Rinascimenti e mutamenti
L'attuale fase storica caratterizzata dalla globalizzazione tecnologica, può essere vissuta con difficoltàdalle varie nazioni e popolazioni del mondo. Un equilibrio nuovo sta mutando le relazioni tra gli stati e le genti. Il mondo della cultura non può stare alla finestra. Ciò che deve essere, invece, ben chiaro, oggi, per chi fa cultura, politica e altro, è che il mondo bisogna governarlo prima che lui travolga noi stessi. Da tempo, per alcuni appuntamenti della nostra associazione abbiamo scelto come sottotitolo la dicitura "Rinascimenti". L'intento è di fissare un obbiettivo strategico, per una coscienza collettiva. Per dare un senso e uno sviluppo razionale ai popoli e quindi per autodeterminarsi, è necessario, pensare, dunque, ad un "nuovo Rinascimento" che coinvolga tutti e che ponga l'uomo al centro della storia.
Tutto ciò diviene necessario, se non obbligatorio, per affrontare le nuove sfide della comunicazione e dell'economia multinazionale. Un Rinascimento |
Gli intellettuali e il mondo della cultura non possono stare alla finestra, è
d'obbligo prendere coscienza che i nuovi equilibri geopoìitici e la globalizzazione della tecnologia, dell'informazione e dell'economia spingono verso nuovi destini, che se governati per il bene dell'umanità possono dare risultati inaspettati. Tutto questo potrà essere
possibile se un nuovo umanesimo sarà diffuso e l'uomo e l'ambiente devono essere al centro delle nostre ricerche e riflessioni e incidere, anche, sulla nostra produzione artistica e culturale.
Gli artisti che qui proponiamo non sono stati scelti per rispondere ad una unità stilistica, ma come occasione culturale per lanciare questo appello. In realtà l'intento è quello di creare per il futuro nuove occasioni espressive e un manifesto di intenti e volontà culturali, aperto a tutti, per smuovere le coscienze artistiche e metterle di nuovo al centro Secondo Sannipoli |
Massimo Arduini ...Sulla superficie delle lastre emerge la presenza del testo scritto, della grafica che segna la superficie e che qui, ancora una volta, rivela I'interesse di Arduini per le infinite variabili dell'intensita del segno rapportata al movimento della superficie "segnata". Da tempo le sue opere sono portatrici di delicati intrecci grafici e la parola scritta, segno per eccel-lenza, è la protagonista di un nuovo ciclo di lavori di cui hortus conclusus costituisce un esempio. Tiziana D'Achille Da "CARTE D'ARTE" (primavera-estate 2000) Massimo Arduini è nato a Roma dove vive e lavora. Attività espositiva recente 1997: "Venticinque ore" Perugia - "Arte a Roma" Museo Comunale d'Arte Contemporanea, Roma - "Arte Facti Palazzo delle Esposizioni, Roma. 1998: "Premio Arte Metro" Roma. 1999: "Ouverture" Roma. 2000: "Arte Metro" Park-Si di Villa Borghese, Roma. 2001: "II Segno dell'lncisione" Roma, Cuenca, Madrid, Lisbona, Città del Messico - "Segni Incisi" Academy of Fine Arts in Rom, Roma - "Traces of Printmaking" Quito (Ecuador) - "Biennale D'lncisione G. Polanschi" Cavaion Veronese - "Premio Pittura Accademia Nazionale di San Luca" Roma. 2002: "30x30=50" Arte Fuori Centro, Roma. |
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Mario Maria Bianchi ...Le superfici bianche, apparentemente asettiche, si animano con I'improvvisa apparizione del segno nero, un segno iconico, che crea un alfabeto segnico individuale, un particolare messaggio semantico e che, animando Io spazio fa si che /'opera diventi il ricettacolo di una pluralità di percezioni visive, che si susseguono creando un originate ritmo di lettura. I colon utilizzati, dicevo, sono sempre e solo due: il bianco e il nero, ma non e più esclusivamente il contrasto dialettico dei toni e dei timbri che interessa Bianchi, bensì la struttura plastica che pud essere generata dal loro rapporto dinamico. Per questo il bianco non deve essere considerato esclusivamente la rappresentazione della luce, ne il nero la rappre-sentazione delle tenebre. II bianco e il simbolo concreto dell'universo stesso e il nero delle forme materiali che in esso trovano la loro unica possibilità di esistenza... Loredana Rea Mario M. Bianchi vive e lavora a Roma. Inizia la propria attività negli anni 70 come pittore figurativo ma intraprende ben presto la via dell'informale, fino ad approdare negli anni '90 alla scultura. La ricerca di Bianchi si fonda principalmente sull'annullamento della materia, come superamento della inerzia, attraverso la sublimazione dell'energia in essa contenuta. II segno scrittura e per lui Io strumento privilegiato per scandire il ritmo del tempo ed esplo-rare il dispiegarsi dello spazio. |
