A.N. WHITEHEAD

A.N. Whitehead (Ramsgate, Kent, U.K. nel 1861-Cambridge Massachusstes, U.S.A. 1947). E' consuetudine dividere l'evoluzione filosofica di Whitehead in tre periodi:

1898-1917, logico matematico
Collaborazione con Russell e fino al 1917
1919-1922, epistemologico
Insegnamento presso l'Imperial College of Science and Technology di Kensington.
1924-1947, metafisico
Trasferimento in America.

Anni 1898-1917, periodo logico matematico

La prima opera di Whitehead durante il periodo logico matematico è il Trattato di algebra universale che costituisce una ripresa, in senso moderno dell'ideale leibniziano della fondazione di tutte le scienze sul calcolo logico. Di qui il progetto, elaborato e svolto con B. Russell, dei Principia Mathematica. Da quest'opera Whitehead e Russell trassero opposte conseguenze filosofiche. Del resto whitehead avrebbe docuto occuparsi del quarto volume dell'opera dedicato alla geometria, ma alcuni problemi teorici gli fecero prima posporre poi tralasciare del tutto la stesura di questa parte. Tuttavia le riflessioni su questo argomento lo porteranno ad affrontare i temi gnoseologici affrontati nel secondo periodo.
Sin dal 1905 Whitehead aveva iniziato a criticare il concetto classico di mondo materiale, ancora fondato su principi newtoniani, che troverà piena espressione nella seconda fase del suo pensiero. In questi scritti Whitehead critica la separazione tradizionale tra qualità primarie e qualità secondarie, nonche' l'errore della concretezza mal posta fallacy of misplaced concretedness consistente nel considerare come reali, al posto degli oggetti concretamente percepiti, le astrazioni fisico-matematiche e i concetti teorico-operativi della scienza.
Le linee principali della critica della fallacy of misplaced concretedness, e le sue conseguenze nella concezione del tempo e dell'esperienza, avvicinano Whitehead alla concezione emotiva del tempo, avviconandolo a Heidegger. Le riflessioni di questo periodo, tuttavia, pongolo le basi per la concezione della realtà come processo di integrazione fra vita e morte che verrà sviluppato nel terzo periodo.

Opere di logica e matematica

Anni 1919-1922, periodo epistemologico

Nel periodo epistemologico insegnò matematica al Trinity College di Cambridge, all'University College di Londra e all'Imperial College of Science and Technology di Kensington, rivestendo anche importanti incarichi amministrativi e pedagogici.
Nel 1917 il figlio Eric, pilota d'aerei, muore in un'azione di guerra. Whitehead e la moglie ne sono profondamente feriti. Dalla testimonianza di Price, che lo frequentò assiduamente durante la sua residenza negli Stati Uniti, sappiamo che i coniugi WHitehead ne parlavano pochissimo in pubblico e solo dopo diversi anni e con il consolidarsi dell'amicizia accennarono all'immenso dolore che suscitò in loro la morte del figlio. Secondo alcuni critici questa ferita taciuta e vissuta intensamente ha avuto un ruolo determinante nella svolta metafisica di Whitehead.
La critica ai concetti di spazio e tempo assoluti iniziata negli anni precednti lo porta sia ad approfondire il suo interesse per la scienza che ad iniziare un'indagine sui presupposti generali della conoscenza. Presupposti che non sono di ordine tecnico-scientifico ma metafisico. L'affermazione "la sola realtà è quella sensibile" per Whitehead e' una affermazione di tipo metafisico che deve essere riconosciuta e trattata come tale. Anche le "concrete", "non metafisiche" affermazioni dell'empirismo classico, e delle riproposte novecentesche, presuppongono un'intuizione metafisica sul mondo, l'uomo, il possibile, il reale e i limiti dell'essere che possono, e devono essere oggetto di riflessione e discussione. Sopratutto perche' se si lascia cadere questa riflessione si lascia cadere la possibilità di esplorare la realtà, di conoscere l'uomo. Queste prime intuizioni verranno poi approfondite nel terzo periodo.

Opere di epistemologia

Anni 1924-1947, periodo metafisico

Il periodo metafisico inzia nel 1924 quando Whitehead venne chiamato a una cattedra di filosofia alla Harvard University, dove influì su G.H. Mead, Dewey, Quine e in generale sul neoralismo americano.
L'originalità del pensiero di Whitehead si mostra nella decisa e ferma dichiarazione della necessità di una metafisica che possa integrare gli elementi apparentemente distanti della scienza, della religione, della morale e dell'estetica. La categoria fondamentale del suo pensiero metefisico e' la togetherness, ovvero l'insieme complesso di relazioni al di fuori delle quali non si dà esistenza. A partire da questo principio Whitehead ricava alcune importanti conseguenze.

In primo luogo la riflessione per essere adeguata alla realta' interdipendente deve rivolgersi al sistema dei fatti, delle idee, anziche' intervenire su un singolo fatto astratto dal sistema di relazioni. In questo senso muta la relazione conoscitiva: da relazione di dominio improntata alla superiorità, a relazione di prossimità in cui conoscenza e realtà si sviluppano assieme. Le determinazioni della riflessione mutano: l'esperienza non è interpretabile solo mediante la contrapposizione soggetto-oggetto, la serialità temporale, la causalita' efficiente ma anche tramite la sincronicità, le isotopie, gli intrecci che lacerano le distinzioni fra prima e dopo, dentro e fuori, vicino e distante. Lo strumento per sviluppare una riflessione di questo tipo e' l'analogia. Ovvero come dice Whitehead stesso:

Nella diversita' sopravvivono delle analogie e il procedimento del razionalismo è quello di discutere l'analogia. La sua limitazione consiste nella insopprimibile diversita'. Lo sviluppo del pensiero civile si può descrivere come la scoperta di identita' nelle diversita'.

La riflessione sull'analogia sembra essere particolarmente fertile dovendo affrontare il pensiero della morte. La tendenza a separare fra vita e morte, espressione della paura per la morte, si esprime in diversi modi: dal tentativo di dominare il tempo suddividendolo in istanti che sembrano allontanare la morte, alla netta divisione di origine platonica fra il mondo del divenire regno della corruzione e il mondo delle idee regno della vita. Ma tutti questi modi hanno in comune la tendenza a separare per dominare, per non pensare che la morte è già data con la vita stessa.
L'ipotesi della tesi che ho svolto è che per recuperare il senso autentico della vita occorre recuperare un pensiero della morte che, pur senza cadere nell'opprimente memento mori, permetta tuttavia di integrare vita e morte. E che per sviluppare un tale modo riflessivo la metafisica integrativa, analogica di Whitehead può dare qualche contributo.

Opere di metafisica

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