LE TRADIZIONI LOCALI DI LAGO
Le tradizioni
popolari a Lago si manifestano per lo più nella ricorrenza delle
festività religiose, che danno spunto all'allestimento di fiere
e mercati.
Le altre tradizioni sono analoghe a quelle delle comunità
viciniori.
Una tradizione differenziata è quella della strina, vernacolo di
strenna.
Strenna vuol dire dono, regalo, e la civiltà del dono è
antichissima.
I Romani veneravano una dea di nome Strenia, preposta ai doni. E
tali doni, xenia o satura, consistevano in cestini colmi di
frutta, fiori e dolci coperti di miele, che si offrivano agli
dei, a parenti o amici, in occasione dell'inizio del nuovo anno.
La strina di Lago è anch'essa un dono, ma di genere diverso: è
dono ironico, satirico.
Consta di terzine di endecasillabi, in terza rima, accompagnate
da un semplice giro d'accordi di chitarra.
L'argomento pu essere il pi vario. Di solito vengono
narrati i fatti salienti, più o meno recenti, della comunità,
in modo comico o drammatico; a volte anche in tono offensivo.
In altri centri abitati come Cosenza, Dipignano, Bisignano,
Paterno e in regioni come Molise, Puglia e Basilicata si eseguono
pure le strine, durante le feste di Capodanno, Epifania,
Candelora o anche in occasione dell'uccisione del maiale (altra
circostanza rituale della civiltà contadina), ma si tratta di
stereotipi, in quanto strofette e musica si ripetono sempre
uguali, o con poche varianti, di anno in anno.
La strina di Lago conserva solo il motivo musicale; gli
argomenti, invece, variano sempre. Ed è questa la sua
peculiarità.
Tale tradizione è richiamata nelle feste natalizie e dura, a
sbalzi, fino alla Candelora.
Un illustre prototipo della strina, secondo alcuni, si potrebbe
rinvenire nella poesia giambica di Archiloco di Paro o di
Ipponatte di Efeso, antichi lirici greci, ma con molta
approssimazione.
Mancano del tutto reperti significativi, capaci di documentare
l'etiologia, l'origine e lo sviluppo di questo fenomeno, che pure
parrebbe risalire a tempi piuttosto remoti.
Il tutto resta ancora affidato alla tradizione orale, peraltro
molto frammentaria e lacunosa.
QUALCHE ESEMPIO:
Scurra lu tiempu e 'un
cangiadi la sorte
'u mundu aspetta sempre lu Bumbinu
speranza 'e vita viata cuntr'a morte....
'Nu sùannu duce, senza mavatìa
senza malizia o curpa e senza dannu.
Sona, chitarra, e facce 'a magarìa.
Oppure:
Don Carru jestimau tutti li santi
jettau 'nu muzzicune allu cappìallu
dicìandu:- Cchi paise de birbanti!-