Capri e le isole del Mediterraneo
nei geografi musulmani
Dr. Elita Serrao
Orientalista
Sin
dai suoi albori, la geografia islamica descriverà le isole mediterranee,
salvo rare eccezioni, come abitate, popolose, fertili e coltivate; l'interesse
verso le isole tirreniche ebbe poi modo di ravvivarsi notevolmente dopo
la conquista islamica della Sicilia (827-835).
Al viaggiatore e geografo arabo Ibn Hawqal, che
visitò Amalfi sul finire del primo millennio, la città apparve
più importante e prospera della stessa Napoli; e in quel tempo
fra i domini amalfitani vi era anche Capri, il cui stretto rapporto con
Amalfi sarebbe poi stato ricordato, nel XII secolo, dal prino scrittore
musulmano di cui sia rimasta una descrizione e un disegno dell'Isola,
il nobile Al-Idrisi (1100-1165), nel Libro di Ruggiero (1154).
In seguito, l'immagine di Capri per l'osservatore
musulmano seguirà l'evolversi delle prospettive islamiche sull'Occidente:
con l'occupazione dei territori bizantini, compiuta nel 1461, anche i
geografi e i cartografi attivi presso la corte di Maometto II poterono
nuovamente guardare all'Europa meridionale come possibile territorio di
espansione. E sotto tale punto di vista può forse essere letta
la breve descrizione di Capri lasciata nel 1526 dall'ammiraglio-cartografo
Piri-Reis (circa 1470-1554) nel più straordinario monumento della
scienza geocartografica del tempo, il Libro della Marineria.