VARIETÀ E VIRUS AFFINI
CAUSE
SINTOMI
DECORSO
DIAGNOSI
CURE
Finora, le ricerche che hanno cercato di sviluppare un vaccino contro il
virus Ebola hanno avuto scarso successo. Nel 1995, al termine di un'epidemia
che ha colpito lo Zaire, il sangue di alcuni pazienti in convalescenza
è stato trasfuso in pazienti gravemente ammalati, nel tentativo
di trasferire anticorpi e linfociti T in grado di neutralizzare il virus
responsabile e di uccidere le cellule infette. La procedura ha avuto qualche
successo terapeutico, ma prima che possa essere utilizzata su larga scala
deve essere sottoposta ad accurate sperimentazioni cliniche che ne confermino
sicurezza ed efficacia. In definitiva al momento non esistono cure di certificato
funzionamento.
PREVENZIONE
PROSPETTIVE
FUTURE
Ricerche iniziate già in passato sono state fortemente rallentate
dall’estrema virulenza dei ceppi Zaire e Sudan che rendeva praticamente
impossibile il lavoro con tessuti infetti. Oggi, grazie al ceppo Reston
(che non è dannosso per l’uomo) sono in corso studi che paragonano
le sequenze di RNA tra i diversi ceppi virali, al fine di ottenere maggiori
informazioni sul ciclo vitale e sugli ospiti naturali del virus. BIBLIOGRAFIE
Page creator: Marco Bernasocchi '99 mbernasocchi@swissonline.ch
Virus ebola è il nome comune di quattro
diversi ceppi virali scoperti in luoghi e periodi a volte molto differenti
ma sempre con un fattore in comune: la presenza di scimmie. Tre di questi
ceppi sono pericolosissimi per l'uomo mentre il quarto ceppo non risulta
essere pericoloso per l'uomo. Questo filovirus ha inoltre un simile scoperto
in Germania 9 anni prima della comparsa del ceppo ebola Zaire, il virus
di Marburg che ha caratteristiche molto simili a tutti gli altri ceppi
che sono:
Ebola Zaire: scoperto per la prima
volta nel 1976 in un uomo (l'epidemia causò 550 morti), è
il ceppo più letale ed ha un tasso di mortalità che varia
dal 77% al 88%. Un'altra vasta epidemia di febbre emorragica causata da
Ebola si è verificata ancora in Zaire, questa volta nella città
di Kikwit nell'estate del 1995, infettando 315 persone e uccidendone 242.
I ceppi di virus Ebola isolati in Zaire nel 1976 e nel 1995, a 19 anni
e a 500 km di distanza, sono virtualmente identici.
Ebola Sudan: scoperto anch'esso
nel 1976, quando uccise 430 persone, ma in Sudan dove riaffiorò
nel 1979, ha una mortalità pari circa al 60% dei contagiati.
Ebola Tai: scoperto nel 1995 in
Costa d'Avorio (Tai forest) quando uno zoologo svizzero si è infettato
con il virus, compiendo un'autopsia su uno scimpanzé.
Ebola Reston: scoperto nel 1989 in una struttura per la quarantena
a Reston (vicino Washinton), dove sono morte centinaia di scimmie importate
dalle Filippine. Il ceppo Ebola/Reston non sembra, però, causare
malattie nell'uomo: quattro tecnici di laboratorio sono, infatti, stati
infettati dal virus, senza che nessuno di loro si sia ammalato.
Di tutti i virus responsabili di malattie umane,
Ebola e Marburg, che sono (come già detto) molto simili e causano
entrambi febbre emorragica, sono gli unici di cui sono ancora ignoti l'ospite
animale, il ciclo vitale e il meccanismo di trasmissione. Peraltro, non
si sa neppure se le scimmie siano ospiti effettivi, né se siano
coinvolti altri mammiferi, uccelli, rettili, zanzare o pulci. Si sa comunque
che il contagio avviene tramite il contatto diretto con sangue, secrezioni
corporee e tutti i tessuti (è però stato solo raramente rilevato
nei tessuti cerebrali e in quelli nervosi) di pazienti infetti. Il contagio
può inoltre avvenire previo contatto con scimpanzé malati
o morti di ebola.
I primi sintomi che possono essere avvertiti
dal contagiato sono: febbre improvvisa, debolezza, dolori muscolari, mal
di testa e mal di gola. Questi sintomi possono poi essere seguiti da vomito,
brividi, crampi all'addome, disidratazione, diarrea, faringiti, congiuntiviti,
sfoghi cutanei, malfunzioni renali e del fegato, emorragie interne ed esterne
e spesso distruzione dei tessuti interni.
La malattia si manifesta improvvisamente e spesso
progredisce velocemente fino ad uno stato di prostrazione estrema, alla
disidratazione dell'individuo e alla morte dovuta alla rapida moltiplicazione
del virus nelle cellule infette.
Dalla prima esposizione alla malattia conclamata
passano generalmente 5-10 giorni, mentre dalle prime manifestazioni alla
morte o, alternativamente, al miglioramento possono trascorrere altri 7-10
giorni. In generale si crede che la morte derivi direttamente dal danno
provocato dal virus ai tessuti interni dell'organismo, mentre non si comprende
ancora come alcuni pazienti riescano a sopravvivere alla malattia. In caso
di guarigione la convalescenza è lenta (può durare 5 settimane
o più) e all'inizio è caratterizzata da perdita di peso e
amnesia.
La malattia viene diagnosticata con una tecnica
di laboratorio chiamata Enzyme-Linked Immunosorbant Assay (ELISA), che
individua la presenza di antigeni specifici (proteine virali) o di anticorpi
prodotti contro il virus dal paziente infetto. La reazione a catena della
polimerasi (PCR), una tecnica utilizzata per moltiplicare le quantità
disponibili di materiale genetico a fini di studio, viene impiegata per
evidenziare la presenza di molecole prodotte da Ebola nel sangue o in altri
tessuti dei pazienti.
Quando l'infezione da parte del virus è
sospetta, le autorità sanitarie locali istituiscono l'adozione di
rigide procedure di difesa del personale (come l'uso di guanti, maschere
e altri indumenti protettivi) e solitamente richiedono l'intervento di
esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dei Centers
for Disease Control and Prevention (CDC), i quali offrono aiuto a livello
diagnostico, per l'assistenza ai pazienti e per adottare le più
opportune misure di controllo dell'epidemia. Siccome il virus Ebola è
stato classificato dal CDC al quarto livello di biosicurezza, che richiede
l'adozione delle più elevate misure precauzionali per garantire
la massima sicurezza, i virologi che studiano questo microrganismo sono
costretti a lavorare indossando speciali indumenti protettivi e i loro
laboratori sono dotati di apparecchiature che sterilizzano l'aria, e i
prodotti di rifiuto, solidi e liquidi.
Microsoft, enciclopedia multimediale Encarta
‘98
Rizzoli Larousse, enciclopedia multimediale
http://www.cdc.gov
http://www.who.ch/programmes/emc/ebola/ebfact.htm
http://www.lfc.edu/~musilam/bio1.htm
http://www.bocklabs.wisc.edu/eov-ebola.html