1) La dose deve essere sufficiente, generalmente nel
range di 60 - 80 mg. in nessuna altra branca della medicina possono immaginarsi
indicazioni o linee guida che insistono sul dosaggio minimo possibile, anche se quel
dosaggio è efficace soltanto in modo marginale per la saturazione dei recettori. Nessuna
medicina funziona se non è data nei dosaggi adeguati, e pertanto, i programmi a basso
dosaggio si invalidano da soli. Negli Stati Uniti, il General Accounting Office ha
paragonato lefficacia dei programmi metadonici di tutta la nazione, e quelli con le
dosi più basse sono risultati i peggiori.
2) La durata del trattamento deve anche essere adeguata. In nessuna altra branca della
medicina una terapia efficace per una malattia cronica deve essere interrotta dopo un
certo periodo prefissato. Immaginate il disastro se i medici venissero forzati ad
interrompere gli steroidi o gli antinfiammatori non steroidi per le artriti reumatoidi, o
la digitale per i disturbi cardiaci. Eppure ci sono giurisdizioni che contengono un limite
obbligatorio al mantenimento metadonico. Particolarmente paradossale appare il concetto
secondo il quale, se i tossicodipendenti vanno bene con il metadone, devono smettere. È
molto più logico il contrario, per cui se un paziente va bene con un farmaco deve
continuare a prenderlo.
3) Gli stessi pazienti vogliono generalmente abbandonare il metadone, non tanto per la
seccatura, ma anche per le attitudini della società che li fa sentire menomati. Gli
operatori devono scoraggiare labbandono del metadone fino a quando non sia stata
acquisita una piena e soddisfacente riabilitazione sociale e fino a quando non è passato
almeno un anno dalluso di eroina e di altre sostanze di abuso. Comunque, se un
paziente abbandona il trattamento troppo presto e poi ricade, la porta deve sempre restare
aperta per la sua pronta riammissione senza atteggiamenti punitivi da parte dello staff.
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