornire (oltre che ai militanti nazionali) a uomini politici, di cultura e di buon senso, un’ adeguata informazione su una realtà totalmente sconosciuta, ma estremamente perniciosa per chiunque si batta per la dignità, la civiltà, la fede religiosa degli italiani.
Prima di delineare brevemente le caratteristiche del complesso di disposizioni che va sotto il nome di Legge Mancino , nonchè i deleteri effetti a cui ha dato luogo, va ancora aggiunto che a dar man forte ad essa viene talora adoperata, in modo illogico quanto grottesco, la vecchia Legge Scelba, relativa alla "ricostituzione del disciolto PNF". Per dare un’ idea del delirio pseudo-giuridico diffuso nei palazzi di giustizia, basti pensare che, oltre che per la Legge Mancino e per violazione e villipendio di sepolcro, gli ignoti autori della recente profanazione del cimitero ebraico a Roma (senz’ altro una provocazione, va comunque detto!) sono anche stati accusati di ricostituzione del disciolto Partito Nazionale Fascista, proprio quel Partito Nazionale Fascista che promulgò il Codice Penale Rocco che, all’ Art. 408, punisce severamente chi commette villipendio di sepolcro….
Urge allora una concreta opera di informazione e demistificazione, per restituire, a chi pubblicamente professa ideali patriottici e/o cattolici, la libertà di poterlo fare, basata sugli immutabili e inviolabili principi del diritto naturale.

Che cosa è la Legge Mancino:

Con questa denominazione si definisce il Decreto-Legge n. 122, emanato il 26/4/1993 e convertito in legge n. 205 del 25/6/1993, recante "misure urgenti in materia di discriminazione razziale, nazionale, etnica e religiosa"a firma dell’ allora Ministro dell’ Interno Nicola Mancino.
Tale legge, in spregio agli artt. 3, 8 e 21 della Costituzione, punisce "chi diffonde , in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’ odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali etnici o religiosi", vietando inoltre "ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo" avente fra le sue caratteristiche e finalità la discriminazione razziale, nazionale, etnica o religiosa.
Oltre a pesanti pene detentive, son previste altre sanzioni, quali i lavori forzati, l’ obbligo di permanenza domiciliare in determinati orari, la sospensione della patente e dei documenti validi per l’ espatrio, la confisca di case e luoghi di riunione.
Nella rozza indeterminatezza della previsione delle fattispecie di reato, che lo rende disponibile alle più ampie ed aberranti interpretazioni e applicazioni, e, soprattutto, nelle intenzioni dei suoi propugnatori palesi e occulti, il provvedimento tende a criminalizzare ogni forma di dissenso alla dominante ideologia totalitario-mondialista che si basa sui dogmi egualitari e relativisti. Il provvedimento, nei fatti, vieta ogni tipo di scelta preferenziale basata su criteri di appartenenza naturale o spirituale e, in definitiva, ogni attività ed espressione di pensiero con finalità di difesa e salvaguardia dell’ identità nazionale e di tutela ed apologia della Fede Cattolica e della civiltà europea.
In effetti, proprio questi sono gli obbiettivi reali e finali della Legge Mancino; la comunità nazionale, l’ identità etnica e spirituale, tramite la proibizione di ogni atteggiamento di preferenza, di ogni affermazione di primato, di ogni discernimento etnico o religioso, di ogni affermazione di Verità.
Non stupisce allora che questa iniziativa legislativa sia stata realizzata in base a precisi dettami dell’ oligarchia internazionale e, in particolare, dell’ ADL (Anti Defamation League), braccio esecutivo (e spesso armato) della massoneria ebraica del B’nai B’rith, tramite un deputato repubblicano, Enrico Modigliani, da considerarsi il vero padre della Legge Mancino e personaggi quali Tullia Zevi ed Elio Toaff che hanno pesantemente sollecitato in tale direzione gli imbelli governo e parlamento italiani, dopo che una ben orchestrata campagna di provocazione giornalistica aveva preparato il terreno adatto creando artificiosamente l’ adeguato stato d’ animo collettivo.
La sinistra efficacia del provvedimento si è manifestata in tutta una serie di iniziative persecutorie sia nei confronti di varie realtà politiche e culturali nazionaliste sia contro gruppi tradizionalisti cattolici che si battono contro l’ immigrazione selvaggia e contro le rivendicazioni omosessuali.

