Quattro indicazioni
pratiche per il trattamento

1) La dose deve essere sufficiente, generalmente nel range di 60 - 80 mg. in nessuna altra branca della medicina possono immaginarsi indicazioni o linee guida che insistono sul dosaggio minimo possibile, anche se quel dosaggio è efficace soltanto in modo marginale per la saturazione dei recettori. Nessuna medicina funziona se non è data nei dosaggi adeguati, e pertanto, i programmi a basso dosaggio si invalidano da soli. Negli Stati Uniti, il General Accounting Office ha paragonato l’efficacia dei programmi metadonici di tutta la nazione, e quelli con le dosi più basse sono risultati i peggiori.


2) La durata del trattamento deve anche essere adeguata. In nessuna altra branca della medicina una terapia efficace per una malattia cronica deve essere interrotta dopo un certo periodo prefissato. Immaginate il disastro se i medici venissero forzati ad interrompere gli steroidi o gli antinfiammatori non steroidi per le artriti reumatoidi, o la digitale per i disturbi cardiaci. Eppure ci sono giurisdizioni che contengono un limite obbligatorio al mantenimento metadonico. Particolarmente paradossale appare il concetto secondo il quale, se i tossicodipendenti vanno bene con il metadone, devono smettere. È molto più logico il contrario, per cui se un paziente va bene con un farmaco deve continuare a prenderlo.



3) Gli stessi pazienti vogliono generalmente abbandonare il metadone, non tanto per la seccatura, ma anche per le attitudini della società che li fa sentire menomati. Gli operatori devono scoraggiare l’abbandono del metadone fino a quando non sia stata acquisita una piena e soddisfacente riabilitazione sociale e fino a quando non è passato almeno un anno dall’uso di eroina e di altre sostanze di abuso. Comunque, se un paziente abbandona il trattamento troppo presto e poi ricade, la porta deve sempre restare aperta per la sua pronta riammissione senza atteggiamenti punitivi da parte dello staff.