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Tonina Cecchetti Tonina Cecchetti seguendo una ricerca personale che da molto tempo la vede attenta al soggetto del corpo umano ha trasferito questo suo interesse nell'esperienza sco!astica. Ha sollecitato gli studenti a studiare H proprio corpo, ha sceglierne le parti che piu sentivano proprie e ha realizzato con loro dei piccoli calchi. (...) Venti elementi corrispondenti ad altrettanti scolari si ricompongono a formare rinscindibile unita della dasse in un unico elemento posto net punto di fuga finale di un lungo corridoio sulSa parete della palestra, di quel luogo dove proprio la cura e I'educazione del corpo completano il percorso formativo dei giovani. Aldo Lori Tonina Cecchetti vive e lavora a Sigillo (PG). Attivita espositiva recente 1994: "Arte Fiera" Padiglione delia Ceramics, Bologna -"Internazionale d'Arte" Bagno di Romagna (FO) - "Konfronti" Sala del Baiocco, Faenza (RA). 1995: "IV Rassegna d'Arte Biennafe" Fabriano (AN). 1996: "The Brewery" Los AngeSes (USA). 1997: "Tempi e Spazi..." S. Spirito, Gubbio (PG). 1998: "1 - Biennaie d'ltalia d'Arte Contemporanea" Flash Art Museum, Trevi (PG). |
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Adriano Di Giacomo
"Nei dipinti di Di Giacomo la figura umana e assente perché profondamente umana e la dimensione che essi evocano: II dramma non necessita di essere antropomorfizzato se cosi efficacemente interioriz-zato e icasticamente rappresentato. E difficile sfuggire al rapimento cui inducono queste immaginifiche iperboli architettoniche, difficile ancor piu quando a imporsi allo sguardo e alle sensazioni del fruitore e, come nei box della memoria, I'oggetto stesso dell'opera, che da piano pittoricamente allusivo si fa essa stessa struttura architettonica, sorta di prisma irregolare che irrompe nello spazio abitabile... Gugiielmo Gigliotti Dal cat. "GIUSTIZIA NEL CHIOSTRO"2001 (Roma - Spoleto) Adriano Di Giacomo, nato nei 1948 in Lucania, vive tra Roma e Ancona. La sua attivita espositiva inizia, oltre che con partecipazioni studentesche in Ancona, con il primo intervento pubblico presso il Museo Civico di Bologna nei 1968 ove partecipa alia ras-segna "Proposta per una Manifestazione/lncontro"; da allora oltre duecento le manifestazioni cui ha partecipato di cui una decina personal! in Italia ed all'estero con la presenza in numerosi musei, archivi e collezioni tra cui, in Umbria, il Museo Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea di Spoleto. |
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Antonio Gabriele ...Con queste nuove opere, misurate e austere, rigorose e severe nella loro arcaica monumentante, Gabriele recupera alla scultura la sua primigenia funzione rituale, a cancellare il coniine tra il sacro e l'umano. E il rituale è il momento della sospensione e del silenzio, è il momento in cui l'uomo ha l'opportunità di riportare ogni frammento dentro l'unità di una forma ordinatrice, per conoscere il segreto della primitiva fusione tra l'individuo e il cosmo. Ma, soprattutto, è il momento dell'epifania, quando per l'uomo è possibile accettare l'inesplicabile eterno fluire dell'esistenza. Solo allora, nel sacro recinto, mentre il fuoco trasmuta alchemicamente la terra in pelle rigida eppure fragile a custodire i segreti oscuri dell'inarrestabile alternanza vita-morte-vita, le primigenie pratiche sapienziaìi trovano nella rituaìità dell'arte la loro essoterica traduzione. Loredana Rea Antonio Gabriele è nato ad Arpino nei 1951 dove vive e lavora. Si è diplomato al Liceo Artistico e all'Accademia di Belle Arti di Prosinone. Dal 1985 il suo percorso artistico si orienta verso la ceramica, campo nel quale sperimenta tecniche e nuovi materiali. La sua ricerca ultima è caratterizzata dall'interesse per tecniche orientali (Raku). Partecipa a mostre in Italia e all'estero. Tiene corsi e stage sperimentali di ceramica.
