Luigi Boille
Doppio Segno
Opere dal 1960 ai 2002
DAL 9 AL 29 novembre
GALLERIA "ARTE E PENSIERI"
V.OSTILIA 3/A ROMA
INAUGURAZIONE ORE 18
ORARIO MOSTRA LUNEDÌ-VENERDÌ- DALLE 15 ALLE 21
INFO:06.7002404-CELL-3397092125
E-mail: artepensieriroma@libero.it
Appunti per Luigi Boille
...nel 1964 era peraltro accaduto a Boille di rappresentare l'Italia, al Guggenheim International Award, New York, insieme a Fontana, Capogrossi e Castellani. Si può considerare, dunque» che il decennio sia di una pittura francese, ma già con lo sguardo rivolto al dibattito italiano, in un momento in cui l'ambiente parigino mostra i primi cedimenti che ne marcheranno la brusca involuzione. E' il momento, in altra lettura, della massima temperatura espressiva toccata dall'artista. Gialli e rossi caldissimi, accelerato il timbro sino alla dissonanza, s'impossessano dello spazio e del tempo di visione, e a far cadenza è la nervatura corrente, sottile, di bianchi e neri secchi, quasi in tarsia oppure per l'agglutinarsi di strati e piani coìlassati in un'unica, tesa, consistente, organica fisiologia superficiale Altrove, tuttavia, ancora è una sorta di riottosità alla captazione di convenzione del colore: e sono bruni, terre virate verso nero, e bianchi alitanti l'ocra; altrove ancora, sono cadenze più cantabili, in largo, d'un gesto che, non succube del colore, ne lascia fluire uno spettro ampio di toni, tra eccitazione e introversione meditativa, come è nello Strutture d'insieme ora alla Galleria nazionale di Roma. Lo scorcio del decennio, dice, tuttavia, che attraverso questo ritrovamento di souplesse operativa, di scrittura cromatica intimamente necessaria, e della decantazione del colore alla condizione mentalmente suggestiva di colore/luce, che Boille ha alle viste del tempo dì una calligrafia lirica in triangolazione storica con il decorare arabo tanto quanto con il nucleo migliore dell'ar? noveau, sui nutrimenti della pattern pamfing. S'apre una stagione nuova, tutta italiana ora, in fervida maturità.
Flaminio Gualdoni 2001
.., ripercorrendo P itinerario artistico del pittore si può cogliere l'impatto emotivo che sottende i dilemmi di questi ultimi anni, dove gli assalti dell'immaginario spesso si frenano per lasciar posto ad una affinata meditazione. Il timore di essere nuovamente sedotto da una materia sensitiva quasi materna o dalle fantasmagorie di volute aeree, ha dato forza ai meandri protettivi dell'arabesco, potendo alleare nello stesso tempo la mutevolezza di una scrittura spontanea alla sconfinata pienezza di un sogno incantato.
Ma il ritorno improvviso di materia e colore, ora liberato dal supporto ritmico dell'arabesco, non è né reminiscenza né rinascita, ma piuttosto rigenerazione: un bisogno di ritorno alla propria intima essenza, ad un "centro".
Come in una fusione spazio-tempo, l'esperienza gestuale si condensa in vibrazione, la sensibilità diventa intensità, l'ascesi presenza sottile, evidenza assoluta colta nel suo divenire.
"Centralità" di una identità decantata da trenta anni di prowisori percorsi, dove gli opposti si uniscono ora in uno spazio intcriore, che rende conto dei silenzi pittorici come della gestualità che si materializza, uno spazio in armonia con Pimmagine baudelairiana: "vaste comme la nuit et comme la clartè".
