Anche quest'anno la galleria "Arte e Pensieri" all'interno della sua programmazione inserisce la rassegna denominata "Doppio Universo" già iniziata la scorsa stagione. Un duale tra artisti di cui Urto europeo, Ivàn Fodaro ed uno statunitense, James Lo Paro. Ci sono affinità tra i due artisti, e tra queste l'attenzione per "la costruzione" dell'opera. Per entrambi l'oggetto "reperto" costituisce un riferimento complementare dell'opera stessa e rivela "alchemicamente" un suo contenuto, filtrato, vissuto con un linguaggio dalle connotazioni "moderne". Nelle archeo/forme di Lo Paro è racchiusa tutta la sua poetica, il congiungere elementi che evocano "storie" che ci appartengono come bagaglio culturale a strutture "architettoniche" formalmente rigorose e dal linguaggio "plastico costruttivo". Le scansioni ritmiche dei suoi lavori evocano il metro di certe liriche italiane del trecento sublimate in bassorilievi che da reperti frammento riconquistano l'interezza di opera. In Fodaro, facendo riferimento ai dittici esposti, si evidenziano almeno due strade, una in cui è alta la temperatura segnica, l'altra più squisitamente "poetico antropologica" dove "l'artificio" viene affrontato con grande impegno esistenziale per raggiungere un segno "alto". Ciò che avvicina i due artisti è perseguire l'utopia, ma mentre Fodaro aderisce ad una sorta di esistenzialismo naturalistico, Lo Paro lavora con nostalgia percorrendo strade dove la cultura gli restituisce una "natura naturata".