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Paolo Gobbi ...Morfologie elementari, ambigue e allusive affiorano dall'impasto, velate da una opacità che testimonia della lontananza del profondo da cui provengono, per farsi apparizione, miracolo minimo, realtà segreta. È la materializzazione di un fuorifuoco vibra-zionale, che svicola anarchicamente da qualsivoglia imposizione di un centro, che non sia quello della soggettività di chi lo percepisce. Guglielmo Giglìotti Da Persistenze Iconiche, SEGNO n° 175 sett. ott. 2000 Paolo Gobbi vive e lavora a San Beverino Marche (MC). Attività espositiva recente 2000: "Alle soglie del Sacro" Fabriano (AN) - "J'accuse" Arte in Transito, Roma - "Sacrosanto" Sala 1 Roma - "Frammenti" Galleria Arte Fuuori Centro, Roma (personale). 2001 : "II paese delle meraviglie" Miglianico - "2° Biennale del libro d'artista" Cassino - "Precari&Arte" Galleria Arte Fuori Centro, Roma. 2002: "Officina Sibilla" Tolentino - "Godart" Città S. Angelo - "30x30-50" Galleria Arte Fuorri Centro, Roma. |
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Denis Kraskovic L'opera di Denis Kraskovic assomiglia ad una fuga da adolescenti, infinitamente tenero, femminile mentre trasmette le proprie fascinazioni in modo ostinato, non badando al pericolo dato dalle decorazioni. Possiede un talento straordinario per il semplice modellamelo della materia. La paura e il dubbio sono appena presenti e, tutte le opere sanno di voluttuosità. Denis è l'unico transnaif croato. Ingenuo, non è sospettoso, contemporaneo, e assolutamente certo. Intesa in tal modo, l'arte naif si scinde dal poetismo pastorale di Kunc immergendosi nell'esperimento. Il suo atlante scolastico non ha niente a che vedere con la fanciulezza, ma nel suo modo di raccontare e tanto comune ai ragazzi. Un'ampiezza di tali dimensioni ce lo fa apparire in veste di un esperto carino e affascinante, spesso grottesco e bizzaro nella sua seria intenzione nel creare una realtà parallela nel mondo. Elena De Los Santos Denis Kraskovic è nato nel 1972 a Zagabria. Nel 1994 si è diplomato presso l'Accademia di Belle Arti di Zagabria. Ha esposto in Croazia, Slovenia, Ungaria, Repubblica Ceca, Macedonia, Yugoslavia, Italia, Germania e USA. Dal 1996 è insegnante presso la Scuola di Arti Applicate e di Design di Zagabria. Vive e lavora a Zagabria. |
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Massimo Luccioli
Quello che Luccioli propone è un mondo terraneo fatto di foglie-frammento contenenti segnacoli di vaticini, di auspici a documentare il passaggio della mano manifatturiera, riservati territori enigmatici introiettati nella coscienza dell'operatore nella quale scorrono fili sottili che, attraversano depositi culturali intrisi di mix, dove affiorano la memoria degli etruschi e l'enigma della Sibilla, la densità della terra e il rabbrividire dei cieli... Luciano Marziano Massimo Luccioli, nato a Tarquinia, vive e lavora a Tarquinìa e Roma. Attività espositiva recente 1998; "Concorso naz. dì pittura" Capitaneria di Porto, Cagliari (vincitore) - "Concorso naz. per un'opera scultorea" Susa (vincitore) - "Concorso naz. per un'opera scultorea" Porto Cervo (vincitore). 2000: "Wie die Blatter im Wind" Galleria Brolundspiele, Berlino (personale) - ''World Festival ot Art on Paper" Kranj (Slovenia). 2001 : "2° Biennale Del Libro d'Artista" Cassino. 2002: "Folia Sfoglia" Keramos Studio Arte Fuori Centro, Roma (personale). |