Nicole B.Calendreau 1984
...Boille, che teneva alla ricerca, ha superato la «impasse» decorativa nel più imprevedibile e tuttavia più logico dei modi, portando il decorativo all'estremo dell'ornato e passando dal troppo colorato al monocromo. Di tutti i modi dell'arte, l'ornato era il più screditato, per un vecchio pregiudizio. Ma Boille deve aver riflettuto che, passando dalla dimensione del limite, o dello spazio, a quella del non-limite, o del continuo, l'ornato, il cui carattere costante era appunto il continuo, passava dall'infimo livello al più alto. Il puro ornato, infatti, è quello che non adoma, non si applica a figure o ad oggetti, non adula nulla e nessuno ma, svolgendosi e modulandosi come pura frase pittorica, realizza e comunica uno stato dell'essere, d'immunità o distacco o contemplazione: come quello di certa antica pittura giapponese, di cui Boille recuperava anche l'andamento sinuoso e frangiato dell'arabesco. Nei monocromi il colore non è una materia data con cui si traduce visivamente un'immagine: si genera sulla superficie del quadro dalla somma delle sue variazioni. L'arabesco, con le sue circonvoluzioni senza fine, non è altro che il ritorno, labirintico alambicco in cui si opera l'ultima sublimazione della materia, che passa dall'inerzia del colore alla vibrazione della luce. E che questo sia il senso dell'operazione lo prova il fatto che regge benissimo alla tecnica più indiretta della litografia, dove il colore, non essendo strato ma impressione, lascia più chiaramente emergere la sua trama grafica, disegnativa. L'effetto è quello di una marezzatura. La fitta matassa degli arabeschi conduce l'occhio per itinerari interminabili, per esili correnti o rivoli luminosi, che sviluppano una rallentata durata all'interno della membrana colorata. Si direbbe una musica ordita e suonata entro una sola nota tenuta con una tecnica straordinariamente virtuosa, che riesce a staccare come distinte qualità timbriche le minime distanze tonali. Sicuramente Boille è un "virtuoso": cosciente dell'odierna crisi della pittura, sa che una tecnica non più funzionale si salva trasformandosi in tecnica trascendentale. Dipinge come quei musicisti che suonano strumenti antichi e preziosi, evocando suoni che si direbbero posati e latenti nella cavità delle forme bizzarre delle loro casse armoniche. La sua bravura di pittore consiste nel trovare i ritmi e le modulazioni capaci di mettere in vibrazione quello strumento raro e prezioso che è il quadro o il foglio: e non per ipotizzare uno spazio in cui possa situarsi o accadere qualcosa, ma per determinare un tempo visivo incredibilmente lungo, in cui tutto quello che poteva accadere è accaduto e non ne rimane che la traccia, la risonanza imprigionata nelle volute dell'arabesco. Scomparsa come entità fisica, la materia cromatica sopravvive come sostanza nelle vibrazioni della membrana colorata, sensibile alla luce come una seta: il quadro diventa una superficie riflettente, uno specchio che rimanda in giallo o in rosso o in bianco. Ma riflette una luce che non riceve, che si genera nel suo interno dal ritmo ondulante delle vibrazioni tonali: appunto come la sonorità della musica si genera all'interno dello strumento, con l'agile giuoco delle dita sui tasti e sulle corde. E' forse per questo che Boille, sapendo che la pittura è in crisi, si ostina a fare soltanto pittura, la pittura più rara possibile: la pittura è uno strumento antico e quasi dissueto, ma funziona ancora e, che si sappia, non se n'è trovato un altro che, saputo suonare, renda la medesima qualità di suono.
Giulio Carlo Argan 1973
"Barocco" 1963 89x116
Tracce di luce 1982 60x75
Senza Titolo 1974 100x100
Sfavillio Lunare 1997 80x70
Luigi Boille
Nato a Pordenone nel 1926, si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Roma nel 1949 e successivamente laureato in architettura nel 1950. Viaggia in Europa e dopo un soggiorno in Olanda, si stabilisce a Parigi e vi rimane fino al 1965. A Parigi entra a far parte di quell'ambito di intellettuali ed artisti considerati tra i fautori della "Jeune ècole de Paris" ed incontra tra gli altri: A.Tàpies, K.Appel, M.Tapiè, Serpan, San Francis ed è riferimento degli intellettuali italiani che si recano a Parigi: L.Fontana, G.C.Argan, G.Capogrossi, E Castellani, A.Perilli, G.Novelli, C.Accordi ecc... Le sue opere sono state esposte tra le manifestazioni nazionali e internazionali più significative e si trovano nei maggiori Musei d'Arte Contemporanea ed importanti collezioni private. Attualmente vive e lavora tra Parigi e Roma.
Alcuni autori di testi critici:
Apollonio, Apuleo, Argan, Ballo, Bandini, Bilardello, Buache, Bucciarelli, Calendreau, Corbi, Crispolti, Di Genova, Fagiolo, Giannattasio, Gualdoni, Jaguer, Joshihara, La Coste, Lambertini, Marchand, Mendes, Menna, Pace, Perilli, Pinelli, Ponente, Random, Restany, Schewiller, Serranti, Strozzieri, Tapiè, Trucchi, Venturi,Vivaldi, Volpi-Orlandini, Wescher,
Luigi Boille via Panisperna n.69-00184-Roma tei.06/4743727
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