Avvento 1997

 

Ad-ventus. Venire presso.

L'Avvento non è solo il venire di qualcuno ma è incontro. È Ad- ventus. Ci giochiamo tutto in questa preposizione: "ad". Questo presso è il luogo dove Dio si fa uomo e l'uomo si fa Dio. Presso sta a metà tra il caos e l'armonia, la luce e le tenebre, la vita e la morte, l'odio e l'amore, il cielo e la terra. Già la terra! Ambiente di contrasti dove l'uomo gioca liberamente la salvezza. Quando queste realtà lottano, in noi, fanno chiasso, fanno "baccano", fanno il fragore della lotta. Rischiamo di rimanere fluttuanti tra ilo battere e il levare di questa ouverture che potrebbe essere la nostra vita. Cose astruse? Parole di un platonico redivivo?

No amici: quotidianità. Con i ritmi assordanti delle cose che in noi cercano un ordine, dei pii desideri contrastanti con le azioni. L'unica via per lasciarsi incontrare da Dio e incontrare Dio è rimanere presso, cioè fare silenzio per ascoltare proprio in questo chiasso la proposta di Dio. Dio parla nel silenzio e perciò ama essere ascoltato nascosto nella Creazione, nella Storia, nell'Incarnazione, nella Eucaristia, dentro di noi.

Davvero sei un Dio nascosto, Signore! E vuoi che ti scopriamo… così… da soli. Vuoi che con te passiamo dal caos all'armonia, dalla tenebre alla luce, dalla morte alla vita. Questo "da => a", questa Tua prossimità è il luogo dove Tu ti incontri liberamente con noi; l'ambiente divinizzante dove ci fai figli senza condizionarci. Ci fai liberi, non più schiavi della lotta tra le cose, e ci poni ogni giorno signori di questo Eden che continui ad affidarci.

Amici questo avvento, ogni ad-ventus della nostra vita, è la nostra Pasqua per essere ancora figli: è il passaggio che il Signore fa di se stesso adagiandosi nella grotta della nostra povertà.