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Leda Nassimbeni Leda Nassimbeni, vive e lavora a Udine. Proviene da quindici anni di indagine concettuale e poveristica sui materiali, ed in particolare sulla lamiera di ferro. Attualmente affronta la problematica del corpo e gli interrogativi che vengono posti all'uomo dell'era dei trapianti e della codifica del genoma. Ricava impronte sull'acciaio che si formano con il contatto tra il corpo e la lamina, e disvela le forme attraverso il calore del fuoco. Accanto a queste "impronte" l'artista cattura, con la tecnica del calco, frammenti di corpi che lasciano imperitura traccia di sé, congelati nell'azione in cui sono stati sorpresi. Così troviamo il calco della mano, posato sulla pagina aperta di un libro che non sappiamo leggere; oppure il calco di una mano che protegge trepidante, la flebile fiamma di un pìccolo cero... Ecco allora che la scelta dei materiali usati si amplia, includendo i gessi, le argille e le terre. Attività espositiva recente 1990: "La materia rivelata" Polveriera Napoleonica, Pal-manova. 1991 : "Metallica" (metalli e musica), Foro Giulio Cesare, Cividale del Friuli - "Nuovi itinerari" Torre di Santa Maria, Museo della Città, Udine - Art Center Institut, seiezione di quattro opere, Seoul. 1993: Istituto "Volta", Artecultura, Udine. 1994: "Trait d'unìon". Galleria Plurima, Udine. 1997: "Vieni avanti, ciarino!", performance multimediale con C. Patrone, Stamperia d'arie Albicocco, Udine. 2001: "Incontri con l'autore", Chiesa di Santa Maria di Corte. Cividale del Friuli. 2002: "lo è un altro", Torre Scaramuccia, San Vito al Tagliameto. Pordenone. (Nell'ambito della rassegna d'arte contemporanea HICETNUNC) - "impronte corporee'' Palazzo dei Consoli, Gubbio. |
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Cosetta Mastragostino
La scultura di Cosetta Mastragostino vive di materie ben note a chi ne segue da anni l'attività artistica: terrecotte, talvolta patinate dei colori dell'iride, legno, filo elastico, ferro. (...) La modularla caratteristica delle opere eseguite alla fine degli anni Ottanta non soltanto non si è persa, ma si è evoluta in direzione di una ricerca di modulazione musicale. Nella serie "Accordi", ad esempio, l'austera stringatezza materica e formale si esalta, per gradi, nel gioco di reiterazione ritmica e melodica della grande composizione "terracotta e acciaio armonico", così come nella stilizzazione del-l'arpa creata da un convolvolo di terracotta e fili elastici. Marcella Cossu Mastragostino Cosetta risiede e lavora a Roma. Realizza maschere per il teatro, collaborando con vari registi, tra i quali Enriquez, Gregoretli, Remondi e Caporossi, Lavia, Ricci, Nanni, ecc. Nel 1998 è vincitrice, con una scultura in bronzo, di un Concorso Nazionale per la realizzazione di opere d'arte per la caserma dei Carabinieri di Villasimius. Nel 2001 è vincitrice del VII concorso di scultura indetto dal Comune di Spinetoli (AP). Espone dal 1984. Da segnalare tra le varie mostre: Atelier Arti Visive, Mantova - Picasso Cafè, Roma - Palazzo dei Consoli, Gubbio - Istituto Italiano di Cultura, San Francisco -USA - Ass. Culturale BhaArt, Roma - Rome Cavalieri Hilton - ARGAM 1998, Roma - Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie ARGAM 1999, Roma - Sala 1 -Roma - Galleria II Narciso, Roma. Attualmente è in esposizione permanente nella galleria "II Narciso" di Roma. |