Legge Mancino in azione:

Dopo poco più di tre anni di vita si può stilare un primo, tragico bilancio, dell’ impiego della Legge Mancino e della sua sinistra efficacia persecutoria.
Numerose realtà umane e politiche, attive nella battaglia antimondialista, sono state attaccate.
Appena qualche giorno dopo la sua emanazione (sicuramente per giustificare il carattere d’ urgenza che necessariamente lo strumento del decreto-legge postula) il provvedimento repressivo ha colpito redattori e collaboratori della rivista "L’ Uomo Libero". Nell’ ambito di una più vasta operazione tesa all’ eliminazione di gruppi organizzati di skin-heads sono stati incriminati Pieo Sella, Lello Ragni e Sergio Gozzoli, con i figli Marzio e Licia.
Va ricordato che la rivista in questione è uno dei migliori prodotti dell’ editoria periodica non conformista, distinguendosi per serietà di analisi e rigore metodologico e scientifico: senz’ altro un fastidioso granello negli ingranaggi mondialisti.
Dopo che alcune posizioni sono state stralciate, è attualmente in corso a Milano il processo di primo grado nei confronti di Sergio e Marzio Gozzoli e di una trentina di giovani skin-heads.
Nell’ ambito di un altro procedimento giudiziario, nei confronti di Franco Freda e del suo Fronte Nazionale, accusati di ricostituzione del disciolto Partito Nazionale Fascista, e conclusosi in primo grado con pesanti condanne (l’ appello è attualmente in corso), è emersa in fase dibattimentale, ad opera del PM, l’ ipotesi accusatoria basata sulla violazione della Legge Mancino (lo stesso era già successo in fase istruttoria).
Va notato che l’ attività incriminata si concretizzava nella distribuzione di volantini che esprimevano tesi contrarie all’ immigrazione selvaggia e nella celebrazione del solstizio d’ inverno, con l’ ascolto (secondo gli inquisitori) di "inni nazisti" (in realtà si trattava di brani di Wagner e di Orff !!).
È poi estremamente allarmante il fatto che, secondo gli stessi magistrati veronesi titolari dell’ inchiesta, nessuna azione violenta o intimidatoria sia stata riscontrata; ad essere stati messi sotto accusa sono lo stile di vita e di pensiero, la critica filosofica alla democrazia ed espressioni di superiorità.
Non ci si stupisca: il delirio e l’ arrogante sopruso sono di casa nelle inchieste di questo tipo.
Per citare un altro esempio, è emblematico il caso del circolo culturale e centro di diffusione libraria "Idee in Movimento" di Genova, conosciuto ed attivo da oltre quindici anni ed organizzatore di innumerevoli iniziative culturali, alcune delle quali attuate con l’ attivo patrocinio e la sponsorizzazione economica del Comune o della Provincia di Genova.
Nell’ agosto del ’93 tale circolo è stato oggetto di perquisizione e conseguente sequestro di materiale. Tra le prove di reato figuravano posters "fantasy" del disegnatore americano Frazetta, cassette di musica alternativa, una maglietta col simbolo del FdG e, dulcis in fundo, una lavagnetta recante una frase (di un occultista francese convertitosi all’ Islam all’ inizio del secolo) di critica alla democrazia iniziante con la parola "il pregiudizio…" e concludentesi con la parola "…democratico".
Ancora più singolare il recente impiego della Legge Mancino a Verona dove, su ordine del Procuratore Capo Guido Papalia (lo stesso di Freda, e non solo…), sono stati perseguitati i tradizionalisti cattolici dei gruppi "Comitato Principe Eugenio", "Sacrum Imperium" e "Famiglia e Civiltà". Dopo aver mandato per mesi la DIGOS a spiare le Messe di questi Cattolici (come accadeva nell’ Est comunista), Papalia ha disposto una serie di perquisizioni nel corso delle quali sono stati sequestrati, tra l’ altro, santini, messali, libri di devozione e paramenti sacri. Alcune di queste perquisizioni si sono poi svolte senza mandato e con atti di brutalità.
Va sottolineato come i portavoce progressisti, plaudendo all’ iniziativa, l’ abbiano sollecitata su scala nazionale. Ugualmente, dalle colonne del Manifesto, un noto esponente della lobby pederastica ha sollecitato misure repressive contro i Cattolici e i nazionalisti che discriminano la "minoranza gay". È questo un eloquente esempio della convergenza operativa tra magistratura, polizia, stampa comunista e strutture della sinistra radical-nichilista di cui si è sopra accennato.
Sempre a Verona (che, evidentemente, il signor Papalia vuol trasformare in una Mosca anni ’30) quattro giovani skin-heads marciscono in galera dal 12 ottobre scorso, quando furono arrestati in seguito ad un diverbio con avversari politici, a proposito del quale non esistono querele e che si era mantenuto sul piano verbale. Questi quattro ragazzi si trovano ora agli arresti domiciliari dopo aver passato tre mesi in carcere accusati di istigazione all’ odio razziale (gli avversari erano tutti cittadini italiani, di razza bianca) solo perché, con un procedimento "logico" degno della psicopolizia di orwelliana memoria, gli inquirenti hanno "stabilito" che le recondite intenzioni e motivazioni dei litiganti erano da riscontrarsi nella loro "ideologia razzista". A Cuba per finire in prigione occorrono motivazioni più consistenti !
L’ ultimo episodio di cui vogliamo far menzione è recentemente avvenuto a Padova, dove alcuni militanti di "Gioventù Nazionale" sono stati denunciati per violazione della Legge Mancino per aver dato luogo, in data 8/12/96, ad una pubblica manifestazione (regolarmente autorizzata dalla Questura) nel corso della quale è stato distribuito un questionario che domandava alla popolazione quale fosse il suo giudizio nei confronti dell’ immigrazione.
In coda a tale episodio è poi da registrare un fatto particolarmente inquietante: qualche sera dopo la manifestazione alcuni militanti di Gioventù Nazionale sono stati aggrediti da un gruppo di autonomi (frequentatori di quei "centri sociali" dei quali una recente sentenza di tribunale, relativa al famigerato "Leoncavallo", riconosce il particolare valore morale e sociale) che, con l’ uso di armi improprie, hanno causato gravi ferite alle loro vittime. La cosa aberrante è che l’ unico ferito tra gli aggressori (che avevano attaccato in 20 contro 3) ha querelato gli aggrediti per violazione della Legge Mancino perché costoro gli avrebbero gridato "sporco ebreo".
Questo incredibile episodio costituisce una prova lampante del legame organico stabilitosi tra "toghe rosse"e teppismo marx-anarcoide dove "intellettuali" di sinistra e giornali progressisti assolvono la funzione di cinghia di trasmissione.
Si sta quindi effettivamente concretizzando la triste previsione del magistrato trentino Carlo Alberto Agnoli che, nel suo lavoro monografico sulla Legge Mancino edito presso la Editrice Civiltà di Brescia, aveva lucidamente esposto:"a mano a mano che la Legge Mancino diverrà nota, penetrerà nel costume, ci si assueferà ad essa e i malvagi ne coglieranno le perverse possibilità".