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Rita Mele ...Le erosioni calibrate, le caliginose patine e i segni calligrafici formano una sorta dipelacela impalpabile ma opalescente, una sostanza nebulosa che vela, svela e rivela l'impalcatura dello spazio. Alzare il velo non servirebbe: la realtà non solo non si mostrerebbe senza più mistero, ma anzi l'estrema visibilità paleserebbe altre ambiguità. Chi si aspetta concretezza, infatti sarà sopraffatto da nuova evanescenza, perché è come se una nebbia densa ricoprisse ogni cosa per renderla irriconoscibile nella continua mescolanza tra persistenza del passato, flagranza del presente e presagi del futuro. ...La materia allora si aggrega per ricomporre una forma, effimero equilibrio tra visibile e invisibile e la pittura sospesa, anzi assente, indaga oltre il limite del visibile stesso per mostrarne l'ambiguità. Loredana Rea Rita Mele vive e lavora a Frosinone. Attività espositiva recente 2000: "Arte e Sacro nel nuovo Millennio" Sala 1, Roma - "Europa Festival 2000" Ferentino. 2001 : "Precari&Arte" Arte Fuori Centro, Roma - "II Biennale del Libro d'Artista" Cassino - "Studi aperti" Arte Fuori Centro, Roma - "Visibilità evanescente" Arte Fuori Centro, Roma. 2002: "Arte in Mostra" Galleria Bazar, Milano - "30x30=50" Arte Fuori Centro, Roma, |
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Antonio Menenti
...Se la piega è i! continuum della linea di libertà barocca proiettata all'infinito, nelle opere di Antonio Menenti la stessa piega accumula, nelle sue in/finite sovrapposizioni, una potenziale energia cinetica che sta li lì per esplodere da un momento all'altro. L'elemento ligneo di tavole slabbrate e screziate tenute insieme dalla sutura degli spaghi, esalta nelle sculture policrome la resa volumetrica di arditi slanci architettonici, mentre riesce a fondere nelle pittosculture, la trìdimensionalità di due unitarie superfìci (legno + tela piegata). In esse è un indissolubile vincolo spazio-temporale ad aver suggerito l'uso di tavole originali antiche, duchampiani ready-made (oggetti trovati) intrisi di tempo e memoria... Antonio Gasbarrini Nato ad Anagni nel 1948 dove vive e lavora. Inizia l'attività artistica con la pittura, passando da un'espe-rienza figurativa a un linguaggio interessato all'in-dagine delle possibilità plastiche del colore assoluto. Nel 1987, pur non trascurando la lezione di alcuni artisti contemporanei, con lo studio degli affreschi della Cripta di S. Magno della Cattedrale di Anagni, inizia il ciclo dei Polverosi. Dal 1990 la sua ricerca si orienta verso la scultura utilizzando vari materiali, fondendo colori, metalli, carte e tele. Ha allestito diverse mostre personali e partecipato a numerose collettive nazionali e internazionali. |
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Karolina Pernar
Da: "Uno spazio continuo"... Uno spazio come continuum è l'area esplorativa in via di definizione, ma già comprensibilmente delineata, entro la quale si muove la ricerca della giovane Karolina Remar. Le sue composizioni rimandano a un nastro di Moebius che attraversa lo spazio per sondarne le potenzialità e nello stesso tempo sigillarle. Lo sforzo maggiore delle immagini che ne derivano sta nel-l'alleggerire i materiali privandoli della loro ponderalità per favorirne le potenzialità fluide, energetiche e armoniche. (...) Utilizzati come segno, la materia e i materiali perdono la loro attribuzione individuante (di cui resta traccia in segmenti residuali - lingua o coda - a segnalare il punto di partenza, o di arrivo, del tragitto, remoto già all'interno delia stessa composizione che da esso si stacca come farfalla dalla larva) liberando una costruttività che, anziché assecondare il ductus della materia, lo supera e lo contraddice. Così nelle composizioni di Karolina Pernar il materiale si sublima idealmente e quasi naturalmente in immagine, senza esaltazioni delle possibiltà espressive della materia... Italo Tomassoni Nata il 19 agosto 1978, a Zagabria, Croazia. Nel 1997, dopo aver finito "L'Istituto per Arte Applicata e Design" a Zagabria, indirizzo design dei metalli, con il prof. Ljubic, viene a Perugia per fare un corso di specializzazione in oreficeria dove ha ottenuto una qualifica professionale orofo-costruttore. Ora sta frequentando il quarto anno dell'Accademia di Belle Arti "P Vanucci" di Perugia, corso di scultura con il prof. Gianfranco Ercolanoni. Nel 2002 ha vinto il primo premio di scultura "Edgardo Manucci" 9° edizione. |
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Massimina Pesce ...II suo mondo plastico appare mosso da una dinamica incessante che da luogo tra l'altro ad una ininterrotta interlocuzione tra scultura e pittura, tra tuttotondo e rilievo, tra policromia e monocromia. È un mondo di fratture e di tensioni, peraltro titoli legittimi d'una serie di opere, che in quella dinamica incessante, impressa da un ritmo che si vorrebbe dire sincopato, trova la naturale manifestazione del suo rifiuto dello stato di ferma. Un rifiuto che la folta presenza di forme cuspidate o lanceolate conferma in un moto di forme scanalate: strie o canali incisi che prendono aspetti di schemi d'arterie, di canyon, di faglie tettoniche. L'opera si presenta così come un organismo essenziale asciutto, e vivo di un'energia materiata... Antonio Del Guercio Massimina Pesce vive e lavora a L'Aquila. Formatasi presso l'Istituto d'Arte di Roma sotto la guida del maestro Leoncillo. Le sue prime mostre, personali e collettive, risalgono ai primi anni '60 e caratterizzate da una inclinazione informale aperta a sollecitazioni astratte. Il recente ciclo, consistente in opere di pittura e scultura in ceramica, ferro pietra e bronzo, riunite sotto il titolo di "Pietrificati voli", ha conosciuto la partecipazione al XXVI Premio Vasto e in alcune personali tenute a: Copenaghen, Roma, Vienna, Anagni, Bratislava, Taiwan, New York, Madrid, Sul-mona, L'Aquila, Teramo, Milano, Bruxelles e Buda-pest. |
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Pier Giuseppe Pesce
II percorso artistico di Pier Giuseppe Pesce è ricco e stimolante di proposte, eventi e provocazioni. La sua arte è un insieme di simboli, memorie, oggetti, feticci e tanta ironia. Ironia sull'arte, la politica, la religione e sulla società in genere. L'obiettivo di fondo è quello di coinvolgere chi osserva, in una operazione di autoanalisi spietata e priva di inibizioni. Sacro e profano convivono in una dialettica, solo apparentemente superficiale, in tutte le performance di Pesce. Il lavoro che presenta in questa occasione è nuovo e originale, e apre per l'artista una ricerca dagli sviluppi imprevedibili e pieni di stimoli. Protagonisti di questa avventura sono i "cubi". Pur mantenendo in qualche modo viva la specificità del gioco insito nei cubi, questi vengono stravolti nella loro funzione originaria. Lo spazio che si crea è uno spazio che ci richiama alla struttura cubista e alla visione e rappresentazione del mondo che i cubisti avevano. Il dibattito è aperto e il gioco-sfida di Pesce è iniziato, l'artista stesso, così facendo, si mette in gioco e apre un periodo che possiamo chiamare "post-cubista". Secondo Sannipoli Attività espositiva recente 1995: "C'era una volta il mondo" Museo della Carta, Fabriano (AN). 1996: "Le favole della verità" Galleria del Fico, Roma. 1997: "RIZOMA" Ex Croce Bianca, Gualdo Tadino (PG). 1998: "Miniartura" Many Gallery, Tel Aviv e Campo d'Os-servazione, Gubbio. 2001 : Muse Atelier ADAZK Paris, France - "Sugestione" I luoghi della Rocca Centro per l'Arte Contempo-ranea. Umbertide (PG). |