Per farsi un'idea più completa sull'argomento, vedasi: -C. A. Agnoli, "Legge Mancino n.122", Editrice Civiltà, Brescia; -"L'Uomo Libero" n.37, "Legge Mancino: le idee nel mirino della repressione", Milano, Luglio 1993. Per finire, vi invitiamo a leggere il resoconto della cronaca della manifestazione organizzata il giorno 21 settembre dal Comitato Punto di non Ritorno disponibile all'interno della sezione italiana del bollettino Enneerre: http://members.tripod.com/~enneerre/index.html Contattateci: mancino@geocities.com

Calendario:
4 ottobre 1996: mobilitazione con volantinaggio di protesta contro la legge Mancino in 15 città italiane.
9 novembre 1996: conferenza di denuncia della Legge Mancino a Vicenza. Alla presenza di oltre 150 persone hanno parlato il Prof. Sanfratello e Marzio Gozzoli, quest'ultimo già indagato insieme al padre in un processo alle idee in corso a Milano e che riprenderà nel mese di dicembre.
12 novembre: ennesima operazione di polizia ordinata dai giudici di Verona. Perquisizione in casa di alcuni militanti nazionali e conseguente avviso di garanzia con le solite "vaghe" motivazioni di presunte discriminazioni e razzismo.
Da notare che 4 ragazzi di Verona arrestati in seguito ad un diverbio con dei giovani di opposte opinioni politiche, sono tuttora agli arresti domiciliari dopo aver passato tre mesi in carcere in quanto il loro aspetto estetico e le loro idee, a detta del magistrato che si sta occupando di loro, sono riconducibili a metodi e finalità razziste.....
Continuano incessanti i convegni di studio e di denuncia della Legge Mancino: il 18 gennaio il Prof. Agostino Sanfratello ne parla a Bologna, mentre per le settimane successive sono previsti incontri a Verona, Brescia e Roma. --------------------------------------------------------------------------