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Teresa Pollidori
Da: "Infrafessure"... Tuttavia il rapporto stabilito tra scultura e luce dalla Pollidori non è dichiaratamente scoperto, nel senso che l'irradiazione luminosa non si gioca a pieno campo sulla materia plastica. Si tratta piuttosto di un rapporto sottile, insinuante fatto di raggi di luce che s'infiltrano negli interstizi, che s'incuneano tra i volumi plastici per mostrare appena, per fare intravedere. La luce usata da Teresa suona le corde dell'indistinto, dell'indefinito. Passa attraverso il suggerire dei sottotoni, non si rivela mai apertamente. Il raggio luminoso nella penombra dello spazio, passando attraverso le fessure scultoree stabilisce un sottile balenio, che dall'interno della forma proietta nell'ambiente un percorso di luce, quasi a volere indicare possibili, probabili tracciati di un potenziale viaggio alla scoperta dell'infinito... Ivana D'Agostino Teresa Pollidori nata a Caserta, compie gli studi artistici a Napoli. Vive per un lungo periodo a Cassino dove inizia la sua attività artistica e didattica. Nel 70 si trasferisce a Roma dove tuttora risiede e lavora. Le sue opere sono visibili sul sito internet: www.teresapollidori.it |
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Massimo Quarta
...Certamente i FarboNauti di Massimo Quarta derivano dalla visione del cinema SF, genere che ha distribuito idee e suggestioni a molta arte dei nostri tempi. Pensati come personaggi di una saga, i nuovi FarboNauti sono infatti il seguito dei Farbo-nauti presentati qualche stagione fa, questi strani individui occupano l'intero immaginario del giovane artista pugliese, che li ha resi protagonisti dei suoi quadri, sculture, installazioni. (...) Neppur troppo lontani dai manichini di Jake & Dinos Chapman, non sono però così evidentemente malati o contaminati: insomma, pure se il toro aspetto fisico non è così gradevole, neppure si può dire che siano così cattivi o inquietanti. Su di loro Quarta non da nessun giudizio, lascia a noi la possibilità di decidere se sarà possibile averci a che fare e in che modo... Luca Beatrice Da cat "FARBO.NAUTA", Galleria Paolo Erbetta, Foggia 2000 Massimo Quarta è nato a Novoli (LE) dove vive e lavora. Attività espositiva recente 1999: "Eccentrici" Sermoneta - "Corpo di Guardia'' Baz-zane - "Farbonauti" Centro Luigi Di Sarro, Roma (personale) - "Farbonauticamente" Galleria L'idioma, Ascoli Piceno (personale). 2000: Farbo.Nauta, Paolo Erbetta Arte Contemporanea, Foggia (personale). 2001 : "Napoli & Terra d'Otranto" Otranto - ''Farbo.Nauta" Cavant-Gard, Canada (personale). 2002: "Arte in scena" Lecce - "L'invasione degli ultracorpi" Lecce (personale). |
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Elena Sevi Per la Sevi lo spazio può essere misurato in centi-metri e la materia può essere valutata in istanti. Ma per ottenere questo trasferimento d'identità, la materia (il legno, il gesso e il piombo) deve abiurare se stessa, rinunciare alla sua indipendenza e perdere il suo idioma. Floriano De Santi Elena Sevi vive e lavora a Frosinone. Attività espositiva recente
2000: "XXXIII Premio Vasto"Vasto - "Simposio di Scultura
contemporanea" Collettara di Scoppito (AQ). |
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Andrea Tedeschi Andrea Tedeschi (Modena, 1973) già diplomato all'Istituto d'Arte "A. Venturi" di Modena, nel febbraio '99 ha terminato il corso di scultura all'Accademia di Belle Arti di Bologna. (...) È il suo modo di porre in atto una tendenza che definiremo "ritorno a! corporeo", dopo gli eccessi e gli abusi, nelle vicende artistiche del nostro secolo, dell'astrattismo e del-l'astratto-Informale; e proprio di "corporeo" si tratta, anche perché nelle sue figure femminili viene deli-beratamente omesso qualsiasi tratto fisionomico. Nelle sculture, si accentua il suo distacco dalle convenzioni figurative e dall'inerte oggettività dei nudi accademici, ma vogliamo soprattutto sottolineare in questo settore di attività, la sperimentazione di diversi materiali: come la scelta della ceramica raku: una tecnica che privilegia i caratteri più rudi e grezzì della materia, esaltando la preziosità degli smalti, la lucentezza delle superfici levigate e rilevare la specificità della matrice naturale come sorgente di vitalità incoercibile e di creatività. Franco Pone Angrea Tedechi nato a Modena nel 1973, dove vive ed opera. Nel 1995 e 1996 partecipa all'esposizione del nuovo "Forum Artis Museum" di Montese (MO) ad opera del noto critico francese Pierre Restany. Dal '96 al '98, partecipa e coordina il simposio di ceramica raku a Montese (MO). Nel 1996 e 1997 "Cersaie"di Bologna, campioni ceramici per io studio "lmagina"di Rubiera (RE). Nel 1998 lavora nel Work Shop di scultura contemporanea africana, S. Giorgio di Poggiale (BO). Sempre nel 1998 partecipa alla mostra collettiva alla Fondazione di Peano (CN). Nel 1999 personale al "Forum Artis Museum" di Montese (MO). |
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Franco Zingaretti ...Superficie e segno composti secondo una sobria minimaìità che svela una piena attitudine analitica, sono i termini della pittura di Franco Zingaretti. Il segno in quanto tale, nella sua declinazione più originaria, è una forma espressiva ancestrale prima del significato, che l'artista considera accanto alla sua immagine costruita e logica, frutto di una simu-lata elaborazione ai computer. Tra le partiture ritmiche e regolari affiorano cifre, alfabeti illeggibili che ricordano i calligrammi orientali, i geroglifici egiziani, le grafie arabe che spingono ad addentrarsi in un orizzonte archetipo e molteplice... Patrizia Ferri Dal catalogo "ORIZZONTE PLURALE" 1994 Franco Zingaretti vive e lavora a Fabriano (AN). Attività espositiva recente 2000: "Collage 2000" Sharjab (Emirati Arabi) - "ANCO-NARTE 3", Ancona - "50° Premio Salvi" Sassoferrato (AN) - "Ricerche materiche. Omaggio alfa carta" CIAS CESMA, Roma (personale) - "Alte soglie del Sacro" Banca Popolare di Ancona, Fabriano (AN). 2001: "10° Biennale Intern. Taìpei" Taiwan - "Ricerche materiche. Omaggio alla carta" Caffè Giubbe Rosse, Firenze (personale) - "2° World Festival of Art on Paper" Lubiana (Slovenia) - "II pianeta carta nel terzo millennio" Museo delle Tradizioni Popolari, Roma. 2002: "Biblia Pauperum" Museo Diocesano, Jesi (AN) -"Mail Art Intern." Grand Hotel President, Spilimbergo (PN) - Museo Permanente di Arte Grafica Contemporanea Italiana, Bengasi (Libia). |
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